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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Il giovane re che colleziona primati

Sabato 27 Agosto 2022

 

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Tra le nove gemme della sua corona, al giovane Armand Duplantis manca curiosamente solo il record olimpico che con 6.03 è proprietà del brasiliano Thiago Braz. Ma riparerà presto, si può crederlo, Parigi è dietro l’angolo.

Giorgio Cimbrico

E’ mancato solo che qualcuno portasse un paio di bottiglie di vino bianco di Sion e un mazzo di carte per rendere rusticamente sublime l’atmosfera della gara in piazza di Losanna. Già così è stata perfetta, ed è il caso di ringraziare SKY, Nicola Roggero e Stefano Baldini per quelle due ore abbondanti, liete e lievi, senza interruzioni pubblicitarie, senza palleggiamenti tra reti dettate dai burocrati di servizio. 

Renaud Lavillenie si era portato i pargoli; Desirèe, la bella fidanzata di Duplantis, al fianco di papà Greg, si è fatta vedere nella zona dove era stata sistemata la panchina; Gimbo Tamberi ha fatto la sua comparsa e si è seduto in un angolo dopo aver scambiato un saluto con i colleghi. I bambini erano festanti e gli astisti hanno sfiorato, con un gesto che sembrava una carezza, centinaia di mani protese. 

L’atletica in piazza un viaggio per annullare il distacco che spesso corre in uno stadio. E non c’è di meglio degli astisti, confraternita autentica, lontana da ipocrisie di rito, priva delle isterie proprie di molti sprinter, per proporre una parentesi di semplice umanità, di ritorno, come insegnavano ai tempi delle versioni di latino, ai prischi costumi. 

Chiusa la parentesi, passiamo ad altro. Quelli che amano sentenziare e sono sempre molti sicuri di quel che affermano, avevano detto: senza Bolt, l’atletica brancolerà nel buio, non avrà più un punto di riferimento, un leader. E invece ecco Armand Duplantis che non ha il fisicone del giamaicano, che a volte ha persino un’espressione un po’ smarrita, che non recita da smargiasso, che è persino trasparente quando – raramente – commette errori, ma che, nessuno lo può negar, oggi è l’erede di Usain e, esaminati i documenti (novembre ’99, la data di nascita), interpreterà la parte ancora a lungo. 

Duplantis è così perfetto che può vincere una gara con trenta centimetri di vantaggio – capita spesso e proprio a Losanna è capitato – e nessuno si sogna di dire: uffà, che menata. Tutt’altro. Aspettano che salti e si divertono a calcolare a occhio di quanto è passato. Quanto valeva il 5.60 dell’altra sera? Più di 6.20, forse 6.30. E qui ci sono i primi semi di quella che, irrorata dal trascorrere del tempo, può trasformarsi in leggenda. Accanto, c’è la sua irriducibilità: 6.00 alla terza, dopo un errore lieve (un colpetto d’ascella) e uno più evidente; 6.10 alla terza, e solo allora ha fatto brillar e quei suoi occhi etruschi, stile Apollo di Veio. 

Il segreto di Duplantis non è un segreto: fa le stesse cose degli altri, ma molto più velocemente e soprattutto più semplicemente. Lui non scalcia quando arriva su in cima, non arrischia soluzioni acrobatiche. Il salto è sempre molto ordinato. In questo senso, il 6.21 di Eugene è stato un capolavoro. Una perfezione che potrebbe presto essere archiviata per lasciare il posto a un’altra. Chi capisce di salto con l’asta dice che arriverà a 6.30 e non si può che dar piena fiducia a chi esprime un’opinione nata dall’entusiasmo e dall’analisi. 

Sergei Bubka, che giovedì sera era in tribuna, rimarrà il campione che ha aperto una strada, ne ha percorso lunghi tratti, ha lasciato un patrimonio di 24 record del mondo. Nessuno, mai, potrà discutere la sua importanza storica, relegarlo al secondo posto. Armand Duplantis, più che l’erede, appare come un’evoluzione, coltivata in un giardino di casa da una passione famigliare che non l’ha oppresso ma lo ha spinto, piede dopo piede, verso azzurri spazi, che, da cittadino della Louisiana, lo ha trasformato in atleta dell’If Uppsala, in padrone di appartamento nella bella Gamla Stan, cuore della vecchia Stoccolma. Non una, ma tre corone, come nello stemma reale di Svezia, per il giovane re.  

 

 

Le gemme della corona di re Duplantis 

• Record del mondo assoluto: 6.21 Eugene 2022
• Record del mondo all’aperto: 6.21 Eugene 2022
• Record del mondo indoor: 6.20 Belgrado 2022
• Record dei Campionati Mondiali: 6.21 Eugene 2022
• Record dei Campionati Europei: 6.06 Monaco di Baviera 2022
• Record dei Mondiali indoro: 6.20 Belgrado 2022
• Record degli Europei indoor: 6.06 Torun 2021
• Record della Diamond League: 6.15 Roma 2020
• Record in gare in piazza: 6.10 Losanna 2022 

 

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