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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Non e' sempre vero che chi cade si rialza

Lunedì 26 Settembre 2022


basket-20


"Entriamo nel campionato che va oltre il centenario con due favorite ben note, Armani campione in carica e Virtus Segafredo spodestata nell’ultimo play off. Però, come dice Djordjevic non saranno soltanto due a cercare la mela dorata."

 

Oscar Eleni

In ginocchio da Renato Zero chiedendo al grande artista come ha fatto a rialzarsi dopo la caduta a Monteverde. Per noi è stato impossibile e abbiamo scritto una lettera ischemica a chi sostiene che soltanto chi cade può risorgere. Inutile provarci, peggio chiedere aiuto. Diranno le analisi se l’ora è fuggita e possiamo andarcene disperati in questo fine settembre. Peccato, eppure c’è chi sa combattere.

La grande ciclista quarantenne che ha vinto il mondiale con un braccio lussato, il grandissimo trentottenne della Rift Valley Kipchoge che a Berlino ha portato la maratona oltre il tempo dove si è già arreso Federer re indiscusso del tennis.

Vorremmo e dovremmo farlo anche noi visto che in settimana riprende pure il basket nazionale dopo i brindisi, forse un po’ esagerati –, la misura aiuta a crescere meglio –, alla Nazionale del Pozzecco che anche nel festival di Trento ha saputo tenere la scena, incantando chi, come lui, pensa alla resurrezione con pochi pani e pochi pesci. Ha urlato il Poz che l’Italia meritava la semifinale che poi è andata alla Francia scatenando le ire di Ergin Ataman perché allora anche la sua Turchia avrebbe meritato più dei galletti spiumati, perdendo come Azzurra gioiosa per due tiri liberi sbagliati, in una sfida portata al supplementare, dovendo giocare a mezzogiorno dopo un viaggio interminabile dalla Georgia, la sosta nelle morse della dogana, l’allenamento saltato, il confronto con chi, arrivando da Colonia, era certo meno stressato.


Voltare pagina e aspettare il rullo dei tamburi.

La Lega ha presentato il campionato, le sue vestali televisive, Eleven, Eurosport, trovando nel canale nove di casa Discovery la diretta domenicale in chiaro alla faccia delle RAI impegnata a difendere bocce e biliardo, corse in montagna, settimane bianche, verdi e anche rosse. Una RAI che giustamente vola negli ascolti anche quando dà tutto alla pallavolo, pur condividendo lo share con SKY, felice come quasi tutti, no, nel basket stanno ancora cercando una risposta, per l’ennesimo oro del volley, questa volta con la under 20 maschile dove la stella è stato il figlio del compianto Igor Bovolenta.

Sì, va bene, loro sono bravi, persino la scuola li aiuta, ma noi del basket risolveremo, prima, ma forse poi, questa grana legata ai vivai inariditi, al reclutamento pagato un euro all’ora, poco più di quello che hanno fatto in Qatar per il mondiale del pallone dove nessuno si inginocchierà per ricordare chi è morto per costruire “fiori meravigliosi nel deserto, sedili, cristalli, campi verdi, condizionatori a palla”.

Si entra nel basket che conta quello dove gli italiani in campo sono quasi meno di quelli che utilizza il calcio adesso che Mancini scopre, un po’ in ritardo, che la maglia azzurra è un peso fastidioso per molti, gente che lontano da casa, nella culla di Coverciano si rompe a ritmo di serenata a valle oscura.

Suonate trombe, mercoledì a Brescia le semifinali della Coppa Italia che nel notturno ci propone il primo faccia a faccia fra Armani e Segafredo, una sfida che si ripeterà tante volte fra campionato ed Eurolega con il giorno della farsa previsto quando la FIBA aprirà una delle sue finestre da dove si potrà volare verso il mondiale nello stesso giorno in cui Milano e Virtus Bologna non potranno dare il loro oro alla patria e persino lasciare libero Scariolo di tornare sulla panchina della Spagna appena portata al quarto titolo europeo.

Speriamo che qualcuno ragioni più di quelli con il dito unto sul bottone rosso che potrebbe far partire la bomba atomica. Sembra che vogliano la pace almeno in Eurolega, dove Bodiroga, il genio inventato da Tanjevic come straniero a Trieste quando ancora non aveva l’età per votare, ha preso il posto del Bertomeu tradito da amici nell’ombra. Anche perché sarà affiancato da un manager abile come Marshall Glickman che, nell’illuminante convegno di Tortona, ha detto chiaro e forte come per il bene comune del basket ora serva un vero dialogo.

Difficile credere che ci si riesca. Non cerca dialogo chi ha il potere, chi ha mandato quegli arbitri da mutua nell’europeo escludendo i bravi dell’Eurolega, chi, anche in Italia, mostra i muscoli urlando che saranno squalificati i giocatori renitenti alla leva azzurra, creando, come nel calcio, il battaglione degli infortunati nei giorni azzurri e dei sanissimi quando c’è il campionato e il premio partita è più sostanzioso.

Supercoppa, quella vinta 7 volte dal Pianigiani che non sembra trovare estimatori dopo Milano, prima della giornata inaugurale spezzettata fra sabato e domenica, all’inizio di ottobre.

Se potessimo camminare andremmo ad alzare il calice nella palestra milanese di via Cambini intitolata ad Aldo Giordani che ha indicato la strada al basket per uscire dall’ombra, accompagnandone il boom con arguzia, senza risparmiare i padrone del vapore, fedele al principio che “LA STAMPA SERVE CHI E’ GOVERNATO, NON CHI GOVERNA”.

Per farci capire i figli di Aldo hanno invitato, nel trentennale della morte del nostro triplista della vita, geniale, infaticabile, gli amici alla Cambini, lasciandoli liberi per la prima diretta notturna.

Entriamo nel campionato che va oltre il centenario con due grandi duellanti e favorite ben note, Armani campione in carica e Virtus Segafredo spodestata nell’ultimo play off. Però, come dice saggiamente Djordjevic non saranno soltanto due a cercare la mela dorata. Secondo lui e anche secondo noi, come dice anche il Guerini stregato giustamente dal progetto Gavio a Tortona, in attesa che si apra la cittadella della sport, le rivali alle due corazzate che fra coppa e campionato andranno vicino alle 100 partite, ci saranno e si faranno sentire. Magari una la conosceremo già nella finale di Supercoppa dopo la sfida fra Sassari e Tortona. Una sicura e ben rinnovata, sarà la Reyer Venezia che spera di avere più successo del suo mentore, il sindaco Brugnaro che nelle urne non sembra aver trovato gli amici che sperava. Da non trascurare Brindisi di veleno Vitucci.

Dietro una bella mischia chiedendosi se finalmente a Brindisi e a Scafati i burosauri hanno dato via libera per sistemare il pala Pentassuglia e il Pala Mangano. Una coda per due che dovranno lasciare spazio a chi salirà dalla A2 dove la Supercoppa ha già lasciato fuori dai premi Udine e Cantù che sognano di tornare nella grande arena dopo il purgatorio dove, almeno, gli italiani, giocano e, magari, migliorano. In serie A esercito senza nome, gente a cui non ti affezioni. Lo capiamo quando su Spicchi di estero, un bel sito per il basket come Sportando o Pianeta, segnalano stranieri passati da noi e ora tesserati fra Malesia, Cina, Giappone, un po’ dovunque pure in Europa e Sudamerica.

Pagelle prima che ci dicano dove le carotidi non lasciano scorrere il sangue provocando le ischemie, scoprendo magari che il tamburo batte lentamente perché il cuore ha scoperto troppe tristezze che certamente non aiuteranno i troppi paesi in guerra e quelli nella finta pace decretata dagli stessi che hanno festeggiato quando la maglia del grande Jordan, quella dei trionfi con Chicago, è stata ceduta all’asta ad uno che aveva dieci milioni di dollari da mettere sul banco visto che a lui tutte le pubblicità per aiutare i poveri, i bambini ammalati o abbandonati, non interessavano proprio. Succede anche qui nel Vecchio Continente dove la nuova signora che governa gli inglesi ha già fatto sapere ai signori che le tasse saranno dimezzate e del deficit si occuperà chi non è stato capace di trovare un posto di lavoro fuori dalla fabbrica o dalla miniera, figurarsi gli infermieri e i medici alla Patch Adams.

• 10 A Liliam THURAM, ex grande del calcio, ospite di Torino Spiritualità che spiegherà bene cosa è questa Questione di Pelle che ci fa delirare, torturare, uccidere quasi più della religione, partendo dal concetto che espresse un suo amico: "Il bianco non pensa di essere bianco, ma normale …”

• 9 Ad Aldo GIORDANI che nel trentennale della sua morte i figli ricorderanno sabato, esordio anche del campionato di serie A, con un torneo giovanile nella palestra milanese di via Cambini a lui intitolata. Servirebbero i suoi pallini dorati, le sue idee per sgonfiare i palloni gonfiati che guidano il basket di oggi.

• 8 A Dejan BODIROGA faccia d’angelo se, insieme a Glickman, troverà un tavolo per portare la pace ed il buon senso nel basket europeo, senza dover rinunciare all’Eurolega che fu invenzione magica di gente che, come, Porelli, sapeva guardare al futuro.

• 7 Al TAVCAR che ancora adesso benediremmo se tornasse a fare una diretta televisiva, da solo o magari con Dan PETERSON, per aver detto quello che oggi stanno vedendo tutti: “la scuola jugoslava è in declino e gli europei lo hanno detto chiaramente”.

• 6 A KIPCHOGE per aver dato un senso vero alla domenica dove Sonego ha fatto un bel torneo 250 di tennis, dove i giovani del volley hanno vinto, dove le proiezioni voto ci hanno fatto cercare amici a pian di Praglia dove agli orsi da tastiera garantiscono libertà protetta con lo stesso amore che si prova per il marsicano.

• 5 A quelli che a DISCOVERY hanno scelto il canale in chiaro della Nove per una partita di basket nel pomeriggio della domenica se riusciranno a spiegare il “ sacrificio” a chi, invece, preferisce sempre fare il povero del sistema andando a sbattere con le notturne del calcio.

• 4 Alle SOCIETA’ che non osano ribellarsi se chi guida dal vertice cerca sempre una scusa per giustificare le società senza vivaio, quelle che pagano magari sei assistenti alla serie A, ma una miseria che deve andare in palestra magari alle sei del mattino, sui campi e sulle piste quando piove, tira vento, col sole o con il custode che ringhia.

3 Al nuovo regolamento lanciato dalla FIBA dove, oltre a lasciare tutti nella confusione per i famosi antisportivi ora si aggiungerà un prolungamento a partite che vanno ormai oltre le due ore, anche con la richiesta VAR dell’allenatore. Per gli arbitri che amano la lunga sosta con cerone davanti alle telecamere zucchero sugli spaghetti come direbbero a Little Italy.

• 2 A PIANIGIANI e CAJA che pure hanno fatto cose interessanti, vinto anche, se non spiegheranno ai giovani allenatori che vorrebbero seguire la loro carriera, cosa sta succedendo in una basket dove o vengono assunti per risolvere guai altrui o, addirittura, lasciati fuori dalla porta.

• 1 A RASPADORI che dopo la notte magica nel Meazza da smantellare a San Siro, non è ancora riuscito a spiegare come ha fatto a conquistare la gente, persino Napoli dopo Sassuolo, senza avere un tatuaggio sulla pelle.

• 0 Al grande POPOVICH che dopo aver lanciato a San Antonio come assistente per 7 anni Bechy Hammon, l’allenatrice che ha vinto con Las Vegas il titolo della lega femminile ora vorrebbe lanciare un’altra collega dando l’impressione che gli uomini, non soltanto l’allenatore silurato da Boston, hanno le idee un po’ confuse su quello che si deve fare davvero in palestra, sul campo. Una rivoluzione che non sarà gradita, anche se lui, facendo benissimo, potrebbe sempre dire chisseneffotte. Aspettando la prima assistente nella nostra serie A auguriamo buon campionato alla ZANOTTI e al suo GEAS dove Cecco Vescovi sta ricreando la miniera che un tempo dava soltanto oro e tante giocatrici di qualità.

 

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