- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Ranking 2022 / Mondo donne: la regina e' Sydney McLaughlin

PDFPrintE-mail

Mercoledì 5 Ottobre 2022

 

mclaughlin50.68 

Cominciamo il nostro Ranking di fine anno dalle ragazze, con gli ostacoli in vetrina e l'Europa un po' defilata. Di seguito la scelta delle “prime 10” dettata da valutazioni soprattutto tecniche, ma anche da qualche riflessione personale.

Giorgio Cimbrico

1. Sydney McLaughlin (Usa) – 400H

La determinazione scritta sul volto. Mai un sorriso, sino a uno scioglimento mentre, seduta sulla pista, considerava quel che aveva fatto, la prima discesa, abbondante, sotto i 51”, il suo terzo record mondiale dopo quelli di Tokyo e dei Trials, il preludio ad accoppiate piani/ostacoli che inseguirà forse a Budapest e certamente ai Giochi di Parigi. Bob Kersee saprà consigliarla al meglio e un forte aiuto verrà dalla sua fermissima fede e dalla sua dichiarata ambizione.  

2. Tobi Amusan (Ngr) – 100H

I record mondiali vanno rispettati e la piccola nigeriana (nome per esteso, Oluwatobiloda) di formazione tecnica texana che, secondo il gergo, “scende” gli ostacoli a una velocità impressionate, di record ne ha fatti quasi due: 12”12 in semifinale, 12”08 con vento di troppo, in finale. Quello che andrà a libro equivale a un tempo tra gli 11”7 e gli 11”8 e potrebbe riproporre il tema dell’innalzamento delle barriere.  

3. Faith Kipyegon (Ken) – 1500

Se Eliud Kipchoge è il più grande maratoneta della storia (e nessuno lo può negar …), la piccola Fede, nata e cresciuta nei pressi, deve esser innalzata allo stesso livello per la più classica delle distanze sia per riscontri cronometrici (picco a 30 centesimi dal mondiale di Genzebe Dibaba e quatto tempi tra i migliori dodici di sempre) e soprattutto per la capacità di controllare e vincere le gare che contano, i titoli che restano. Una miniatura che propone arte in movimento.  

4. Shelly Ann Fraser (Jam) – 100

Nel caso di Pocket Rocket, ormai non lontana dai 36 anni e, a parte la stagione della maternità, sulla breccia dal 2007, il giudizio nasce dall’esame delle prestazioni e dalla loro metronomica costanza: i primi otto tempi dell’anno, distribuiti tra 10”62 e 10”70 (con quattro volate a 10”67) sono sua proprietà. Il picco è venuto a Montecarlo. Per arrivare a quota dieci, necessario aggiungere il 10”74 di Bruxelles e il 10”87 della batteria di Eugene. Tredici medaglie d’oro alle Olimpiadi e ai Mondiali, un sorriso che non tramonta e un soggetto di studio per chi vuol capire qualcosa di velocità. 

5. Shericka Jackson (Jam) – 200

La metamorfosi da quattrocentista a sprinter è terminata consegnando la 28.enne di St Anne al ruolo di prima sfidante allo stordente 21”34 di Florence Griffith. Dopo il 21”55 di inizio stagione a Kingston, due decimi abbondanti di progresso, l’accoppiata di Eugene, 21”67/21”45. Solo Flo-Jo fece meglio a Seul: 21”56 in semifinale, 21”34 in finale. Quell’inarrivabile tempo, vecchio 34 anni, ora è a undici centesimi.  

6. Kimberly Garcia (Per) – Marcia 20/35

Una ragazza che vale un Perù per aver portato per la prima volta (e qualche giorno dopo, per la seconda volta) il suo Paese tra i titolari di vittorie mondiali. Nata in una località stratosferica delle Ande, a 3200 s.l.m., è una marciatrice di grande pulizia ed è anche la dimostrazione vivente e vincente che la nuova 35 km è una 20 lunga non una 50 corta.  

7. Yulimar Rojas (Ven) – Triplo

Dopo il record assoluto di Belgrado, fissato a 15.74, era attesa a superare la barriera dei 16 metri. Impresa rinviata. C’è ancora qualcosa che manca nella distribuzione dei tre balzi, nell’equilibrio nelle fasi aeree, non facile per chi è stata dotata dalla natura di una struttura rara. Titoli e vittorie con margini da misurare in piedi. 

8. Femke Bol (Ned) – 400/400H

Bambi chiude la stagione indoor-outdoor con il bottino di sette medaglie: tre, tutte d’oro, arrivano all’Olympiastadion di Monaco di Baviera dove, dopo l’accoppiata 400 (in 49”44)/400 ost., già molto densa di significato, le riesce il tris con la staffetta orange che può contare su Lieke Klaver, la stakanovista che in questo momento è la bella dell’atletica. Anche l’occhio vuole la sua parte.  

9. Yaroslava Mahuchikh (Ukr) – Alto

Dalla fuga senza fine dalla natia Dnipro, bombardata dai russi nei primi giorni dell’invasione, al titolo mondiale indoor, dalla sconfitta a Eugene nel giorno dei giorni di Eleanor Patterson alla rapida eurovittoria, sino ai tentativi, a Bruxelles, contro 2.10. Un paio, trascurati dalla regia televisiva, erano molto belli. 

10. Tigist Assefa (Eth) – Maratona

Una che ha allungato dagli originari 800 (corsi in gioventù sotto i 2’) alla maratona, lasciata alle spalle, a Berlino, in 2h15’37”, diventando la terza di sempre dopo Brigid Kosgei e Paula Radcliffe e sottraendo il record d’Etiopia, per due minuti abbondanti, a Worknesh Degefa. Storia piuttosto curiosa ed exploit arrivato a 28 anni, con un progresso di 19 minuti sul precedente record personale, firmato all’inizio dell’anno a Ryadh, con una seconda parte in 67’24”. Se continua a questo ritmo … 

E per finire, …

Doverosa, dopo le 10 elette, una pioggerella di citazioni per chi è rimasto nei pressi. Per l’occhialuta Chen Wang (Disco) che ha trovato il lancio buono, tre metri oltre il suo massimo, e ha sistemato le duellanti Valarie Allman e Sandra Perkovic; per la serba di radice ungherese Adriana Vilagos (Giavellotto), a 18 anni e mezzo campionessa mondiale under 20 (per la seconda volta) e campionessa europea assoluta; per l’australiana Eleanor Patterson (Alto), futura signora Fassinotti e per Elena Vallortigara (quel 2 metri alla prima, puntini di sospensione); per Sada Williams (400), prima medaglia femminile per Barbados; per le bronzee dominicane Marileidy Paulino e Fiordaliza Cofil (400), dai nomi gentili e dall’aspetto un po’ meno; per Kara Winger (Giavellotto) che in piena maturità si è tolta un paio di soddisfazioni, il titolo mondiale e il record personale; per chi ha occupato il podio mondiale degli 800: una tra Atihng Mu, Keely Hodgkinson e Mary Moraa può puntare ad abbattere il più vecchio record presente in panoplia; e infine per Yalem Yehualaw (Maratona), 2h17’23” all'esordio (record mondiale per una prima volta) ad Amburgo e 2h17’26” a Londra, a 23 anni la più giovane vincitrice della corsa.


 

Cerca