I sentieri di Cimbricus / Non restano che i vecchi e gli spettri
Sabato 10 Agosto 2024
La corsa simbolo secondo la visione di questi Giochi made Macron/Bach. Un valzer degli addii e una danza della morte nel giorno della vittoria di Tamirat Tola, campione a 24 ore dal 33° compleanno. Si poteva fare di peggio?
Giorgio Cimbrico
Sul duro percorso da Parigi e Versailles e ritorno, con una “còte” che ricordava la crudeltà del muro di Grammont, Keneenis Bekele e Eljud Kipchoge chiudono una vecchia storia, lunga 21 anni, iniziata proprio a Parigi, allo Stade de France, quando un giovane e sconosciuto kenyano ebbe la meglio, nei 5000, su Hicham el Guerrouj e su Bekele negando ad entrambi la doppietta: il marocchino aveva vinto i 1500, Bekele i 10.000.
L’uno e l’altro erano stati selezionati per il rispetto dovuto a una carriera interminabile e a quanto avevano raccolto: Kenenisa, 42°, oltre le 2h12’, a dieci minuti abbondanti dal suo vertice cronometrico; Kipchoge ritirato: su quella salita micidiale si è rassegnato a segnare il passo. Bekele ha 42 anni, Kipchoge è avviato ai 40 e l’obiettivo di diventare l’unico a toccare le tre vittorie nelle maratone olimpiche si è spezzato subito. Tutto passa, dicono i francesi.
Tola ha chiuso in 2h06’26” e ha battuto di dieci secondi il record olimpico: era di Sammy Wanijru, a Pechino, su un percorso molto più scorrevole di quello parigino: Wanijru è morto a 27 anni, cadendo da una finestra in una vicenda di tradimenti matrimoniali e di fughe senza cinture di sicurezza.
Su quelle strade piene di gente entusiasta doveva esser presente e vincere Kelvin Kiptum, kenyano come Wanijru, morto a 24 anni all’inizio di quest’anno in un incidente stradale nelle strade buie attorno ad Eldoret, sull’altopiano affacciato sulla Rift Valley. Kiptum è stato il James Dean della maratona: tre corse, tre vinte, sino ad avvicinare per la miseria di 25 secondi, il muro delle due ore senza lepri che lo sollecitassero.
Una maratona di vecchi e di spettri, vinta da chi sino a un paio di settimane fa non doveva neanche esserci: Tola ha preso il posto dell’infortunato Sisay Lemma nella vigilia lunga dei Giochi e così a qualcuno ha ricordato la vicenda di un’altra illustre riserva, Abebe Bikila, promosso per un attacco febbrile di chi aveva conquistato un posto da titolare.
Ma il parallelo con il grande “scalzo” si ferma qui: Tola è stato campione del mondo nel 2022, a Eugene, ha vinto a New York, ha sfiorato il successo in altre due major, Tokyo e Londra. Con lui l’Etiopia mette le mani sulla quinta medaglia d’oro: due di Bikila, una di Wolde, una di Abera. Sui 42 chilometri nessuno come loro.
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