Piste&Pedane / Non sempre e' questione di medaglie
Sabato 27 Luglio 2024
“Eccomi a fantasticare su una competizione che non sono i Giochi, ormai così vicini, sempre più studiati, analizzati, scorticati, anatomizzati. Meglio andare sul sicuro. Sulle prossime elezioni presidenziali di settembre”.
Daniele Perboni
Le note di Hurricane, ballata composta e cantata dal menestrello Dylan per difendere il pugile afroamericano Rubin Carter, condannato all’ergastolo ingiustamente, mi riportano alla realtà. Sto sonnecchiando. «Perché non scrivi le previsioni di medaglia su S.O.?», quasi bisbiglia la voce dell’amico (non il solito, tranquilli) al cellulare. «Perché non mi piace fare previsioni. Non ci sto a questo giochino che diverte molti ma non il sottoscritto».
Caffè in piazza con la moglie. Ecco un altro conoscente al corrente delle mie insane passioni. Era un lavoro in un’altra vita… «Non ho letto nulla a firma tua su eventuali medaglie a Parigi». Risposta identica alla precedente.
Torno a casa e leggo che cosa hanno scritto il diretür e Giorgio il genovese. Però… Si potrebbe fare. Aaah, lascia perdere, non infilarti nel ginepraio, mormora una vocina non così tanto segreta.
Un giorno, due e… mi è venuta un’idea. Fai il verso a tua nipote? Esclama l’altra faccia della mia medaglia. Così eccomi a fantasticare su una competizione che non sono i Giochi, ormai così vicini, di moda e sempre più studiati, analizzati, scorticati, vivisezionati, anatomizzati. Meglio andare sul sicuro. Sulle prossime elezioni presidenziali. Non quelle made in USA che si terranno a novembre, ma quelle targate FIDAL. Che palle! potrebbe mormorare qualcuno, o forse una moltitudine? Vero! Però il ghiribizzo è già partito. Dai giochiamo un poco.
Due i concorrenti. Il primo, ligure, in cerca di una riconferma, con il 90% di possibilità di vittoria, l’altro, pugliese, così spavaldo e indomito quasi come, facendo le debite proporzioni, il Leonida delle Termopili.
Il ligure da mesi canta di un raccolto olimpico superiore a Tokyo (5 ori): dalle sei alle otto medaglie. Il pugliese non si è ancora espresso. E perché dovrebbe? Non è certo lui a guidare l’attuale compagine di un’ottantina di atleti. Semmai fra quattro anni a Los Angeles…
Spavaldo come sempre il ligure ha ben presente la posta in palio. Attaccato su più fronti si difende senza apparente affanno sventolando le 20 medaglie di Roma ‘24 e gli innumerevoli successi degli ultimi anni. Come dargli torto? La voglia di stare sempre in copertina e sugli allori lo sta portando a mettere in campo strategie forse un tantino bizzarre, degne di Otto von Bismarck.
E qui la nostra fantasia raggiunge l’apice. Tanto per gradire, ha riaperto uno spiraglio al rientro di Sandro Donati. A fare che? Per ora potrebbe ricoprire la carica di responsabile del mezzofondo, poi… Prendere il posto dell’Antonio da Sesto S. Giovanni?
Ma dai, anche se stai fantasticando non ti sembra di esagerare? Riecco la vocina. La silenzio immediatamente. E perché no? L’uomo non ha mai nascosto le simpatie verso il Giordano Bruno delle provette del “liquido biologico elaborato dai reni mediante filtrazione glomerulare e riassorbimento tubulare del plasma, che viene eliminato attraverso l'uretere, la vescica urinaria e l’uretra". Ora è in pensione, anche se Malagò l’ha ufficialmente inserito tra i 53 prescelti per la “missione” del CONI per Parigi. Per di più l’altoatesino ha smesso di marciare. Così dice.
E l’ex barricadiero sindacalista della Breda pensi che se ne stia a guardare?
Certo che no. Ultimamente chi lo ha sentito lo ha definito “Criptico, abbastanza nervoso, direi preoccupato”. E ne ha ben donde. Già alla sua elezione il Mei avrebbe tanto desiderato disfarsene. Poi ha dovuto cedere, a malincuore, stante gli ottimi risultati ottenuti dal testone bianco ed ora eccogli servita la causa per buttarlo alle ortiche.
Ma di che cosa parli?
Prova a pensarci. Il presidente si dice sicuro delle sei/otto medaglie. Il tecnico, subito dopo Roma aveva avvertito: “Parigi sarà un altro sport, impossibile paragonare gli Europei con le Olimpiadi”. E non ci sta a parlare di medaglie ma di uomini. Secondo te, qualcosa vorrà pur dire. O no?
Mah, sinceramente mi sembrano previsioni azzardate e campate in aria.
Sarà pur vero, questa è sempre una fantasia e con le illusioni si può spaziare in ogni dove. Ma il casus belli sta proprio qui. Le medaglie. Prova a pensarci. Possiamo portare a casa più allori di Tokyo. Ne arrivano meno e forse nessun oro. Di chi è la responsabilità, con tutto il denaro investito? Non certo del presidente, che ha sempre rivendicato la totale libertà del settore tecnico, oppure del DT, che – testardamente –, in questi anni ha portato avanti una linea tutta sua? Uno scontro al vertice. Vuoi sapere come andrebbe a finire in caso di scarsità di medaglie? La Torre, per non avvelenare l’ambiente, si dimette, lasciando così campo libero all’uomo solo al comando. Oppure, ricordandosi dei trascorsi sindacali, darà battaglia. Fuoco e fiamme prima dell’assemblea, con grande smacco per l’attuale regnante e sorrisi a trentadue denti per lo sfidante.
Fine di un bel divertimento. E per ora godiamoci i Giochi, davanti alla tv.
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