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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Il velista che volle essere re

Mercoledì 11 Gennaio 2023

 

costantino 


Se n’è andato a 82 anni Costantino, il velista che volle essere re e che conobbe lunghi anni di esilio. L’ho incontrato dieci anni fa a Portofino durante le regate per magnifiche barche dell’epoca in cui venivano ancora costruite in legno. 

Giorgio Cimbrico 

Non sapevo se chiamarlo Maestà o Mr Glucksburg e così rimasi sulle generali. Costantino fu moto cordiale, molto loquace. Prima di allora avevo incontrato solo Gustavo Adolfo di Svezia, ai Mondiali di atletica di Göteborg e poi a Pragelato, per la 50 km vinta da Giorgio Di Centa, e non mi ero mai spinto più in là di un cenno di saluto. (foto tratta dal Rapporto di Roma 1960).

Costantino mi mise a mio agio. Parlava italiano, inglese, greco, tedesco. Scegliemmo la lingua franca dei vecchi marinai e lui si mostrò disposto a cambi di rotta, al racconto di pagine inedite e coinvolgenti. Come quell’attacco in tuffo degli Stukas, quando sembrava che tutta la famiglia reale greca fosse svanita in un’esplosione, come quel primo mare che gli è rimasto negli occhi e dentro: “Era il mare greco e lo vidi dalla nave Kanaris, quando tornavamo in patria da Alessandria, il nostro rifugio dopo l’invasione tedesca. Era il ’45, avevo cinque anni”. 

L’unico principe ereditario che sia riuscito a mettere le mani sulla medaglia d’oro olimpica e la Grecia emise un francobollo, dissi io senza voler interpretare la parte del cortigiano. 

“Mi dispiace ma lei ha sbagliato. Non sono stato l’unico e non sono stato il primo: mi ha preceduto Olaf di Norvegia, nel 1928, vincitore con Johan Anker nei 6 metri”. 

E così finimmo a parlare di quell’estate napoletana del 1960 e di tutto quello che l’aveva preceduta. 

“Sono passati 53 anni ma ho tutto piuttosto chiaro. L a mia avventura in realtà comincia proprio da queste parti, nel febbraio del ’60: gareggio alla Settimana di Genova e comincio a costruirmi l’obiettivo di partecipare ai Giochi. Sento parlare di Paul Elvström, il leggendario campione danese, in quel momento padrone di tre vittorie olimpiche, che sarebbero diventate quattro. Mi procuro il telefono, lo chiamo: senta, sono Costantino, il principe ereditario, è disposto a darmi una mano? Lui dice che va bene, viene in Grecia per delle pre-olimpiche che vanno malissimo. Così parla con mio padre, il re, e gli dice: suo figlio come marinaio non è granché, alle Olimpiadi mancano pochi mesi e bisogna lavorare duro, sei-otto ore al giorno. Mio padre mi chiama: se te la senti …, mi dice. Me la sento e arrivo a Napoli per giocarmi il podio del Dragone”. 

– Ricorderà anche il nome della barca. 

“Certo, Era Nyrephs, una divinità greca. Le regate cominciarono molto male, decimi, e proseguirono molto bene. La settima prova fu di puro controllo sull’argentino Jorge Chaves e su Nino Cosentino che in realtà fu l’avversario più duro e mancò l’argento per una squalifica all’ultima prova. Una settimana durissima: perdevo un chilo al giorno. Ero asciutto, tirato, non come adesso”. 

– Molta gioia e molto orgoglio. 

“La Grecia non vinceva una medaglia d’oro da quasi mezzo secolo. Prima di me, Tsiklitiras nel salto in lungo da fermo, a Stoccolma 1912. Si chiamava Konstantinos come me”. 

– Non solo vela nel suo bagaglio. 

“Del CIO faccio parte da cinquant’anni e la mia famiglia ha sempre avuto un forte amore per lo sport. Ha presente quel quadro con l’arrivo di Spiridon Louis ai primi Giochi, quelli del 1896?” 

– E’ un classico … 

“I due principi che si precipitano sulla pista del Panathinaiko e corrono felici accanto a Louis erano mio nonno e mio zio”. 

 

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