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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Tra finti inchini e vere genuflessioni

Lunedì 6 Marzo 2023

 

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“Il ritorno del campionato ha messo sotto la stessa ghigliottina le due principesse delle Coppe Italia nella pallavolo e nel basket. (Veda, caro presidente Petrucci, che affinità ci sono fra professionisti vessati e finti semiprofessionisti).”

Oscar Eleni

Felice di inginocchiarsi davanti alla bella gioventù atletica italiana vista ad Istanbul, preoccupato soltanto che i due meravigliaio, Ceccarelli nei 60, la Iapichino oltre il record della madre nel salto in lungo, abbiano intenzione di laurearsi in legge senza badare ai cinici che per tirarti su il morale ripetono in coro: Sai cosa fanno 100 avvocati incatenati in fondo al mare? Un buon inizio.

Non avendo più ginocchia dopo le imprese delle nostre sciatrici, dei fondisti, del Ghiotto pattinatore liquidato con una breve come campione del mondo, ascoltando gli urli della Goggia, scippata dal meteo che ha cambiato pista e classifica quando lei già si godeva la sedia da regina, sfinito dall’incompetenza personale e di quelli a cui fanno raccontare le cose, irritato vedendo che dai discorsi urbi e per gli orbi, tipo quelli del Papa, si prendono soltanto le frasi che fanno comodo, non parliamo della mischia politica, abbiamo deciso di chiedere asilo in Tasmania ai pochi aborigeni rimasti.

Ai pochi diavoli del posto, portando conforto a chi vedendo un europeo fa la stessa faccia dei giocatori di basket italiani davanti a certi arbitri. Eh sì, il cane tasmaniano che sembra un diavolo avrebbe voglia di morsicare non soltanto chi sbaglia fischiando, succede a tutti, ai giocatori capita più spesso, ma anche quelli che spezzano il ritmo partita per bersi una bibita davanti al VAR soltanto per decidere una rimessa.

Facile capire il nervosismo in campo, anche se il Messina caduto sul doppio tecnico nel Forum degli arrabbiati e poi espulsi sicuramente ce l’aveva di più con la maga che ha messo spilloni sulla sua squadra costruita male e forse mai nata: per le settimane di superlavoro, fra coppe e campionato, con il brivido caldo della trasferta a Brindisi del 12 marzo, ecco lo scavigliamento del nuovo arrivato Napier che, a parte la partitaccia contro Brescia in coppa, sembrava davvero aver sistemato il reparto fosforo dell’Armani. Ettorre, come Scariolo, sembra perseguitato dalla stregoneria dei meno abbienti. Milano senza Napier e Virtus con Pajola dai medici già pieni di lavoro. Succede se a metà stagione hai giocato 50 partite e per chi arrivava dalla nazionale il non riposo è stato fatale.

Fatale deve essere stato anche il lungo brindisi che con il ritorno del campionato ha messo sotto la stessa ghigliottina le due principesse delle Coppe Italia nella pallavolo e nel basket. (Veda, caro presidente Petrucci, che affinità ci sono anche fra professionisti vessati e finti semiprofessionisti). Piacenza a zero addirittura, Brescia annichilita dalla meravigliosa gioventù creativa di Spagnolo e dai mastini di Trento.

Basket pentito o soltanto fortunato nel vedere fra i migliori in campo i “fioi del Poz”, dal Caruso nella sua Napoli che comunque gli avrà regalato le pastarelle come faceva sempre il caro Armandino Aubry quando ci accompagnava all’aeroporto senza immaginare, come noi, che il Feltri amareggiato per le trasferte calcistiche sarebbe poi tornato principe alla sua maniera, convinto come lo era tavola, che bastasse del sale per fermare la piorrea.

Giornata da non dimenticare per il Bortolani che tiene viva la speranza di Verona nella città dove basket e calcio rischiano di cadere dal balcone di Giulietta inventato dall’ente turistico. Nell’elenco dei giovani prodi metteremmo anche il Diop che Bucchi sta facendo rifiorire a Sassari, facendoci capire che si possono ancora rieducare e migliorare i ragazzi che hanno centimetri e stazza per stare al centro negli anni della lunga carestia per il ruolo.

Servirebbero placche d’argento per tenere dritta la schiena, ma è bello sentirsi fare gli auguri per gli 80 che si avvicinano dal coetaneo Sandro GALLEANI, 1944 classe di ferro o quasi, che ci tiene a stare fra i pesci nobili come Dalla o Battisti, accettando di consolare il compagno di tante trasferte, con Varese, la Nazionale, i giorni della gloria, quelli americani dove Gamba cercava di emancipare una bella generazione di giocatori, consentendo al Sandro d’imparare nelle caverne della fisioterapia nelle grandi università.

Un Galleani che sa sorridere anche davanti alle vendette della chemio, felice che a fargli auguri e a brindare siano quasi tutti i suoi ex, cominciando dagli stellati Andrea Meneghin e De Pol, che il primo a ricordare la sua festa sia stato il fantastico Gianni Motta, eroe sulla strada, ma bello anche nelle 6 Giorni come ci diceva Fossati sgridandoci per le disattenzioni in tribuna stampa, che correva con lui in bicicletta e che lo convinse a continuare il viaggio nel mondo ciclistico come “fisio” prima che il basket varesino lo affiancasse al meraviglioso Cappellini.

Basket con pubblico in aumento e tanto amore persino fra chi lo governa se Petrucci ha confessato di aver apprezzato davvero la Lega dell’hockeista Gandini. Speriamo che succeda così anche fra FIBA ed Eurolega, proprio con Petrucci, grande estimatore del geniale Bodiroga, come ambasciatore per allestire un bel tavolo della pace magari al Foro Italico dove vorrebbe portare la grande festa internazionale del tre contro tre, l’origine della passione per tanti che, avendo incontrato sulla strada, magari un Recalcati, lo zio Reina, il crudele De Mattei, hanno lasciato al bar dei campetti, a quelli della Canottieri o del Pavoniano un po’ di buoni bibita.

Pagelle fragili come le tigelle di Zocca, feudo mai dimenticato del benessere spirituale, della gioia di vivere anche prima che Vasco Rossi diventasse il poeta della vita spericolata.

• 10 Nelle grandi arene il torero BELINELLI sarebbe uscito con orecchie e coda del toro dopo la meraviglia nella rimonta contro Tortona partendo da uno 0 su 5 iniziale al tiro. Solo chi ha vissuto grande basket, una vita vera al vertice, avrebbe potuto reagire così avendo intorno compagni e panchina ancora frastornati dal bagno nel Bosforo del Fener.

• 9 A CARUSO, SPAGNOLO e BORTOLAMI per essere stati importanti in partite delicatissime per Varese, Trento e Verona. Di loro la gente si ricorderà.

• 8 Al CHRISTON che alla fiera di Bologna, casa VIRTUS SEGAFREDO, ne ha fatti 32 come BELINELLI, ma che non è riuscito a completare la vendetta della TORTONA che, comunque avvisa i naviganti: mai più pesci sperduti come in coppa Italia. Lo stesso messaggio che arriva dalla bella SASSARI.

• 7 Al VITUCCI che sembra non fermarsi più. Domenica contro Milano ci dirà se avevamo visto male, presentando il campionato mettendolo in seconda fila dietro le grandi signore. Brava BRINDISI, come società, come squadra, come ambiente e speriamo davvero che dopo la benedizione del ministro ABODI anche la sua arena diventi una vera perla del Sud.

• 6 A TRIESTE che davanti alla nuova proprietà ha ritrovato vittoria, entusiasmo e oltre 4000 spettatori. Ce ne fossero in giro di uomini come Ghiacci per emancipare il nostro basket.

• 5 A PANEBIANCO, MAGRO e MAZZON se non ispireranno la pattuglia azzurra scelta dalla Federazione per portare il meglio della gioventù cestistica italiana nell’estate dei grandi appuntamenti per le giovanili. Buon lavoro a loro ma anche a Mangione, Negri, Andrioli, il mai domo Lucchesi e Moscovini.

• 4 Alla classifica crudele che porta al sadismo visto che in zona retrocessione ci sono almeno sei squadre che ancora non sanno se REGGIO EMILIA si è davvero arresa.

• 3 A PESARO se non scopriranno subito antidoti per la febbre da appagamento che ha preso la squadra dopo la coppa Italia. Filmaccio già visto.

• 2 A BRESCIA che, come i pallavolisti di Piacenza, dopo aver mandato in crisi le sale scommesse vincendo la coppa Italia, ha ripreso andando davvero male in campionato, anche se quel Molin è un diavolo da cui guardarsi, soprattutto nei momenti di euforia.

• 1 Alla FIBA che ancora non ci ha spiegato, dopo aver chiuso le finestre per le qualificazioni mondiali con squadre dimezzate, se può avere senso un campionato dove mancheranno Argentina, Croazia e dove gli Stati Uniti non saranno stellari.

• 0 A BODIROGA e all’EUROLEGA se non cambieranno una formula che, oltre a spremere i giocatori, portandone davvero troppi in infermeria, sembra avvicinare sempre di più la gnagnera NBA della stagione regolare che piace soltanto agli imbonitori, a quelli che urlano per azioni di gioco mai corali e soltanto individuali.

 

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