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I sentieri di Cimbricus / Un match da 500 milioni di sterline

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Venerdì 26 Gennaio 2022


fury 

C’era una volta il pugilato. Sul ring l’omofobo Fury contro il cosacco Usik, pugili dalle molte sigle: in palio, se si farà, il titolo taroccato dei massimi, grazie anche all’intervento della pay-per-view. Forse.

Giorgio Cimbrico 

Tyson Fury ha dato i sette giorni: “Entro il 1° settembre fatevi vivi con i soldi e così faremo il match. E quando parlo di soldi intendo 500 milioni di sterline. In caso contrario confermo quel che ho già detto: mi ritiro”. E’ parlar chiaro e soprattutto è parlar caro quando di mezzo ci può essere il più grande (???) spettacolo del mondo. 

Il Re Zingaro, un gigante attorno ai 2,04 per 125 o giù di lì e con nome e cognome che non possono che incutere timore, ha il gusto dell’eccesso ma un suo combattimento con l’ucraino Oleksandr Usik per la riunificazione del titolo dei pesi massimi un certo valore lo possiede, soprattutto perché per la sesta volta nella storia, e per la prima volta da quando il titolo è stato spezzettato sotto molte (troppe) sigle, si troverebbero di fronte due pugili imbattuti. 

Il controverso Fury è campione per la vecchia WBC, Usyk, che la settimana scorsa ha piegato per la seconda volta Anthony Joshua (che dieci anni sottrasse l’oro olimpico a Roberto Cammarelle con salace commento finale di Patrizio Oliva: “Ce l’hanno emesso nel c …”), è il titolare della WBA, della IBF e delle ancor giovani WBO e IBO, corone strappate allo statuario britannico ormai avviato al declino e in questo momento fuori dal giro astronomico. 

Frank Warren, il promoter britannico che ha ridato linfa e interesse alla boxe al di qua dell’Atlantico, sta lavorando alla creazione dell’evento e ammette che se Joshua contro Usyk, a Jedda – con generosa partecipazione degli sceicchi –, è stato un affare da 150 milioni per le sole borse dei combattenti (90 all’inglese, 60 all’ucraino, devastante negli ultimi tre round), “questa volta ci troveremmo di fronte a qualcosa di più grosso”. 

Non da 500 milioni di sterline, come spara a zero Fury, ma comunque da cifre astronomiche e da interesse vibrante: Usyk, riservista dell’esercito ucraino, è oggi un campione che fa notizia per la sua provenienza (e lui contribuisce presentandosi sul ring vestito da cosacco) e anche, non nascondiamolo, per le sue doti tecniche, proprio come il gigante Fury dalle battute omofobe, dai comportamenti eccessivi e politicamente piuttosto scorretti. 

“Mandate gli avvocati e tratteremo”, tuona Fury. Non sarà una cosa semplice, specie se Tyson intende mantenere la scadenza che ha dettato. Dove, innanzitutto? Chiedendo ancora ospitalità e intervento finanziario all’Arabia Saudita? O tornando sui luoghi (Wembley, Cardiff, lo stadio del Tottenham) che hanno garantito record di pubblico e di incassi? 

Qualcuno sta facendo i primi calcoli, legati soprattutto al ricavato della vendita del match pay-per-view (70 sterline o l’equivalente in dollari e euro per assistere da casa può essere la tariffa) da sommare ai diritti venduti alla miglior offerente, per superare già, in teoria, i 100 milioni. Rispetto a quanto si augura Fury siamo ancora molto lontani, ma è una base per iniziare la trattativa. 

 

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