Duribanchi / La vita non e' mai stata facile
Martedì 2 Maggio 2023
“Se si ha la forza di non mollare, prima dopo le occasioni arrivano. Ma devi vincere la disperazione e il senso di impotenza che a volte la vita ti impone. Conta certamente anche la fortuna. Ma la determinazione conta di più.”
Andrea Bosco
Sono talmente tante le cose che la cronaca veicola nel giro di una settimana da restare impotenti nella scelta di selezionare. Tutto è assurdo, drammatico, esagerato, osceno, sboccato. Niente e nessuno vengono risparmiati. Migranti? 40.000 da inizio anno. Ma non la si chiami invasione. Del resto gli esperti assicurano che ne arriveranno almeno 600.000 nei prossimi mesi. Dove vanno? Bella domanda. La maggior parte sparisce. A Milano (dove lo stupro quotidiano è talmente diffuso da parte dell'extracomunitario di turno da essere diventato quasi “noioso“ per eccesso di abitudine) sono 50.000 gli invisibili.
Gente che praticamente non esiste: non ha documenti, non ha cellulare, non si conosce il paese di provenienza. Sono “alias“: uno, nessuno, centomila. Un progetto di vera accoglienza? E quando mai. Le regioni che teoricamente per vocazione politica dovrebbero esserlo, accoglienti (Emilia-Romagna e Toscana) sono quelle che maggiormente “rifiutano“ la redistribuzione. Nessuna sponda, con la Meloni, ha detto Ely, la segretaria radical chic del Pd che in una intervista a Vogue ha spiegato di sganciare 300 euro a botta per farsi consigliare da una “professionista“ del ramo come abbinare i colori dei vestiti. Non è dato sapere quali evoluzioni, Berlinguer e Gramsci, abbiano avuto nella bara.
Ah: io non lo sapevo, ma l'ho appreso in questi giorni. A Milano, zona Stazione Centrale, fulcro di attività illegali e di violenze è consentito il “bivacco“. Infatti si pensa di “vietarlo“. Altro neonato abbandonato: stavolta, purtroppo, morto. Pare addirittura prima che il corpicino venisse depositato in una cassetta. Ignota la madre. Sempre ignota quella che aveva abbandonato una settimana prima un altro bimbo per il quale ora c'è la fila per poterlo adottare.
In Ucraina si continua a distruggere e a uccidere. La brigata Wagner si distingue per la ferocia nel portare a termine il “lavoro“. Il Papa ha annunciato di avere un “progetto di pace“. Ma che è “presto“ per renderlo pubblico. Kiev si muove per riprendersi la Crimea. Mosca si muove per radere al suolo quanti più edifici può nella zone strategiche. L'Occidente latita nella consegna dei caccia-bombardieri a Kiev. Unico vero deterrente per portare la guerra verso la fine. Le guerre non si possono combattere “a metà“. Giuste o sbagliate siano, vanno combattute su tutti i fronti.
ECO-VANDALI – Intanto si fanno i bilanci: con i soldi spesi in armi e munizioni nel conflitto ucraino, la fame nel mondo avrebbe avuto un considerevole stop. Per non parlare del clima. Per tutelare il quale si spende ancora troppo poco. Ma per tutelare il quale è puro terrorismo imbrattare le opere d'arte. Sarebbe il caso che quelli di “Ultima generazione“ invece di essere invitati nei talk show, fossero presi a calci nel deretano dai propri genitori.
Gli eco-vandali vanno puniti. Se l'intento è buono, le azioni sono luride ed irresponsabili. E va ancora bene che i talebani dell'ambiente non abbiano lordato il David di Donatello. Ma potrebbero farlo per la popputa sirena realizzata da una scuola ed esposta (poi coperta, poi tornata nature) sul lungomare di Monopoli tra mille bigotte polemiche. Se quella di Copenhagen ha a mala pena una “seconda“, quella di Monopoli ha una “sesta“ e quanto a glutei deve esser passata da un chirurgo plastico. E' eccessiva nelle forme: sembra Jane Mansfield con la coda. Ma coprirla fa “cacare“. Più o meno come lo ha fatto la scuola negli Stati Uniti che ha licenziato la professoressa di storia dell'arte che aveva fatto vedere una diapositiva del David e che qualche “casalinga disperata“ aveva giudicato oscena.
Nessuna pietà per la privacy, del resto è noto che gli uomini pubblici non ne hanno diritto. E quindi Bruno Vespa in un libro dedicato a John Kennedy, tra i molti aneddoti e con lo stile brillante che gli è proprio, Vespa, citando Gore Vidal, racconta anche della relazione che Jacqueline, signora Kennedy ebbe con Gianni Agnelli durante il mese di vacanza trascorso in Italia a Ravello. Indovinate su cosa il Corriere della Sera ha fatto il titolo, per presentare un estratto dell'ultima fatica di Vespa? Appunto.
NAPOLI – Festa rinviata a Napoli: tale Dia della Salernitana ha realizzato un gol fantastico al Maradona, scombinando i piani delle televisioni italiane che a Napoli, per la festa (appena cominciata e temporaneamente finita) avevano inviato nugoli di giornalisti. Dopo 33 anni di attesa è lecito per Napoli festeggiare un meritato scudetto. Ma con misura. A Napoli domenica è successo di tutto: compresi alcuni feriti. Pare che al Cardarelli, premiato ospedale, per tre giorni gli interventi chirurgici siano stati sospesi. Sembra una fake ed è auspicabile lo sia. Ma nel paese che – pronube la festa del 25 aprile e quella dell'1 maggio – si “è sparato“ una decina di giorni di “ponte“, mandando al mare quasi 20 milioni di italiani, non è escluso sia vero. In ogni caso siamo alla follia: da Udine a Bergamo, da Varese ad altre città, un unico grido: non permettetevi, napoletani, di festeggiare a casa nostra. Per la serie: il paese “normale“ non tollera l'altrui felicità.
Certo che il premier Meloni l'ha fatta grossa a convocare i sindacati nel giorno della Festa del Lavoro. Ma del resto, in un Parlamento che brilla per lavorare dal martedì al giovedì, lasciando sovente le aule vuote, e piazzando il trolley, vicino alla porta del deposito bagagli (parlamentare) fin dalla mattina del giovedì, perché gli italiani dovrebbero “sbattersi“ per lavorare? Io lavoravo sempre: anche a Pasqua, Natale, Capodanno, Primo Maggio. Come tante altre categorie di lavoratori. Stavo in vacanza solo a Ferragosto (una delle tante feste nostrane che andrebbero abolite).
Scherzetto meloniano: CISL e UIL hanno apprezzato la decisione del governo di tagliare il cuneo fiscale. Non MESTIERI – Fausto Landini: per la CIGL bisognava tassare gli “extraprofitti“. Bravo Fausto. Poi li fermi tu alla frontiere le ditte che preferiscono investire in altri paesi o che addirittura in Italia, proprio per la presenza dei Landini, non si sognano di venire. Landini esige, pretende, vuole. Con quali soldi, con quali risorse? Vuole salari più alti, Landini. E ha ragione. Salari e pensioni non vengono mai ritoccati. Ma per farlo serve ridurre la voragine della spesa pubblica. Che è smisurata. Serve tagliare l'inutile burocrazia parassitaria. Serve modernizzare il paese. Consapevole che se lo modernizzi, la forza lavoro è destinata ad essere sostituita da macchine e intelligenza artificiale. E conseguentemente che alcuni mestieri spariranno. Mentre altri (spariti) nel campo dell'artigianato andrebbero riqualificati. Basta con questa idiozia che il Covid ha cambiato il mondo. Sono gli uomini ad essere cambiati. Il Covid c'entra solo parzialmente. Sono gli uomini che hanno aspettative professionali e retributive altissime anche senza essere qualificati. Sono gli uomini che non “sanno“. Che non studiano. Che non faticano (anche lo studio è fatica).
Che vivono sovente in realtà virtuali. Dal mattino quando si svegliano alla sera quando si coricano. Con questa “appendice“ che è diventata un cancro: lo smartphone. Che invece di renderli liberi, li rende schiavi. Sabato 29 aprile il Corriere della Sera ha pubblicato la lettera di MG, studentessa di 23 anni che sta per laurearsi ma che si sente “una fallita“. Per i soliti motivi. MG ha una laurea triennale (una volta il minimo erano 4 anni), due anni di Erasmus all'estero, un tirocinio “più che soddisfacente“. Un bel profilo. Tuttavia MG si sente “piccola e inadatta per un mondo che ripone nei giovani continue pretese, senza lasciarci prendere fiato“. Magari MG non è poi così brava. Certamente non lo è come i 5 studenti milanesi che, liceali, hanno ricevuto borse di studio e saranno ammessi in prestigiose università statunitensi e tedesche. Una è Rebecca Galasso, 18 anni, giocatrice di golf diplomatasi al Collegio San Carlo, eccellenza milanese. Rebecca certamente proviene da una famiglia agiata. Ma questo non l'ha fatta “adagiare“. E brava. Nello studio e nello sport. Al punto tale che gli osservatori della “University of New Mexico” di Albuquerque sono venuti a verificare di persona le sue qualità, prima di accettarla.
Quello che MG non sa (e tanti tra scrittori, sociologi e politici fingono di non sapere) è che le cose sono sempre andate in questo modo. Chi è bravo va avanti. Chi non lo è deve accontentarsi. MG non riesce a “prendere fiato“. Pensi la signorina, quando alla maturità si portavano “tre anni di tutto“. Italiano, greco, latino, storia, filosofia, matematica, chimica, fisica, storia dell'arte: scritto e orale. Solo ginnastica e religione erano escluse dall'esame. Altro che “notte prima degli esami“: mesi prima dell'esame.
LO SPORT INSEGNA – Io ero discreto a giocare al calcio. Ho fatto anche dei provini per alcune società di serie A: sempre scartato. E un famoso allenatore che era stato un divino calciatore quando andai a provare al Centro Giovanile di Pordenone, dopo avermi visto palleggiare mi disse senza perifrasi: “Cambia de esport“. Era un oriundo argentino. Non ero bravo a scuola. E non avevo voglia di studiare. Ma mi sono diplomato. Poi mi sono laureato. Finito il liceo ho cominciato a collaborare con alcuni giornali. E in uno facevo l'”abusivo“ come usava allora. Imparavo il mestiere: senza alcuna retribuzione.
Poi, ultimato il servizio militare, sono stato assunto come praticante in un quotidiano. Dal quale (assieme ad altri tre) sono stato dopo un anno e mezzo licenziato. Non avevamo fatto nulla di riprovevole. Solo “taglio del personale“ dopo che la proprietà era cambiata. Allora non esisteva alcuna protezione sindacale. Per un altro anno e mezzo, con il mondo che mi era caduto sulle spalle, ho fatto il free-lance. Qualche giorno dovevo decidere: se magiare o se pagare le bollette, l'affitto e la benzina per spostarmi. Ma quel periodo è stata la mia fortuna: ho imparato tutto del mestiere. E sono tornato a studiare. Non fossi stato licenziato, probabilmente, sarei rimasto a fare il giornalista sportivo. Invece ho fatto altro, imparando tutto della mia professione.
Con qualche successo: a dimostrazione che la scuola “sportiva“ forma anche per altri settori del giornalismo. Io ho fatto l'inviato e negli ultimi anni, prima della pensione il capo-redattore. Ma molti ex giornalisti sportivi sono diventati firme eccellenti e persino direttori di importanti quotidiani. La vita non è mai stata facile. Il lavoro non è mai stato facile. C'è stato un periodo nel quale ho pensato di emigrare in Canada, dove una persona che avevo conosciuto a Francoforte per lavoro mi avevo offerto di andare. Mia figlia era appena nata e ho rifiutato. Forse ho fatto male: anni dopo ho scoperto che quel piccolo imprenditore, emigrato dal Friuli, era diventato un magnate nel paese degli orsi.
Dico una cosa MG: se si ha la forza di non mollare, prima dopo le occasioni arrivano. Ma devi vincere la disperazione e il senso di impotenza. Non è facile, ma è uno dei passaggi che la vita ti impone. Conta certamente anche la fortuna. Ma la determinazione conta di più. Detesto dire “ai miei tempi“. Ma certamente “ai miei tempi“ se le cose andavano male non scrivevamo ai giornali per lagnarci del mondo. Ne parlavamo con gli adulti. Io ho un carteggio tenuto in mesi difficili con un importante prelato da tempo scomparso. Io agnostico gli avevo scritto. Riordinando le mie carte ho trovato una sua risposta. Dove tra le altre cose c'era scritto: “affidarsi alla Divina Provvidenza è un bel viatico. Affidarsi alla propria volontà lo è altrettanto“. E detto da un prete. Coraggio MG, se mai leggerai: non mollare.
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