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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Il solito raffreddore delle idee

Martedì 27 Dicembre 2022

 

fioretti 

 

Mortaretti per feste esagerate dove la gente ha sempre finto di sentirsi più buona, tutti meno il tuo vicino, in molti casi i tuoi parenti, i ricchi dirigenti che al brindisi hanno annunciato buoni bilanci, ma anche "tagli necessari".


Oscar Eleni

Con il naso gocciolante alla ricerca di un rifugio come la cagnolina del Chapas costretta a partorire in un presepio. Lei è stata fortunata. Le hanno portato cibo, in molti si sono offerti per accogliere i cuccioli seguendo un rito della tradizione Maya. Difficile trovarlo da queste parti il rifugio giusto mentre si parla di pace scatenando i droni, ammassando truppe alle frontiere, serbi e kosovari, cinesi e gente di Taiwan, Afghanistan in armi, Iran con le forche belle in vista.

Cerchi i buoni e scopri molti cattivi che fingevano di essere stati tesserati dall’ufficio degli angeli. Sono giorni per rivedere tante cose. La Milano rivisitata così bene da Alberto Angela che intanto sembra avere successo riscoprendo la verità su Nerone mandando al macero tutto quello che abbiamo letto prima sull’imperatore “incendiario, matricida”, riproposto ora come super atleta per la gara delle bighe nell’arena, cantautore, geniale anche se gli resta la ferocia e la perfidia. Rivedere tutto, cominciando da Attila non più presentato come flagello di Dio, ma soltanto come un capo alla ricerca di cibo e spazi per la sua gente, mentre sparano sui curdi a Parigi e la dietrologia si scatena.

Mortaretti per feste dove la gente ha sempre finto di sentirsi più buona, tutti meno il tuo vicino, in molti casi i tuoi parenti, i ricchi dirigenti che al brindisi hanno annunciato buoni bilanci, ma anche “tagli necessari” ghignando per il poveraccio che pur lavorando non può permettersi un alloggio diverso dalla sua auto parcheggiata sotto un cavalcavia. I ragazzi evasi dal Beccaria ci fanno venire in mente che un tempo Mario Borella, allenatore di basket padre putativo di tanti bei giocatori partendo dal sciur Gamba, andava in quella prigione ad insegnare. Portava tanti dei suoi allievi con lui come dimostratori prima e poi se avevamo frequentato corsi allenatori anche per istruire.

Un viaggio nell’anima di ragazzi non tanto fortunati, come quello che ci chiesero di fare al carcere di Bollate nei giorni in cui Vallanzasca presentava il suo primo libro. In quei giorni dalla direzione volevano anche storie sulla squadra di calcio dei detenuti, ma, dopo averne individuato uno davvero bravo, il “superiore” che accompagnava ci faceva capire che non era il caso di farne una storia perché il tipo avrebbe passato dentro tanti anni.

Mentre il calcio di casa nostra ricomincia con il mercatone dell’usato, le revisioni, i sogni e le illusioni, Gianni Petrucci presidente del basket ha ricevuto per Natale i pesci in faccia dagli “amiconi” di Sport e Salute che distribuendo quattrini alle federazioni lo hanno fatto proprio arrabbiare. Hanno premiato le più vincenti, dal nuoto alla pallavolo, insomma hanno seguito il portavalori che depositava medaglie al CONI e lui, Petrus, non tanto felice, ha dovuto urlare mettendo in dubbio la competenza.

Una guerra che sembra non andare benissimo visto che fra Nazionali e club non è che si vinca molto, podio visto da lontano, coppe vere difficili da sfiorare. L’ultima settimana, ad esempio, sembrava al nero di seppia fino a quando sotto l’albero dell’eurolega l’Armani che quest’anno non aveva mai vinto al Forum ha ritrovato quella che era l’anima delle bande Rubini a cui è dedicato il legno pregiato del campo di Assago rimedio amorevole per una città senza memoria. Un miracolo nato nell’incredulità: Messina influenzato, la squadra balzana e fragilissima a rimbalzo, sotto di 17 con il Montecarlo del matamoro Mike James.

Sembrava notte fra sibili di cobra con la maglia sociale mentre Fioretti cercava insieme a Poeta e agli altri assistenti una capanna dove bollire chi in campo camminava da bollito. Per l’influenza come Cabarrot, per la perdita della bussola come Mitrou Long, per lo smarrimento delle qualità che lo avevano fatto ingaggiare come Voigtmann, tenendo sulla panchina il Thomas che deve aver stregato qualcuno se lo hanno preso e fatto arrabbiare molti se poi è stato mandato dietro alla lavagna nelle secondarie del Forum. Per fortuna nel Palazzo assopito il guerriero Hines ha cercato qualcosa che potesse ridare luce alla notte.

Sul campo troppe cose andavano male anche a lui come giocatore, gli arbitri erano più o meno come quelli che in questa giornata del nostro campionato hanno mandato fuori di testa allenatori e giocatori da Venezia e Pesaro, e allora il guerriero infuriato ha fatto di tutto per farsi espellere. Due falli tecnici. Miccia accesa. Boglia, rimonta, parziale di 21 a 1 con Hall ai remi e Baron alla mitraglia insieme a Ricci e Melli, coinvolgendo persino il Davies che Obradovic secondo, il primo allena il Partizan, aveva fatto rimbalzare fra Brown, Montejunas e il suo Hall.

Nel finto mare della tranquillità creato dal Fioretti che sostituiva il Messina malato si è rivista l’Armani che anche con giocatori sbagliati, infortunati, adesso ha il diritto di credere ancora in una quasi impossibile aggancio all’ottavo posto per poter giocare tutto nei play off.

Un balsamo che ha fatto bene anche nella sfida storica, la 186ª, con Varese, scoprendo che una fata malvagia come quella che tormenta Milano e Virtus Bologna dall’inizio, ha creato problemi anche al Brase che col suo basket champagne stava convertendo tanta gente anche se in molti non sopportano la teoria del tiro appena vedi luce, del correre subito creando angoscia in difese che tornano pigre. Quando le cose stavano andando benissimo ecco l’uscita di scena del Reyes che faceva belle cose, l’impossibilità di nuovi acquisti fino a ieri quando la FIBA voleva la chiusura del debito con Milenko Tepic che a Masnago si era visto soltanto per 2 mesi. Nel riscaldamento a Milano ecco il guaio anche per Owens, il peso leggero che sa far volare una squadra. Insomma Milano con il coro intonato e con la santa libertà di recuperare dominando finalmente a rimbalzo: 51 a 28 (!)

Insomma Armani con una faccia diversa da verificare a fine settimana prima con Valencia al Forum poi nella trasferta del nuovo anno alla Fiera di Bologna contro la Virtus Segafredo che in stagione si è già riguadagnata quello che aveva lasciato nella finale dello scudetto. Una Virtus con tanti malati seri, tanti problemi, proprio come Milano, una Vu Nera che a Pesaro ha rischiato tanto, salvata e portata ai supplementari da Belinelli con l’unica tripla della sua serata gesto raffinato ben noto al Repesa che a Beli aveva dato la dimensione internazionale sapendo che non esiste riconoscenza quando ci si ritrova su sponde diverse.

Diciamo che a Pesaro si sono divertiti per una sfida divertente, sfuggita dai mano agli arbitri e troppe volte anche agli allenatori. Repesa sorpreso dal passaggio dalla luce al buio prima di Moretti e poi del Rahkman che coi suoi 20 punti teneva la Virtus sotto come era accaduto in settimana nella trasferta di coppa a Vitoria.

Giornata per sentire il popolo del basket che nei palazzi, come quello della pallavolo, ci va volentieri, anche se Trieste non sembra premiare con vero entusiasmo i bei passi avanti dei suoi corridori che con Legovich si stanno meritando almeno l’affetto.

La stessa cosa che non è certo avvenuta a Casale dove Tortona ha ridato i sali della vita e della speranza a Treviso, o a Brindisi infilzata dai giannizzeri di Attilio Caja che con Scafati è sulla porta dei primi otto posti dopo essere stato a lungo nel torbido di una retrocessione che sembra incatenare Reggio Emilia, tenendo nell’ansia Napoli raggiunta ieri proprio dalla Verona, che l’ha fatta fischiare al Barbuto, oltre che da Trieste e Treviso.

Naso gocciolante, ossa doloranti pagando le cene di gruppo o famigliari a cui dovevamo negarci se davvero avessimo ancora la testa dell’orso che non credendo alle cene nostalgia, all’ipocrisia della bontà ritrovata, sentendo nell’aria la ruggine del tempo, il rumore sordo di chi ruba, picchia, sfascia e non sopporta i poveri, andiamo alle pagelle inseguendo il metereologo che ci tormenta con l’anticiclone, che annuncia pioggia mentre dalla finestra entrano raggi di sole, aspettando di sapere a chi daranno la colpa per il gelo americano e i 25 gradi al mare.

• 10 A FIORETTI (foto d'apertura), bravissimo nella rimonta contro Montecarlo, se farà sapere ai soliti “amici” di MESSINA, che questa ARMANI non è costruita benissimo, però ha una sua dignità e l’anima che forse a primavera la farà correre come piace ad Ettorre che spera sempre di aver la garanzia di una buona difesa.

• 9 A LIVORNO se per il ritorno della NAZIONALE al Pala Modigliani contro l’UCRAINA scopriranno che in città   ci sono ancora persone alla BORIS che potrebbero ridare alla città il brivido che si aveva ogni volta quando cercavi gloria o fortuna in quella bellissima scuola di basket.

• 8 A PETRUCCI se, nella sua crociata contro chi tratta il basket mettendo cianuro in quasi tutto quello che fa, riuscirà ad avere alleati leali in Lega e, magari, nei suoi Comitati Regionali dove, ci si augura, dovrebbe già essere pronta la campagna: cerchiamo giocatori, garantendo il lavoro agli allenatori di base.

• 7 A TREVISO, TRIESTE, SCAFATI per aver smentito chi le dava ormai per spacciate.

Corsa lunga, difficile, ma se hai IROAGBU, BARTLEY e il professor LOGAN allora tutto può succedere.

• 6 Al COURNOOH di BRESCIA che in molte partite è stato molto più bravo di tanti probabili azzurri. Certo una stagione balorda per Magro e i suoi, però, fra infortuni e contrattempi, qualche bella prova anche in europea ce la stanno regalando.

• 5 A VENEZIA che in certi giorni sembra la vera figlia di una grande REYER e in altri si perde fra le calli. Contro SASSARI WATT l’ha portata sulla riva giusta e ora si spera che vi rimanga per la salute di DE RAFFAELE, il più paziente degli esploratori nelle mente di giocatori dalle troppe lune.

• 4 A TORTONA che, pur avendo trovato un posto sicuro alle spalle delle ricche signore, non sembra avere la costanza di rendimento che l’anno scorso ne aveva fatto una delle rivelazioni. Prendere 95 punti in casa contro TREVISO dice che nel gruppo qualcuno tira calci alla cieca.

• 3 A SARDARA e BUCCHI se dovessero arrendersi davanti a fischi arbitrari. Il loro lavoro merita rispetto, simpatia, soprattutto nei giorni in cui le coppe i viaggi creano problemi e tormenti.

• 2 A NAPOLI che sembra non sopportare più i suoi giocatori. Situazione difficile, tormento che dovrebbe unire e non separare, nella speranza che BUSCAGLIA ritrovi la rotta.

• 1 A REGGIO EMILIA che sembra perseguitata dal primo giorno dopo il bell’esordio a TREVISO. Sostituito MENETTI si è trovata con SAKOTA prigioniero del COVID. Trovati soluzioni tecniche sul campo ha scoperto che l’oro proposto spesso è matto. A 18 giornata dalla fine nulla è ancora compromesso, ma serve un esame di coscienza generale, in società e in spogliatoio.

• 0 Per BRINDISI e le troppe giornate balorde che rovesciano il poco di buono fatto in questa stagione. Succede anche ad eccellenti allenatori come VITUCCI, ma è in situazioni del genere che società vere trovano la forza per reagire.

 

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