- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Il denaro fa muovere il mondo

PDFPrintE-mail

Martedì 13 Dicembre 2022

 

cammelli


Il Qatar, assieme all’intero mondo dei media, tifa per una finale Argentina-Francia. Messi contro Mbappè. I due campioni che l’emiro (del Qatar) ha messo sotto contratto per il Paris St Germain. Ma del resto vogliamo parlare?

Andrea Bosco

Sosteneva Confucio che “niente è più visibile di quello che è nascosto”. Ora tu puoi avere la faccia da uomo onesto e rivelarti, come Gerione nell’Inferno dantesco, viceversa un mostro mezzo uomo e mezzo animale simbolo della frode. Puoi esserti speso come sindacalista, come uomo dabbene, sostenitore di una ONG, puoi essere di sinistra, della sinistra più “pura” che ci sia, puoi lavorare a Bruxelles persino in una associazione nel nome della legalità.

Puoi aver partecipato in veste di tifoso a millanta trasmissioni televisive, quelle che dopo un gol vedono gente che a stento si saluta per la strada, abbracciarsi in modo smodato. Puoi essere stato tutto questo. Ma poi ti beccano con le dita nella marmellata. Assieme a tua moglie, a tua figlia, ad una gnocca ellenica ex giornalista televisiva poi diventata vicepresidente (vice-pre-si-den-te) del Parlamento europeo. Ti beccano con i dobloni. E quella marmellata rancida che puzza di merda. Quei dobloni che sono insanguinati. Sono stati emessi dal Qatar.

Per il quale tu assieme alla tua “banda” ti sei speso, previo compenso (e che compenso!) nel sostenere che in quel paese tutto andava bene. Non moriva la gente che lavorava per costruire gli impianti del Mondiale. Evito di fare nomi e cognomi. Sono su tutti i giornali e nei notiziari di ogni televisione. E poi vige la “presunzione di innocenza”. E un garantista ha l’obbligo morale di applicarla: anche al più fetido degli individui. Anche se vieni beccato con sacchi di quattrini, pronto alla fuga per occultarli. Anche se le foto sui social parlano delle tue vacanze da nababbo, roba da 100.000 a botta, cifra che un disgraziato che si spacca la schiena non vede neppure in venti anni di lavoro.

Ma il punto non è la ricchezza: il punto è che tu quei denari non li hai guadagnati. Quei denari sono il frutto della tua collusione. Ti sei fatto corrompere, hai fatto un patto col diavolo: hai magnificato un paese che schiavizza gli operai, che opprime le donne (nella costituzione qatariota una donna vale “la metà” di un uomo), che reputa l’omosessualità una malattia da perseguire. Che impone il carcere per chi non osserva la legge coranica che vieta i rapporti extraconiugali, o quelli tra persone del medesimo sesso. Un paese che innalza grattacieli e imponenti stadi, che compra fette di città europee (come a Milano) dove una minoranza feudale si concede i lussi più esagerati mentre il popolo a stento riesce a sopravvivere. Tutto nel nome di “quel” libro. Scritto (per chi crede) da un analfabeta (ma in fondo anche gli apostoli erano pescatori privi di istruzione) che si era maritato con una bambina di nove anni. Persino in quei tempi antichi una pratica del genere, immagino, fosse considerata come (repellente?) pedofilia.

Lo scandalo è enorme. C’è chi tace, c’è chi vorrebbe sbattere la sporcizia sotto al tappeto qatariota. Il Qatar nega: decisamente. In Qatar il capolavoro di Collodi non viene tradotto. Ma i personaggi di Pinocchio ci sono anche a quelle latitudini. Soprattutto il Gatto e la Volpe: gente che opera in società. E che non sottopone contratti: offre mazzette. Ma di loro (dicono loro) “ti puoi fidar”.

Il problema è che in quel paese, Gran Ciambellano Gianni Infantino, presidente della FIFA, che il Mondiale in Qatar (uno dei più opachi, se non il più opaco della storia) aveva ereditato dal duo Blatter-Platini, siamo arrivati alle semifinali della manifestazione. E uno vorrebbe parlare del Marocco che gioca facendo “catenaccio” all’italiana e che meravigliosamente è approdato alla semifinale con la Francia. L’ex colonia che sfida la “grandeur” transalpina. Ma sì, i cugini con la puzzetta sotto al naso che hanno vini peggiori dei nostri (tranne lo champagne), che hanno formaggi peggiori dei nostri, chef meno preparati dei nostri, città d’arte come Firenze, Roma, Venezia che in Francia si sognano, ma che si beccano montagne di “stelle” in tutte le riviste specializzate. Forse perché quelle riviste che richiamano gomme per auto hanno un nome francese.

Splendida nazionale del Marocco: Davide che sfida Golia douce France. C’è un però: anche il Marocco pare sia finito nel Qatargate made in Bruxelles. E, per la cronaca: la magistratura belga ci va con i piedi di piombo. Sempre: ma specialmente quando si tratta di cose del Parlamento Europeo. Per eseguire la perquisizione in casa della bellona greca che negli armadi aveva sacchi di petrodollari, hanno dovuto scomodare la presidente del Parlamento, madame Metsola: c’è andata lei, di persona. Una conservatrice. Perché qui la cosa è diventata dannatamente politica: a peccare sono stati i socialisti europei. E che peccati.  

E’ noto, lo sanno anche i sassi che il Qatar, assieme all’intero mondo dei media, tifa per una finale Argentina-Francia. Messi contro Mbappè. I due campioni che l’emiro (del Qatar) ha messo sotto contratto per il Paris St Germain. Lui spasima per una finale Argentina-Francia. Sempre che ai brasiliani d’Europa, i croati di Modric, già finalisti a Mosca, stia bene. E non credo. I croati hanno estro e talento. Ma sono anche uomini duri. Gente che ha vissuto sotto alla dittatura di Tito: loro e le cento altre genti che costituivano quella che una volta si chiamava Jugoslavia.

A Milano si stanno preoccupando dei marocchini che hanno stabilmente occupato Corso Buenos Aires: che vincano o che (come probabilmente accadrà) perdano, si temono incidenti. Come già accaduto sia a Milano che (soprattutto) a Bruxelles. Ma questo è l’aspetto sportivo. Pecunia non olet e quindi il carrozzone deve continuare a procedere. Del resto ogni club del mondo incamera fior di dollari per ogni giorno di presenza dei propri giocatori al Mondiale. Il denaro fa muovere il mondo. E visto che il denaro fa muovere il mondo, chi sono io per eccepire su quanto sta accadendo in Qatar?

Il problema è che in Qatar i giornalisti muoiono. Prima un famoso cronista sportivo statunitense: già vessato per aver indossato un maglietta arcobaleno a sostegno del fratello gay, si è accasciato misteriosamente sul suo scranno allo stadio durante una partita. Poi è toccato ad un fotoreporter del Qatar in circostanze ancora più misteriose. Entrambi non si accontentavano della “verità” ufficiale propagata dal governo qatariota. Per carità: il mondo non si scompose durante i mondiali in Argentina, vinti dall’Argentina quando i dissidenti che si opponevano al macellaio Videla scomparivano nelle onde dell’oceano scaraventati in mare dagli aerei prigione del regime. Ha alzato appena un ciglio, il mondo, per la morte dei 6500 operai-schiavi e per quella di due giornalisti.

Lo spettacolo deve continuare. Non ci sono paesi che hanno richiamato gli ambasciatori, che hanno annunciato di voler interrompere i rapporti (politici e commerciali) con la nazione che non rispetta i diritti umani. Il Qatar ha il petrolio e ha il gas. E questo lo rende impunibile. La gente va a Doha come a Disneyland. I voli aerei verso quel paese li trovi a prezzi stracciati. Vedremo quanti italiani andranno a passare il Capodanno ai margini del deserto: la sabbia, la notte, il vento, i cammelli (che poi sono dromedari: una gobba, una) più belli del mondo. Vacanza da togliere il fiato. Se cerchi la giusta agenzia ti trovano anche un tappeto volante stile Ali Baba.

Del resto se il mondo non si ribella alla vergogna di un Iran che massacra donne e bambini, che impicca chi protesta, se il mondo non si ribella alla Russia, alla sua guerra, al suo sistematico genocidio in Ucraina, per quale motivo il mondo dovrebbe agitarsi per quanto sta accadendo in Qatar? Tutte menzogne, spiegano da quelle parti.

“Le masse cadranno vittime più facilmente di una grossa menzogna che di una piccola”. Ho ribrezzo a rivelare chi ha detto questa maledetta frase. Era uno che curava i suoi baffetti.

 

Cerca