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Bordo campo / Una sinfonia d'azzurro per il trittico d'autunno

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Domenica 6 Novembre 2022


rugby-garbisi


Comincia con una larga (sorprendente?) vittoria sul quindici di Samoa (49-17) l’Autumn Nation Series del Rugby. Obiettivo per i prossimi incontri – avversari Australia e Sudafrica –, il rientro nel gruppo d’eccellenza.

Daniele Perboni


Profumo di olio fritto nell’aria, una fila di ragazzini, aggrappati alla corda per non perdersi, accompagnati agli spalti, sole caldo per una infinita “Estate di San Martino”. Mancano due ore all’inizio di Italia-Samoa ma il parterre del Plebiscito di Padova è già un brulicare di pubblico. Il consueto “mercato” di palloni, magliette, felpe, cappellini, pur dai costi non certo popolari, attirano sempre i curiosi. Lunghe file per “farsi una birra”. Rinunciamo volentieri al rito pagano. Meglio stare leggeri (digiuno).

Inizia così il trittico novembrino –, scusate ora è d’obbligo chiamarlo “Autumn Nation Series” –, dell’Italia ovale. Il presidente federale Marzio Innocenti alla vigilia aveva dichiarato di aspettarsi almeno due vittorie. In pochi sono disposti a credergli, visti i precedenti (una lunga serie di sconfitte) e la brutta prestazione estiva in quel di Batumi contro la Georgia. E proprio “Dimenticare Batumi” sembra essere il motivo conduttore che accompagnerà questi tre incontri-scontri.

Una manciata di minuti all’inizio e un invasato speaker inizia a sputare nel suo microfono. Insopportabile. Continuerà con gli identici toni da posseduto per tutti gli ottanta minuti e oltre. Chiede a gran voce di sostenere gli azzurri. Sembra dimenticare che gli 8.547 spettatori (paganti) sugli spalti non sono lì per una semplice colazione sull’erba.

Inni nazionali di rito. Siva Tau samoana, danza di guerra ma meno aggressiva di quella neozelandese, e finalmente il fischio d’inizio con i giganti di bianco vestiti che partono all’arrembaggio. Palla in mano attaccano a gran velocità. Le nostre giacche azzurre paiono in difficoltà Per dieci minuti abbondanti non si vede azzurro oltre la metà campo. Un paio di mischie proprio sulla linea di mezzeria (vinte dai ragazzi di Kieran Krowley, come tutte le restanti della partita) ma poi rieccoli nel territorio di casa. Se va avanti così, i commenti dei colleghi più esperti, finisce male. Qualche battuta velenosa ma poi l’attenzione si fa più seria. I primi punti li porta un calcio di Tommy Allan, poi … Poi è una sinfonia di azzurro. Per la verità blu scuro con tanto di nome, ecco la novità, stampigliato sulla schiena.

Si va negli spogliatoi sul 20-0, con tre mete firmate da Juan Ignacio Brex, Pierre Bruno e Montanna “Monti” Ioane, rimpolpate dai calci di Allan e Paolo Garbisi. Impensabile alla vigilia. I soliti esperti, detto senza malizia o ironia, commentano “La peggior Samoa mai vista”, seppur zeppa di giocatori che militano nei maggiori campionati: Top 14 francese, Premiership inglese, Superugby del Pacifico. Comunque bella Italia, arrembante con difesa sempre avanzante e attenta, nelle fasi difensive, a non concedere nulla agli avversari. In pratica tolgono palloni ai samoani impedendo loro di esprimersi come meglio sanno fare, usando in velocità pallone, gambe e forza fisica.

Neppure nell’intervallo il posseduto se ne sta muto. Ogni tanto strepita nella sua banana, ignorato dagli spettatori intenti ad accaparrarsi birra, panini, salsicce e quant’altro per sopperire al mancato pranzo. Nei 40 minuti successivi è sempre una bella Italia, con altre tre mete (Ioane, l’esordiente Lorenzo Cannone, e Bruno), sempre supportate dalle trasformazioni di Allan, uscito anzitempo per i colpi ricevuti, e Garbisi. Gli ultimi 20 minuti l’Italia li gioca troppo rilassata e alcune leggerezze lasciano spazio agli ospiti per andare a segno in due occasioni. Finisce 49-17 con il numero 9 Stephen Varney “Uomo del Match”.

Con questo successo l’Italia compie un passo in avanti nel ranking mondiale. Samoa è undicesima, noi tre passi indietro (14) e con il buon divario accumulato nel punteggio si potrebbe finalmente scalare qualche posizione e lasciarci indietro Georgia (13) e Fiji (12), rientrando così nel gruppo d’eccellenza. Ne sapremo di più fra qualche giorno, quando World Rugby, la Federazione che governa il movimento a livello planetario, pubblicherà le nuove graduatorie. Per ora sappiamo che all’Aviva Stadium di Dublino l’Irlanda, battendo i sudafricani campioni del mondo (19-16), ha conservato la posizione di capo classifica. 

Questo il Ranking Mondiale prima dei test d'autunno: 1. Irlanda, 2. Francia, 3. Sudafrica, 4. Nuova Zelanda, 5. Inghilterra, 6. Scozia, 7. Galles, 8. Argentina, 9. Australia, 10. Giappone, 11. Samoa, 12. Fiji, 13. Georgia, 14. Italia, 15. Spagna.

Il primo desiderio del gran capo Innocenti è esaudito. Fra una settimana, a Firenze, ci tocca l’Australia e l’11, a Genova, il Sudafrica. Avversari più ostici e portare a casa altri successi sarà dura, molto dura. Si chiude cantando e ballando sulle note di “Ma il cielo è sempre più blu”. Finalmente quello là, il posseduto tace.

 

 

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