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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Duribanchi / Certo che il mondo e' proprio strano

Martedì 13 Settembre 2022


spissu 


“Una serata che noi viziosi di basket da tempo attendavamo. Diciamo che ce la siamo meritata. Onore ai nostri eroi. Onore al Poz. E mannaggia (mi costa, ma va fatto), onore anche a ‘Sughero’ Petrucci. E adesso vada come vada”.


Andrea Bosco

Per una partita di basket Milano-Cantù che mi aveva mandato fuori di testa, il caporedattore dello sport del Corriere d’Informazione, quotidiano del pomeriggio per il quale lavoravo, titolò con perfidia, sintetizzando il mio livore: “Giocano i migliori, dirigono i peggiori”. Avevo, allora amici nell’Olimpia e anche a Cantù. Aveva vinto Cantù, dove per il mio articolo non la presero bene, nonostante mi stimassero. In realtà ce l’avevo con un certo arbitro uso a fare (anche allora accadeva) il fenomeno, diventando protagonista, “oltre” quelli che stavano sul parquet e sulle panchine.

Vedendo la domenica zeppa di sport, automobilismo, basket, calcio e volley (anche tennis ma Sinner non c’era più) devo dire che il difetto sta sempre nel manico. La presunzione arbitrale di “interpretare”. Non di applicare le regole cum grano salis, ma di “interpretare”. Ergo di dare un “di più” personale che sconcerta chi guarda e chi subisce sul campo, ma che non porta a nulla. Non ad una maggiore comprensione. Non ad una maggiore affidabilità. Non ad un miglioramento del gioco e dei rapporti tra arbitri e resto della compagnia. Non a far capire ai tifosi che si può anche sbagliare: a patto di non diventare da coprotagonisti, le stars della pellicola.

Non starò a descrivere l’emozione che ho provato per la vittoria della nazionale di volley, sport che mi piace ma non mi prende completamente come accade per tutti quelli dove il “contatto” non esiste. Mio limite. Una volta un allenatore mi ha spiegato che proprio per questo probabilmente con una racchetta da tennis in mano non sono mai riuscito a combinare molto. Non che negli altri sport sia andata molto meglio. Ma un poco lo è andata.

SPISSU & Co. – Ho gridato come da anni non mi succedeva vendendo Spissu (bella presa, Brugnaro) e compagni fare il tiro a segno nel canestro dei serbi di Jovic. Ad un certo momento è arrivata in salotto mia moglie (che mi accompagnava alla partite della Reyer alla Misericordia: e che faceva più casino del sottoscritto) chiedendo: “ma che succede? Con chi ce l’hai?”. Ho risposto che stavo esultando perché l’Italia stava vincendo contro ogni pronostico. E perché un giocatore che a breve indosserà la canotta della Reyer sembrava improvvisamente essere diventato Steph Curry. Mi ha detto: “Ma Pozzecco è quello che giocava e faceva quelle incredibili cose a Varese con i capelli dipinti di rosso?”. Ho risposto che era lui. Allora mi ha detto. “Certo che il mondo è davvero strano. Mai pensato che uno così potesse diventare allenatore. Della Nazionale, poi. Di una Nazionale che sta vincendo con gli slavi”. Per mia moglie che ha lontane origini friulane, sono tutti “sciavi” quelli della ex Iugoslavia della quale, come ha ricordato l’Orso, è sopravvissuta nel torneo solo la Slovenia del mago Doncic. Prima di tornare in camera sua mi ha detto: “Chissà che casino starà facendo il tuo amico Oscar”. Le ho risposto: “Di sicuro”. E non ho avuto bisogno di verificare. Qualcosa a casa dell’Orso, per la disperazione della Zambon, certamente deve essere volata.

Una serata che noi viziosi di basket da tempo attendavamo. Diciamo che ce la siamo meritata. Onore ai nostri eroi. Onore al Poz. E mannaggia (mi costa, ma va fatto), onore anche a “Sughero” Petrucci. Vada come vada (meglio se andrà bene) con la Francia, gli va riconosciuto di aver visto giusto nella scelta. E senza Danilo Gallinari, senza il bambino Banchero.

VAR – Calcio nella bufera, Tanto per cambiare per colpa del VAR. Che avrebbe dovuto migliorare tutto e viceversa tutto ha peggiorato. Inutile sezionare gli episodi: dall’inizio del campionato è stata una odissea (e siamo solo alla sesta) di decisioni sbagliate, criptiche, faziose, assurde, incomprensibili. Gli uomini sbagliano, il VAR non può. Se la macchina sbaglia significa che la macchina non serve. Quindi: VAR a chiamata. Come accade nel tennis, nel basket e nel volley. Il calcio non può essere la Principessa sul Pisello. Non se lo può concedere. Ha vinto il Napoli a valanga in Champion’s contro il Liverpool. Ma le altre hanno fatto ... beh, lo sapete anche voi cosa hanno fatto. Nessuna esclusa. Quindi dal mio seggiolone malmostoso dico: “Forza Gasperini”. Spero vinca lo scudetto. Perché Bergamo lo meriterebbe. E poi perché Gasperini ha un brutto carattere, come il vostro scriba. Con la esse minuscola. L’altro, l’immenso Gianni, l’aveva giustamente maiuscola.

ARBITRI – Come quelli della Formula Uno che chiudono il Gran premio di Monza con la safety car. Una follia. Non è in discussione il risultato. Verstappen è un mostro più forte di Leclerc con una vettura migliore della Ferrari. E magari con un direttore sportivo migliore di Mattia Binotto. Ma per una ragione o per un’altra (o semplicemente perché, come sosteneva mio nonno Bepi, “el diavolo caga sempre sul monte più alto”), l’olandese trae sempre beneficio dalle decisioni dei giudici. La scorsa stagione ai danni di Hamilton sempre per una questione di safety car. A Monza idem. Non è in discussione il mondiale di Verstappen che ha già stravinto rendendo pura esibizione il resto della stagione. E’ in discussione il governo della F1 che fa veramente cagare. Sono un reperto da museo. Lo so che siamo in pochi a pensarla così. Dovete avere pazienza. Alla mia età capita anche di togliere il disturbo. Così, senza preavviso.

AL VOTO, Al VOTO … – Ancora una decina di giorni e poi questa rottura di scatole della campagna elettorale terminerà. Chiunque vincerà non sarà in grado di risolvere i problemi. Una cosa, tuttavia, mi conforta: Luciana Lamorgese sarà dirottata ad altro incarico, finalmente. Venga a Milano signora ministro dell’Interno. Venga a dare un’occhiata alla città. E poi ci dica se i cittadini devono essere costretti a vivere in questo modo: tra violenze e continue vessazioni. Non la rimpiangeremo, signora ministro.

Non so ancora per chi voterò. Attendo un segnale: uno straccio di programma che non sia aria fritta e quel libro dei sogni che tutti tendono a vendere.

Io vorrei che qualcuno dicesse che tenterà di ridurre il rapporto debito/PIL. Siamo al 150%. Beh, dovremmo arrivare al 100%. Diciamo in cinque anni per tornare credibili. E solvibili. Fatto il conto della buona massaia, ogni italiano dovrebbe pagare circa 15.000 euro. Più o meno la metà di quanto il Paese ha risparmiato negli ultimi dieci anni. Vorrei che qualcuno dicesse alla gente la verità, invece di prenderla per i fondelli. Confesso che per il calcolo mi sono fatto aiutare dal mio amico Paolo. Io non sarei stato in grado. Con i numeri ho sempre avuto (e continuo ad avere) un pessimo rapporto. Sayonara.

 

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