- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Don Sergio, Grande di Spagna, e i suoi Hidalgos

PDFPrintE-mail

Lunedì 19 Settembre 2022

 

espana-22 

 

“Il basket italiano freme per i ragazzi che si sono battuti bene danzando con Pozzecco e i suoi bravi assistenti in un campionato europeo da brodo allungato, con ritmi che hanno mandato molti fuori combattimento, fisico e mentale”.

Oscar Eleni

Col sacco a pelo, cercando il silenzio, forse anche un rifugio, nei sotterranei, stile necropoli etrusca per l’abilità degli architetti restauratori, dell’ex palazzo milanese dei Bocconi in corso Venezia dove un tempo c’era anche il circolo del Milan calcio all’inizio dell’era Rizzoli. Rifugio antico fra ricordi sublimi, ma anche con sale dedicate a Warhol, Picasso, Fontana, Giacometti.

Cercare di nascondersi ha un senso in giornate dove le parole più dolci sono insulti, calunnie, minacce, promesse non mantenibili. Provare a cercare risposte nel sottosuolo mentre orde inseguono Simone Inzaghi cercando alleanza con quelli della Torino juventina che al momento dubitano della genialità dello stesso Allegri venerato non tanto tempo fa.

Una volta tanto alla Domenica Sportiva sulla RAI hanno detto cose giuste, condivisibili se ascoltate da chi promette sport “persino” nella scuola senza poter garantire aiuto dai presidi e da bilanci sempre poveri se devi rubare ore alla merenda. Purtroppo creatori, scrittori, ex campioni, lo hanno potuto fare in ora tarda come spiegavano gli occhi della Raffaelli e della pallavolista Sylla. Come al solito colpa del balun notturno che si gioca a fari accessi anche adesso che in troppi minacciano di toglierci il gas e anche la luce nel momento in cui dovrebbe arrivare davvero il freddo, anche se, lo confessiamo, ultimamente ci fidiamo dei meteorologi come dei virologi, degli autisti di autobus che guardano il calcio e non la strada come i drogati da telefonino in fuga dal facocero, di chi promette tutto sapendo di non poter dare niente, sicuri oggi, come domani, che dopo ogni catastrofe verrà fuori chi l’aveva detto prima, scoprendo in ritardo cosa dovevi fare ieri, sapendo che giustizia sarà fatta quando si troveranno aule di tribunale con personale adeguato, giudici disposti ad ascoltare e, magari decidere, un po’ come la scuola, in un Paese dove in troppi cercano di ricordare che con la cultura non si mangia, che ad ogni riapertura, con o senza banchi, denuncia la mancanza di almeno duemila, ma cosa dico, un tot, a Milano e in tante città, di insegnanti, non parliamo dei supplenti.

Si fa così anche nello sport. Zucchero filato scoprendo che abbiamo farfalle meravigliose nella ginnastica, sbalorditi che la Raffaeli pensi anche allo studio oltre ad allenarsi 8 ore al giorno. Ve lo diranno a pagina trenta, quaranta, dopo lacrime ciclistiche per Ganna miste all’oro nell’under 23 femminile, perché prima ci sono cose più importanti da far sapere. Esempio? il festival dello sport che celebra anche in non celebrati di ieri, ma che oggi hanno un passato per copertine e rotocalchi, il divorzio Totti dalla signora, quello sciagurato del Mancini che convoca 29 azzurrabili nella settimana in cui la serie A vorrebbe al capestro un altro paio di allenatori visto che il Monza ha trovato la prima vittoria in serie A dopo un “cambio coraggioso” tipo quello che già Galliani fece, seguendo intuizioni presidenziali, già al Milan con Sacchi. Perché stupirsi se non lo ha fatto Allegri che vede i nuovi acquisti o in chirurgia, o in infermeria, o in spogliatoio per espulsione?

Ora in questa festa italiana di fine settimana, delirio per il tennis della Davis liofilizzata, per le moto ruggenti, trovando poesia fra clavette, nastri, cerchi nell’arena di Sofia dove non poteva che essere Sofia Raffaeli – la regina diciottenne che sogna già Parigi 2024, una laurea in psicologia –, veniamo al nostro caro basket che era diventato così popolare con la Nazionale gioia e letizia di Pozzecco da sparire nelle brevi appena Azzurra gioiosa ha lasciato la scena. Per fortuna Sergio Scariolo, italiano?, beh sì, avvocato di Brescia che Riccardo Sales portò alla fonte battesimale prima che Pesaro lo incoronasse come allenatore prodigio con scudetto anche prima dei trent’anni, vincesse il quarto europeo alla guida dei suoi bellissimi espadas spagnoli contro la Francia del Collet che ci aveva beffati. Noi, come la Turchia ai supplementari, grazie a due tiri liberi falliti.

Ora questo Scariolo diventerà mainstore anche più del colonnello Gomel’skij che ai tempi dell’URSS e della Iugoslavia vinse sei volte. Lui, don Sergio, ha viaggiato molto fuori dai confini sentendo aria rancida in giro. La Spagna come culla, rifugio, università della vita per costruire una famiglia dentro e fuori dal campo visto che la sua compagna è stata una grande giocatrice, compagna della Gauer madre dei due Hernangomez che hanno illuminato la finale di Berlino, valorizzando le scelte di un tecnico che, nell’emergenza, è riuscito grazie a Garbajosa, ex grande di Spagna, ogni presidente federale, a far avere il passaporto in tempo all’americano della Georgia Lorenzo Brown che aveva conosciuto bene quando era vice a Toronto, nei giorni del miracolo canadese in NBA, che si ritroverà contro, come Milano, in Eurolega visto che lo ha tesserato il Maccabi prendendolo da Kazan fuori dal gioco come il CSKA.

Nei bilanci dello sport 2022 la Russia, prima e ancora oggi per doping, poi per la sporca guerra, lascia spazio a chi si fa bello dietro a tabelle incomplete.

Un po’ come succede al basket italiano che ancora freme per i ragazzi che si sono battuti bene danzando con Pozzecco e i suoi bravi assistenti in un campionato europeo da brodo allungato, con ritmi di partite che hanno mandato molti fuori combattimento, fisico e mentale. Mentre noi promettiamo gioia per le prossime qualificazioni mondiali, perché soltanto in quella fiesta umida si potranno avere i passaporti olimpici. Speriamo più facili da ottenere di quelli impiastricciati fra i vari diritti non riconosciuti a chi è nato qui, anche se lo sport ora è felice di averne nazionalizzato un buon numero. Basta che siamo bravi, anche se poi Chimizo il lottatore finisce nelle brevi per un bronzo, anche se aspettando il pass del triplista Diaz, pure lui cubano che promette oro, ci sentiamo più felici vedendo che Jacobs ha ripreso a muoversi senza problemi, fra i ragazzini, nella grande festa per un matrimonio pieno di musica, abbracciato alla sposa, ma anche a Tamberi in uno scambio di confetti che ha fatto certo più notizia dei campionati di società appena finiti nel silenzio.

Tornando al basket e alle sue amnesie vi diciamo che nel lamento per una uscita sfortunata dai quarti, ci si dimentica di far notare alla presidenza, ai signori allenatori, che questa Spagna su nove finali nel 2022 –, fra seniore e giovanili –, ha vinto 9 medaglie, e quattro sono state d’oro. Da noi? Checcefrega e checc’importa se nel vino ci mettono l’acqua. Sistema Spagna inimitabile? Beh, mettendo la testa sotto la sabbia e divertendosi se i pochi che possiamo portare in Nazionale sono finalmente felici senza quel Barbablù di Sacchetti o, in passato, anche del Messina, può andare bene così. Fra poco riprende il campionato, anticipato, rigorosamente in notturna, come vogliono le televisioni da share della mutua, per quella che chiamano supercoppa, sempre aspettando che l’Europa, anche dei club, torni ad accorgersi di noi come promettono Armani e la Segafredo Virtus di don Scariolo dove, al momento, però, sembra ancora vivere sotto la malefica maledizione che già l’anno scorso mandò in infermeria tanta gente.

Spagna con progetti migliori, come la stessa Francia, ma da noi si discute d’altro. Deve essere la burocrazia se un amico ti chiede un ritratto del sciur Gamba e dall’alto, anche se giuri di non voler compensi, pretendono la compilazione di carte che avvelenano l’esistenza anche più di quelle richiese da banche dove ti allettano, proponendo carte di credito che arriveranno col tempo sul tram della diffidenza.

In piedi per Rudy Fernandez, il capitano della Spagna, trentasettenne espada che ha vinto tantissimo fra Nazionale e Real Madrid, ma che si è davvero commosso alzando la coppa vedendo la felicità dei tanti esordienti lanciati nella mischia dietro il trio Brown, i fratelli Hernangomez, sul podio del quintetto ideale con re Giannis e il Gobert incatenato dalle zone miste spagnole e comandate dal vice di don Sergio in un lavoro di squadra che dovrebbe suggerire qualcosa anche qui da noi dove piace la vetrina, ma non si guarda se dietro ci sono soltanto ragnatele.

Berlino 2022 è stato il concerto alla ricerca dell’armonia di una squadra davvero sfavorita, un concerto che prevedeva anche bei violini solisti, ma che non poteva arrivare al risultato supremo senza il lavoro di tutta l’orchestra, come dovrebbe essere sempre lo sport di squadra, mandando a quel paese chi pretende soltanto gloria personale, che quando segna, o vince, dedica a tutti, meno a chi lo ha aiutato nel raggiungere il traguardo. Troppa gente da ringraziare? Forse a chi cura l’immagina interessa di più sapere se in giro ci si pettina, ci si tatua come il campione da portare in televisione, pazienza se poi diventerà zimbello o zerbino, basta che sia sotto i riflettori e non importa se l’allenatore brontola perché saltando tanti allenamenti la macchina atleta batte in testa o, peggio, si rompe.

Pagelle senza chiedere a Mancini di Zaniolo, contenti per lui se non ha pensato a Balotelli che in Svizzera, sembra, si dice, hanno scoperto non proprio in tuta e nella condizione giusta per andare al lavoro sul campo. Le solite calunnie direbbe il Pozzecco oggi beatificato perché ha saputo spiegare i suoi rientri portato a braccia dopo bevute riparatrici per lo stresso psicologico in una grande vita sportiva vissuta sempre con la fionda in tasca davanti a troppo Golia trinariciuti.

• 10 Alla SPAGNA delle 9 medaglie, fra prime squadre e giovanili, certo anche per i 4 europei vinti di fila, ma, soprattutto perché potrebbe indicare una strada se qui si rendessero conto come noi che nell’usa e getta di tanti stranieri visti e non ricordabili abbiamo sprecato denaro, aspettando che la NBA ci dica che il talento Banchero potrebbe rinforzare Azzurra lasciata sola da chi dovrebbe rassicurarla con giovani talenti cresciuti meglio, o magari seguiti da centri federali, persino mandati a maturare in scuole americane, o dove si pensa che possano crescere come ha fatto il Real con il nostro Spagnolo, ironia, rubato a chi pensava fosse più utile fare colazione in una summer league che occuparsi di cosa si fa in palestra.

• 9 più a Sergio SCARIOLO che forse faceva bene a chiuderci le porte degli allenamenti con Milano se, come all’Europeo, il suo lavoro in palestra, al video, ha permesso alla Spagna di intrappolare chi si era illuso di poter battere una squadra vera con giocatori sicuri di farcela uno contro cinque. Fotocopia di tanta NBA venduta come mecca, anche se i grandi allenatori americani in viaggio studio nell’europeo hanno ammesso che il messaggio dovrebbe far cambiare strade e mentalità.

• 8 A LAMONICA, nuovo messia degli arbitri, se alla prima riunione con allenatori e capitani riuscirà a spiegare bene cosa vedevano, o immaginavano di vedere, i direttorini di gara dell’Europeo che hanno inventato ogni tipo di antisportivo superandosi, persino nella finale, perché davanti ad un cronometro non riciclato con palla che aveva toccato il ferro, hanno sanzionato la Spagna e, in più, hanno anche dato un tecnico alla panchina per proteste. Ci è dispiaciuto (beh, non esageriamo) per i guai di Mazzoni, per non aver visto Lanzarini e Baldini almeno nella finale per il bronzo. Speriamo che li accolga l’Eurolega che porta alla scomunica nelle feste fibaiole.

• 7 A Rudy FERNANDEZ che, come MELLI, come chi ha lavorato davvero per il bene squadra indicando una strada ai bulletti che pensando di passare alla storia soltanto per una tintura nei capelli e un tiro da tre, magari di tabella.

• 6 Alla RAFFAELLI da 10 e lode se, incontrando, per caso dirigenti che non mancano feste o matrimoni, riuscirà a far capire che 15 mila euro per le sue medaglie a Sofia non servirebbero neppure per un buffet nelle case Italia dei vari Giochi o Campionati.

• 5 Ai grandi assi NBA che hanno dato luce all’Europeo se non ammetteranno di aver voluto giocare sempre o quasi da soli. Certo non avere in semifinale Jokic, Antetokounmpo, Doncic non è stato bello, ma la colpa è di chi non ha convinto i loro compagni a vivere insieme e non da sudditi condividendo lo stesso sudore sul campo.

• 4 A SKY che ha coperto benissimo l’europeo perché ogni volta ci viene il nervoso pensando al distacco con il campionato italiano. Capiamo il fastidio di dover trattare con chi confonde il risotto con deiezioni da giardino, ma, accidenti la passione della squadra, magari non tutta, avrebbe dovuto convincere chi sembra amare davvero anche il mondo fuori dal calcio.

• 3 A FONTECCHIO se partendo per lo Utah metterà in valigia l’amarezza dei liberi sbagliati contro la Francia invece di tutte le belle cose che ha fatto per farci capire cosa vuol dire portare un giocatore alla maturità, aiutandolo nel progresso tecnico, fisico e mentale. Lui, come POZZECCO, pensino invece a come sono stati trattati con affetto, magari dagli stessi che crocifissero SACCHI quando l’Italia del calcio perse ai rigori il mondiale americano col Brasile.

• 2 Al PONITKA polacco che dopo aver giocato un bellissimo europeo, anche se perdendo il bronzo all’ultimo atto, per questo contratto a termine (?) di due mesi con Reggio Emilia che ci rende ancor più sospettosi su certi rapporti fra società e agenti.

• 1 Alla FIBA che anche per il prossimo europeo cerca la formula multinazionale, allungando il brodo, sapendo che, come a Berlino, se non ci sarà la squadra di casa, si vivranno finali in una atmosfera da sagra senza santi da benedire.

• 0 A PETRUCCI, POZZECCO, MESSINA come capo degli allenatori, se prima che si inizi il campionato non ci spiegheranno perché la Spagna con tanti esordienti è arrivata ancora al titolo mentre noi non prendiamo una medaglia europea del 2003 e una olimpica, o mondiale, dal 2004. Non diteci che basterà Banchero.

 

Cerca