- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Il Campionato di Societa' va in cantiere

Venerdì 23 Settembre 2022

 

atl-genericaiaaf


La voce federale: “Istituiremo un tavolo di lavoro congiunto che coinvolga il territorio con un focus sui CDS, che si riunisca a breve e possa discutere le proposte, compresi i numerosi suggerimenti provenienti dalle società”.

Daniele Perboni

Chi non ha sbattuto, almeno una volta nella vita, la testa contro la propria “bestia nera”? Nell’arco di millenni, anche in anni relativamente recenti, imperi e personaggi storici di ogni risma sono stati protagonisti di momenti fortunosi, burrascosi, cercati, voluti che hanno cambiato il corso della storia. Pensiamo alla battaglia di Poitiers, (732 DC) combattuta da Carlo Martello contro gli arabi, la conquista di Costantinopoli (1453) da parte degli arabi, le sconfitte, disastrose, del Terzo Reich a Stalingrado (luglio 1942/febbraio 1943).

Finito il micro viaggio storico, piantiamo i piedi a terra e, molto più prosaicamente, pensiamo alla piccola storia della FIDAL e di una sua “bestia nera”. Il problema che da decenni puntualmente assilla vertici e base del movimento: i Campionati di Società. Mugugni, lamentele, borbottii più o meno silenziosi, proteste, recriminazioni di ogni sorta provenienti, a turno, da ogni latitudine e da dirigenti altolocati, da Presidenti di Regione e via a scendere sino ai rami più bassi della catena federale.

In ordine sparso: punteggi; fasi di avvicinamento all’appuntamento; club militari sì, no, forse, vediamo; otto squadre nella fase finale, no, meglio 12; ma perché non sfruttare queste giornate per vendere il prodotto atletica?; siamo abbandonati, le società civili non ce la fanno più, costi troppo alti per le trasferte; troppi appuntamenti, un calendario impazzito; ma perché escludere la marcia; disattenzione della federazione, i rimborsi non sono sufficienti; all’inizio di stagione è troppo presto, meglio alla fine; ma che dite, siete pazzi?; ben vengano le date di settembre; noi preferiamo ottobre; ma in autunno iniziano le maratone, …

Una sequela di lamentele, proposte, suggerimenti, progetti che regolarmente investono le alte sfere federali e i consiglieri addetti alla stesura del calendario e dei regolamenti appositi. La tela di Penelope mai arrivata a compimento.

Una formula, quella dei societari, che molto pomposamente è sempre stata etichettata come il momento in cui uno sport altamente individuale come l’atletica si fa squadra e unisce in un unico corpo atleti e dirigenti. Tutto vero? Probabilmente sì, visto l’affiatamento e l’attaccamento alla maglia dimostrato dagli atleti in queste occasioni. Quest’anno a vestire lo scudetto sono stati l’Athletic Club 96 Alperia (Uomini), e l’Atletica Brescia 1950 Metallurgica San Marco (Donne).

Qualche deviazione o forzatura si è registrata, pur non sfiorando il “fattaccio” dello scorso anno, quando a vincere fu una squadra letteralmente imbottita di atleti stranieri (lettoni) che mai avevano gareggiato dalle nostre parti. Ingaggiati unicamente per l’occasione. Tutto regolare, lo affermano alcune leggi europee che obbligano alla libera circolazione di lavoratori provenienti da Paesi aderenti alla UE (articolo 45 del Trattato sul funzionamento dell'Unione). Allora si tentò di percorrere vie legali per impedire ciò, ma a fronte di un ricorso della squadra in questione –, la Enterprise Sport&Service di origine campana –, la FIDAL fu costretta a ritornare sui suoi passi. Terra terra perse e fu costretta anche al pagamento delle spese legali, …

Insomma, un percorso, quello dei Campionati di Società, che a chiamarlo tortuoso è un eufemismo. Così ecco che lo stesso presidente Stefano Mei ha deciso di mettervi mano. Lo ha annunciato con una intervista ad hoc pubblicata sul sito della Federazione. Come, dove, perché, quando, quali miglioramenti applicare è ancora tutto da decidere: «È necessario affrontare con una visione riformista e di ripensamento di alcuni schemi, aggiornando le formule ai tempi attuali ed a ciò che ci aspettiamo dai vari campionati, al significato che vogliamo dar loro». Parole chiare, non per noi scusate, che vogliono dire tutto e niente.

Più avanti il presidente sembra voler meglio chiarire il concetto: «Con i Consiglieri Federali ed i miei collaboratori [quali? I nomi, please. NdR] abbiamo pensato ad una serie di possibili interventi, ne dobbiamo ora discutere nel dettaglio e predisporre il tutto in modo che il Comitato Nazionale sia messo nelle condizioni di valutare e deliberare nei tempi opportuni. L’idea è quella di istituire un tavolo di lavoro congiunto che coinvolga il territorio con un focus proprio sui CDS, che si riunisca a breve e possa discutere le proposte sul tavolo, compresi i numerosi suggerimenti che provengono direttamente dalle società».

Bene, attendiamo con ansia il termine dei lavori e il frutto di tali interventi, corroborati dai suggerimenti, nella speranza, speriamo non vana, di vedere finalmente il termine dell’opera prima dell’inizio dei prossimi Campionati. Quelli del 2023.

 

 

Cerca