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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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dall’ Ottocento al Fascismo
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Piste&Pedane / La medaglia del terzo uomo

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Lunedì 22 Agosto 202

 

crippa-monaco


Il sorpasso del ragazzo che crede in se stesso, terzo oro azzurro ed il solo ad aver vinto due delle 11 medaglie italiane: Yeman Crippa, radici etiopi e cuore trentino, fa storia e si laurea come l’uomo simbolo dei nostri Europei.

Daniele Perboni

Lo ha voluto, lo ha realizzato. Yeman Crippa finalmente si mette al collo un titolo continentale dopo un inseguimento iniziato allo stadio olimpico di Berlino nel 2018. Un primo “assaggi” lo aveva avuto il 15 agosto con il bronzo nei 5000. Uscito da quell’esperienza, che non lo aveva appago, aveva promesso di riprovarci. È stato di parola. È il francese Gressier ad aprire le danze, con un primo giro piuttosto veloce (1’02), così tanto per sfoltire il gruppone dei 26 contendenti. Poi l’andatura si è assestata su ritmi piuttosto blandi.

Poco dopo gli 11 minuti di corsa Yeman si fa vedere davanti. Ritmo vivace ma non trascendentale. Pochi minuti ed è il turco Kaya ad incaricarsi di guidare la “mandria”. Si passa. Ai 5000 in 13’54”. Decisamente lenti. Riecco Yeman davanti. Non gli piace stare intruppato. Sono ancora in tanti. Si scalcia, s’inciampa, si resta in pista per miracolo. Qualcuno deve assumersi la responsabilità di andare davanti e premere sull’acceleratore. Improvvisamente, al nono chilometro, ecco che il norvegese Mezngi, 36 anni e accreditato di 1h00’07” sulla mezza, si sveglia accumulando una trentina di metri di vantaggio.

SORPASSO – I giochi sembrano fatti. Dietro dormono, o sono “cotti”. Pietro Riva riesce ancora a tenere bene. Sembra il più reattivo dei due azzurri. E Crippa? È fuori dalle medaglie, preceduto anche dal francese Gressier. Ai 250 finali una scossa sembra attraversare il corpo del bronzo continentale, nonché primatista italiano. Pare di rivedere il Cova dei tempi antichi, quando, innestata la sesta, erodeva inesorabilmente terreno a chi stava davanti. Uscita dalla curva. Mancano 100 metri. Sorpasso e oro in cassaforte. Uno sguardo dietro per assicurarsi del successo e via ancora. Stop ai cronometri. Il tempo dell’attesa è finito. Dopo 27 minuti, 46 secondi e 13 centesimi esplode la gioia del ragazzo trentino, del tecnico Massimo Pegoretti e degli amici che lo avevano accompagnato in Baviera.

Il record dei Campionati resiste ancora. È da Praga 1978 che nessuno riesce a vincere il titolo europeo correndo più forte del 27’30”99 del finlandese Marrti Vainio. Secondo il norvegese (27’46”94), terzo il francese Schrub (27’47”93), quinto un ottimo Pietro Riva, allievo di Stefano Baldini, al personale con 27’50”51. 

L’obiettivo principale della stagione era il Mondiale di Eugene. Purtroppo una ventina di giorni prima un problema al piede lo ha costretto ad usare le stampelle per tre giorni ed a riprendere a correre dopo una settimana. Mondiale sfumato e mirino spostato sugli Europei. È andata di lusso, nonostante l’intoppo e una stagione non brillantissima. Costanza, dedizione e gran voglia di faticare lo stanno portando a reggere la concorrenza degli attuali grandi della specialità.

«Finalmente un oro, il primo a livello assoluto, dopo i tanti vinti nelle categorie giovanili. Ora posso dire con orgoglio di far parte del club delle medaglie d’oro».

MARATONA CHISSÀ – Ha rischiato di perdere una grande occasione però. «Vero, quando ho visto il norvegese andarsene ho ritardato un poco per andare a riprenderlo. Devo tirarmi le orecchie, ma volevo seguire il francese e ho rischiato. Poi ho capito che le gambe cerano e non serviva una grande fatica per riprenderlo. Lì mi sono gasato. Questa vittoria mi ripaga di una stagione un po’ storta. È una ripartenza».

«Inevitabilmente il destino di Yeman è sulla mezza e sui 42 chilometri – afferma Antonio La Torre – Cerco di frenarlo un poco per “tenermelo” buono per la pista ancora qualche anno. Tutti i suoi primati in pista sono migliori di quelli che aveva Baldini, ma questo non significa che sarà un grande maratoneta. Abbiate pazienza».

Più che felice anche Pietro Riva: ««Sono partiti fortissimi, stavo bene, e mi son detto “meglio così, li raccoglierò uno a uno”. La gara è iniziata ai settemila e sono più che soddisfatto di come mi sono mosso».

BRONZO – La medaglia che non ti aspetti. Se una ragazza la perde altre quattro sono lì, fameliche e pronte a raccoglierla: Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese balzano sul bronzo (42”84) alle spalle di una scatenata Germania (42”34) e di una Polonia (42”61) che firma il record nazionale grazie anche all’ultima frazionista, Swoboda, cronometrata in 10”18.

Ecco i parziali delle ragazze:
• Germania: Burghardt 11”64; Mayer 10”15 (21”79); Lückenpemper 10”11 (31”98; Haase 10”36 (42”34.
• Polonia: Skrzyyszowska 11”51; Kielbasinska 10”24 (21”75); Popowicz-Drapala 10”68 (32”43); Swoboda 10”18 (42”61).
• Italia: Dosso 11”51; Kaddari 10”46 (21”97); bongiorni 10”51 (32”48); Pavese 10”36 (42”84).

ELENA E SIMONE – Cinque salti per Elena Vallortigara. Due “buoni” (1.82, 1.86), tre nulli (1.90). Peccato per lei, per tutti, per il medagliere. Anche in questa occasione qualcuno si era illuso che il miracolo di Eugene (terza) si ripetesse. Ma i miracoli sono tali proprio perché sono unici. C’è chi lo ha insegnato un paio di millenni addietro. Spiace, soprattutto per Elena, nona alla fine. Vince l’ucraina Mahuchikic con 1.95, a pari misura della montenegrina Vukovic. Terza la figlia diciassettenne di Dragutin Topic, Angelina, già eroe a Spalato ‘90, elevatasi a 1.93, ma con un personale di 1.96 ottenuto nel giugno scorso.

Il cuore oltre l’ostacolo per Simone Barontini, settimo (1’45”66) che si è preso il lusso di andare davanti a “tirare”, dopo un passaggio di 52”42 ai 400, per ravvivare una finale che si stava trascinando un po’ troppo lentamente. Purtroppo per lui quando gli altri hanno acceso le polveri si è spento lentamente ottenendo, comunque, il record personale. Deve lavorare ancora molto, ma pare sulla strada giusta. 

MEDAGLIERE – Ecco quello finale (ordinato in base al numero degli Ori): 1. Germania 16 (7/7/2); 2. Gran Bretagna 20 (6/6/8); 3. Spagna 10 (4/3/3); 4. Grecia 5 (4/1/0); 5. Olanda 6 (4/0/2); 6. Polonia 14 (3/6/5); 7. Italia 11 (3/2/6). In totale sono salite sul podio 29 nazioni.

Foto FIDAL COLOMBO / FIDAL

 

25. Campionati Europei
Monaco, Olympiastadion – 1540 Atleti, 47 Nazioni, 50 Gare
15/21 Ago 2022 / 7ª Giornata (21 Agosto)
(Podio e italiani tra i primi 8)

• Uomini
800 [21]
1. Mariano Garcia (Esp) 1’44”85
2. Jake Wightman (Gbr) 1’44”91
3. Mark English (Irl) 1’45”19

7. Simone Barontini 1’45”66 [PB]
 
10.000 [21]
1. Yemaneberhan Crippa (Ita) 27’46”13
2. Zerel K. Mezngi (Nor) 27’46”94
3. Yann Schrub (Fra) 27’47”13

5. Pietro Riva 27’50”51 [PB]
 
4x100 [21]
1. GBR (J.Azu, Z.Hughes, J.Efoloko, N.Mitchell-Blake ) 37”67 [CR]
2. FRA (M.M.Zeze, P.Mateo, R.Zeze, J.Vicaut) 37”64
3. POL (A.Brzezinski, P.Słowikowski, P.Wykrota) 38”15
 
Giavellotto [21]
1. Julian Weber Ger) 87.66
2. Jakub Vadlejch (Cze) 87.28
3. Lassi Etelätalo (Fin) 86.44
 
• Donne
100H [21] -0,1
1. Pia Skrzyszowska (Pol) 12”53
2. Luca Hozák (Hun) 12”69
3. Ditaji Kambundji (Sui) 12”74
 
4x100 [21]
1. GER (A.Burghardt, L.Mayer, G.Luckenkemper, R.Haase) 42”34
2. POL (P.Skrzyszowska, A.Kiełbasinska, M.Popowicz-Drapała, E.Swoboda) 42”61
3. ITA (Z.Dosso, D.Kaddari, A.Bongiorni, A.Pavese) 42”84

Alto [21]
1. Yaroslava Mahuchikh (Ukr) 1.95
2. Marija Vukovic (Mne) 1.95
3. Angelina Topic (Srb) 1.93

 

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