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Osservatorio / Roma '24 ovvero il nuovo Gioco dell'Oca

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Giovedì 6 Ottobre 2022

 

giocodelloca


Dopo due anni buoni dall’assegnazione a Roma degli Europei dell’anno olimpico 2024, pare tutto tornato al punto di partenza. Nulla di nuovo mentre tra rinunce e passi falsi, il tempo disponibile si riduce sempre di più.

Luciano Barra

Ricorderete il vecchio Gioco dell’Oca? Si tiravano i dadi ed a seconda del numero si avanzava sul tabellone. Però talvolta si finiva in una casella dove c’era scritto: “tornare al punto di partenza”. Questo è accaduto dopo l’ultima riunione del Consiglio della Fondazione Roma ’24 convocato per definire la nomina del definitivo CEO della manifestazione, dopo la formalizzazione dell’intenzione da parte del DG di Sport & Salute, Diego Nepi, di lasciare l’incarico.

A differenza del Gioco dell’Oca, oltre a rimandare tutto al punto di partenza sul cartellone è stato inserito –non chiedetemi su richiesta di chi perché rimaneste sbalorditi – anche “fino a quando non verrà composto il nuovo Governo”. Quindi il Presidente incaricato e il Presidente della Repubblica oltre a dover risolvere la collocazione di Salvini, dovranno aver presente anche le necessità di Roma 2024. Non ridete!

Per chi ha dimenticato le precedenti puntate è necessario ricordare che sono passati esattamente due anni dall’assegnazione a Roma degli Europei 2024. Ho già avuto modo di scrivere che la candidatura messa in piedi da Alfio Giomi era senza dubbio la più sostenibile e garantita che nella mia lunga carriera federale avevo visto. Poi sono arrivate le nuove elezioni (fine gennaio 2021) e da allora venti mesi sono passati. Come sono stati utilizzati questi venti mesi? Per organizzare e coinvolgere l’atletica italiana in una festa motivazionale giustificata dagli importanti risultati raggiunti ai Giochi Olimpici, ai Mondiali e agli Europei? No. L’obbiettivo è stato quello di distruggere quanto era stato fatto prima. Secondo la filosofia dello spoil system che si applica in politica.

Non la logica sostituzione di nomi, necessaria visti i risultati elettorali. No, molto di più: lo scioglimento della costituita Fondazione, la costituzione di quella nuova e l’approvazione di un nuovo statuto. Vista la litigiosità federale il tutto ha richiesto oltre un anno. Finalmente si era pronti ad “organizzare”. Per questo motivo si è aperto un bando per cercare il giusto CEO. Sono arrivate 31 richieste, è stata nominata una Commissione e dopo quattro mesi sono usciti dal cappello tre nomi. Ma la scelta – anche per motivi politici –, con giacche tirate e raccomandazioni velate, non è avvenuta e allora si è pensato di mettere in campo un pezzo da novanta, niente di meno che il Direttore Generale di Sport & Salute, Diego Nepi.

Si riteneva che finalmente tutto fosse pronto per incominciare. No, ci siamo sbagliati perché oberato dai suoi impegni, e forse spaventato dopo la visita fatta a Monaco di Baviera per i Campionati Europei di quest’anno, Nepi ha capito che non poteva assolvere anche questo incarico. Che poi il nuovo statuto non permesse ad un membro del Consiglio della Fondazione di assumere un incarico esecutivo, va considerato un problema accessorio.

Ecco quindi che, passata l’estate, si è tornati alla casella di partenza, avendo quindi perso altri sei mesi. Con l’aggravio del fardello politico inserito nella decisione. Voi immaginerete che nel frattempo molte cose organizzative siano state fatte. Certo, la più importante e con una certa leggerezza è stata quella di cambiare la data dei Campionati, da fine agosto (dopo i Giochi Olimpici di Parigi) a metà Giugno. La decisone ad onore del vero non è scaturita dalla FIDAL – parlare del Comitato Organizzatore mi pare improprio –, ma dalla Eurovisione causa la concomitanza con i Giochi Paralimpici. La EA, colpevolmente, ha accettato l’anticipo e la FIDAL gli è corsa dietro.

Ho appena scritto alla stessa EA – che ha già grosse responsabilità nell’aver accettato tutti i cambiamenti fatti dalla FIDAL passivamente, mentre avrebbe dovuto obbligare la stessa ad attenersi a quando presentato e garantito al momento dell’assegnazione, salvo ovviamente il cambio di taluni nomi, se necessario –, circa il perché questa decisione è sbagliata e che sarebbe stato sicuramente meglio spostare la competizione nella seconda settimana di settembre. Li vedete voi i migliori atleti europei rischiare di anticipare un impegno tanto gravoso così presto nella stagione, quando molti Paesi ancora non hanno incominciato a gareggiare?

Tralascio le altre valutazioni e concomitanza (Europei di calcio, Campionati di calcio, clima, etc.) perché sono secondari rispetto alla necessità di avere a Roma i migliori atleti europei. Forse pochi ricordano le belle giornate di settembre quando abbiamo avuto gli Europei del 1974, o il Golden Gala, o i Mondiali del 1987. “So’ ragazzi”, mi ha detto qualcuno.

In tutto questo brilla completamente l’assenza del CONI, preso anch’esso con le decisioni governative sul binario Milano/Cortina. Ma siamo anche qui al Gioco dell’Oca. Oppure il CONI ed il suo presidente sono totalmente presi con la avvenuta chiusura dell’Istituto di Medicina dello Sport. La “colluttazione” fra CONI, proprietario delle pareti dell’Istituto, e Sport & Salute proprietario del software, è grottesca. Anche qui la soluzione ha lunghi tempi per essere trovata, stante le rivalità personali esistenti. E gli atleti? Forse anche qui bisognerà attendere l’insediamento del nuovo Ministro. Povera Italia.

               

 

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