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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Quel cosmo che si chiama sport

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Domenica 15 Gennaio 2023


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Viviamo nell’età della truffa. Provate a rispondere a una di quelle e-mail che vi arrivano e vi ritroverete più poveri di Giobbe, con il conto in bancario azzerato. E questo è il fishing: dà perfettamente l’idea del pesce preso all’amo.

Giorgio Cimbrico 

Esaminate attraverso la lente le notizie che scorrono nel sottopancia della nostra vita, della nostra coscienza, il mondo è diventato un casino. o forse sono le notizie, come ci vengono fornite, a trasformarlo in tale. Era così anche prima? Possibile. Prendiamo la fregatura che si è presa Usain Bolt che si era affidato a un fondo di d’investimento giamaicano. Smarriti e spariti soldi, pare molti. Era capitato anche a Roberto Baggio con il prezioso marmo nero del Sudamerica, a Marcello Lippi, ad Antonio Conte. 

Ma non viviamo in un’epoca di massima sicurezza, pardon, security? Il fatto è che viviamo nell’età della truffa. Provate a rispondere a una di quelle e-mail che vi arrivano e vi ritroverete più poveri di Giobbe, con il conto in bancario azzerato. E questo è il fishing: dà perfettamente l’idea del pesce preso all’amo. 

Non riesco a capire come a mangiar l’esca siano personaggi che, essendo molto ricchi, potrebbero permettersi consulenti molto seri, molto affidabili. Un vecchio e noioso banchiere svizzero, ad esempio, con studio ricco di raffinate boiseries sulla Banhofstrasse di Zurigo. Invece preferiscono affidarsi ai rampanti, agli scorridori della finanza fottuta, ai faccendieri, agli amici fidati. 

Comunque, non c’è da preoccuparsi perché oggi, in questo mondo spietato, chi è ricco è destinato a diventare sempre più ricco e ovviamente vale anche il contrario. Ultima epifania di Usain: ora è anche è il volto per una stampante. Spiccioli quelli su cui sta mettendo le mani confrontati a quelli che andrà a guadagnare Ronaldo d’Arabia che potrebbe essere raggiunto da Lionel anche lui d’Arabia. I lontani eredi dei bedu che vennero guidati dal tenente, poi maggiore, poi colonnello T.H. Lawrence comprano tutto in una febbre senza confini. Ho già espresso in passato i miei timori per certe opere che amo e che temo possano finire a Riyadh o a Abu Dhabi: la dependance del Louvre può diventare la casa madre? 

Altre schegge di attualità: per anni lo scandalo dello sport è stato il doping. Oggi se ne parla meno e quell’etichetta è stata appiccicata sui rapporti tecnico-atleta, all’insegna degli abusi, verbali, fisici, psicologici. 

Devo dire che tutti questi affaires non mi appassionano: chi fa una scelta, deve saper accettare e sostenere le conseguenze. In caso contrario può dedicarsi alla collezione di farfalle o delle porcellane di Meissen. Arthur Lydiard faceva allenare Snell anche a Natale o il giorno del matrimonio ma Peter non se ne lamentò mai. Al massimo, un sorrisetto disperato. Sul menage Vittori-Mennea sono corsi, come si diceva una volta, fiumi di inchiostro e non è il caso di allungare il brodo. 

Noi oggi ricordiamo Nadia Comaneci, la affianchiamo a certe ballerine schizzate da quel voyeur di Degas, ma cosa c’era dietro? Lei ne ha raccontato abbastanza da rabbrividire. Storie che, paragonate a tutte quelle che oggi ci vengono quotidianamente servite, sono lontane e gigantesche quanto quelle d’oggi appaiono come batracomiomachie. 

Dylan Hartley, ex-capitano dell’Inghilterra, ha detto – e scritto – parole bellissime perché vere: “Il rugby è grande per l’anima, terribile per il corpo”. Vale per tutto il resto del cosmo che si chiama sport. 

Giunti a un certo punto della vita, meglio avere poche e precise idee, opinioni che escludono uno dei refrain così di moda: anche se …      

 

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