- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Proviamo a ballare al ritmo del Poz

PDFPrintE-mail

Lunedì 29 Agosto 2022

 

gallinari-22 


“Entrata in scena con le quasi lacrime del generale Pozzecco dopo l’incidente che ha tolto Gallinari dalla Nazionale che vuole sfidare l’Europa proponendo le scelte rischiose, ma coraggiose, di un allenatore che vuole sbalordire”.

Oscar Eleni

Sul lago Wakatitu, nell’Otago neozelandese per sapere da chi custodisce leggende maori se davvero i tutti neri del rugby, battuti in casa dall’Argentina, perdono per aver venduto la maglia allo sponsor, come dice il caro Pagnoni o soltanto perché hanno meno fame di prima. Al capo villaggio portiamo anche uno dei tanti libri del geniale Alessandro Bergonzoni non tanto per sapere se “il male minore è diventato maggiorenne”, se le “Balene restano sedute”, o, magari se ci sono in giro altri alberi della colpa oltre al Melo merito dell’ultima rubrica del bolognese sul Venerdì.

Voi, strangolati da problemi ben più grandi, convinti, come molti che ci mancherà il gas, l’ossigeno, il conforto di qualsiasi fede, sicuri che a vincere elezioni dove tutto fingerà di cambiare per non cambiare nulla, magari meglio se ripristineranno certe immunità da io sono io e voi non siete un cazzo, sarà il partito ombra dell’ “intanto io non voto” previsto al 37% percentuale neppure sognata anche da chi è sicuro di aver già vinto e canta chi vince si prende tutto come in Mamma Mia.

Il villaggio intero ci guarda sogghignando. Sanno che sto girando alla larga dal giardino preferito dove si gioca palla al cesto, fingendo di capire i copioni di chi governa i nostri grandi dell’atletica, anche se adesso, in ogni intervista, non manca mai il ringraziamento allo staff, lo fanno anche gli eliminati ai primi turni. Sappiamo tutto dei matrimoni, cominciando da quello della Pellegrini dove la pulce chiedeva insistente, ma come mai manca il cugino Magnini, perfidie degli stessi che si inginocchiano, giustamente davanti alla divina, descrizioni accurate di vestiti, regali, torte, invitati, certo più precisi di certi racconti su allenamenti, sedute video. Insomma siamo un paese dove la bocca è diventata buona persino in atletica, un’arena spietata dove il cronometro e il metro dicono del valore di una prestazione allora perché girare intorno al valore delle medaglie mondiali, europee, ai giochi del Mediterraneo, al campionato scolastico?

Non si trovano risposte e allora diamoci dentro con questo basket che entra sulla grande scena pochi giorni dopo la pallavolo, speriamo non traumatizzata dall’ex che ora si candida chiedendo di togliere soldi alla sanità per darli allo sport facendo divertire chi già scherza sulle pallonate come sui pugni presi per capire certe uscite.

Entrata in scena con le quasi lacrime del generale Pozzecco dopo l’incidente che ha tolto Gallinari dalla Nazionale che vuole sfidare l’Europa proponendo le scelte rischiose, ma coraggiose di un allenatore amatissimo dai suoi giocatori, uno che, come Sacchi, vuole sbalordire. Non abbiamo centri di qualità, pazienza, confonderemo gli avversari come faceva Muhammad Alì volando come farfalle, pungendo come api. Col Gallo il sogno poteva anche portarci lontano, senza di lui, menisco saltato, fuori due mesi, saltando anche la prestagione a Boston dove sognava di vincere, finalmente qualcosa da mettere sull’albo d’oro in una carriera dove ha guadagnato tanto, girato molto, trovando elogi e abbracci, oltre ai baci, ma senza gli scalpi che invece può vantare suo padre Vittorio, il gustatore nelle difese di Peterson.

Il Gallo che urla e non canta dal letto di ospedale, dice forza azzurri, lui crede ancora che possano stupire, magari perché, come noi, legge di cadute impreviste, di polemiche ormai note, domandandosi come la Germania può battere la Slovenia di Doncic, sapendo che gli arbitri FIBA, come ha detto Ataman dopo averle prese in casa dalla Serbia, non andranno mai a rivedere i quarti decisivi, sapendo perché scelgono certe parti e non tiriamo fuori la storia dei direttori di gara putiniani se l’Ucraina, in qualificazione mondiale, appena rimontata e battuta dall’Italia che la ritroverà al Forum per l’Europeo, appena bastonata e in fondo al gruppo non farà una gran figura.

Sappiamo come stanno le cose, ti alleni e a casa nessuno risponde. Così come sappiamo che non è tutto oro quel che luccica negli squadroni favoriti se la Francia le prende dalla Bosnia, se la Spagna perde un giocatore importante al giorno, ultimo Llull per la rabbia di don Sergio Scariolo che si traveste da torero Belmonte e annuncia una Rojas feroce nella sventura. Certo che Pozzecco fa bene a sperare, molte avversarie, magari la stessa Grecia di Ante il fenomeno, hanno dentro un bel virus da presunzione. Difficile armonizzare tutto, dipende dall’allenatore anche se il Poz sembra non credere al direttore d’orchestra che porta armonia, facendo sentire tutti importanti e non soltanto i primi violini. La sua storia di giocatore, bella anche se non virtuosa come dicevano i canoni e i cani intorno ai palazzetti, straordinaria in certi momenti, triste quando veniva lasciato fuori, non certo per un colpo sulle palle, da Nazionali che poi vincevano lo stesso perchè, come ha detto lui salutando i “tagliati” dalla rosa del Petrucci gongolans, non erano funzionali al gruppo. Un Poz alla Stallone o, meglio alla Cruis delle missioni impossibili. Gli è sempre piaciuto dire bestia a chi non lo capiva, non accettava le sue difese d’ufficio nei ristoranti di compagni che secondo lui erano trascurati da allenatori con una carriera piena di successi.

Ora che è sul brigantino Italia, amato alla follia da ogni componente del gruppo, i giocatori abbracciati e baciati anche quando non fanno benissimo, dal master e commander Recalcati che ora verrà cercato per sapere se ha voglia di essere il dopo Petrucci visto che o presidente ha confessato nella bella intervista sul Curierun al giganton (copy Grigo beato nel suo cielo) Dallera di non volersi ripresentare per l’ennesimo mandato avendo “già dato tanto al basket”. Intervista a cuore aperto dove il signore del Circeo nato nella stessa scuola draghiana, nella stessa città andreottiana, ha finalmente ammesso di essersi davvero comportato licenziando Sacchetti come i peggiori presidenti nei bar della serie A dove lui ha pure lavorato, i medesimi che, da presidente del CONI ha cercato, invano, di cambiare.

Ora perdendo il sesto uomo che tutti temevano e ci invidiavano dovremo sperare nella buona sorte, felici che Melli sia il capo ciurma, Datome il capitano, Fontecchio la vera rivelazione nata nella famiglia giusta, da lombi di campioni veri, sul campetto ricordato in bel servizio di Sportweek che ci ha stregato più delle copertine atletiche, della chiacchierata col Poz che non si nega a nessuno.

Ora, cari Azzurri, fate fremere la gente del Forum, evitando le partenze a occhi bassi, andate oltre le previsioni degli scettici blu come noi pronti ad accettare i vaffa regular size. Certo che se la Nazionale funziona magari anche alla RAI si chiederanno perché non hanno mai fatto una offerta decente alla Lega pur sapendo dalla riccanza del momento, Milano e Virtus, che avere le dirette in chiaro valeva più del contratto che secondo Baraldi, uno che se ne frega se agli altri non è simpatico, non paga neppure i pullman per le trasferte. Un sasso in piccionaia dove il falco Sardara, giustamente, gli ha fatto notare che forse, frequentare le assemblee è meglio che sparare dall’angolo del Pavaglione dove non si radunano i più intelligenti.

Lasciando aforismi e libri di Bergonzoni evitiamo di far sapere al villaggio che ci viene il magone ogni volta quando ricordando un grande artista ci viene in mete il Paolino che ora sembra sparito nelle isole, nato, insieme a Picchio Orlandi nella Fortitudo con la Effe davvero maiuscola di Lamberti e Parisini, Tesini imperante prima di Seragnoli, una società di contropotere che mai avrebbe firmato triennali con chi ha contribuito alla sua declassazione. Raccontando questo eccoci al tamburo per le pagelle di fine agosto:

• 10 Alla NAZIONALE del maghetto Poz se davvero come ha detto Gallinari salutandola ci farà vivere serate magiche. Ne abbiamo bisogno visto che dal 2004 non evitiamo i chiodi sul coperchio della bara sportiva.

• 9 A MELLI e FONTECCHIO che ci dimostrano come si può migliorare se gli esami non finiscono mai. Storie ed età diverse, ma battaglia contro gli stessi pregiudizi come direbbero in casa Armani sapendo che un giorno preferirono salutarlo piuttosto che ascoltarlo, stessa cosa per la nuova FONTE dell’azzurro basket prima alla Virtus e poi all’Armani degli erodi ancora rimpianti.

• 8 Alla PELLEGRINI, a JACOBS e a TAMBERI se ci prometteranno che non si sentiranno trascurati da chi ignorerà i loro staff, anche quelli matrimoniali, ricordando soltanto quello che di grande hanno fatto in gara.

• 7 Ad Arrigo SACCHI se troverà le parole giuste per far capire a Pozzecco, agli scettici, a chi considera più importante avere Van Basten che un buon allenatore, cosa vuol dire armonizzare gruppi con tanti primattori, come si porta la palla a chi deve segnare senza per questo sbilanciare una squadra. Una lezione per fare chiarezza.

• 6 Al glorioso meeting della Quercia nella Rovereto del caro Carlo Giordani che in copertina ha messo il trentino d’Etiopia Crippa facendo correre sul carro persino quei governanti che nel commento lo avevano considerato un viandante passato per caso in quelle Valli dove i coniugi Crippa hanno mostrato al mondo cosa vuol dire amare la gente senza differenza di pelle, religione o altre cazzate divisorie.

• 5 Al sindaco BRUGNARO; anima della Reyer che sta festeggiando i 150 anni,per non aver mandato in mona chi gli ha chiesto perché mette ancora soldi nello sport. Lui ci ha provato dicendo “perché mi piace”, ma questi non capiranno mai come spera De Raffaele delle sue avversarie ora che ha bonificato una Venezia intrigante.

• 4 A PETRUCCI se davvero si aspettava di sentire il popolo del basket implorare per farlo tornare anche dopo Parigi alla guida del movimento. Ha detto cose sagge al Corriere, ha fatto una cosa bella affidando gli arbitri a Gigi Lamonica, uno bravo davvero, sarà considerato di Gianni magnanimo dei bei giorni se eviterà di prendersela con chi ha messo a capo di un settore delicatissimo anche se ha dichiarato che deve molto all’Eurolega considerata da Petrucci e dai fibaioli il veleno.

• 3 Alle finestre di qualificazione mondiale infilate nelle costole di stagioni super affollate del basket da chi se ne fotte di tutto, basta che possa sedersi e comandare.

• 2 Alla RAI per questa mancanza di sensibilità verso il basket che ancor ci offende.

• 1 A BARALDI per aver tirato un sasso dove fa più male, dicendo cose giuste, ma, come dice Sardara, se hai delle critiche valle a fare in assemblea, non   urlando dai giornali.

• 0 A tutti quelli che ritrovando la DIAMOND atletica, dopo gare vere, dure, difficili, come agli Europei, avevano dimenticato che nei meeting, anche illuminati da un Duplantis o da velocisti super, lanciatori non solo grandi e grossi, il teatrino imposto dalla TV, molte volte sa di finzione.

 

 

Cerca