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Piste&Pedane / Oregon 22 (8): "Ci vedremo in finale"

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Venerdì 22 Luglio 2022


bello-22

 

Un programma troppo dilatato, qualche vistoso “buco” tra gli spettatori, un marcato calo di audience televisiva: ci si comincia a chiedere se valeva la pena di investire un’ottantina di milioni di dollari per portare i “mondiali” negli USA.

Daniele Perboni

Calano, calano le palpebre. Inesorabili, subdole, insistenti. Resistiamo davanti allo schermo, nemico inesistente, impalpabile mentre il resto della famiglia dorme. Novello Drogo nella fortezza Bastiani. L’attesa sugli spalti deserti non è vana. Gli ultimi quindici minuti ci han fatto aprire gli occhi oltre il cancello. Non siamo ancora arrivati a Durango ma là in fondo appare il profilo di una ragazza vestita di giallo. Shericka Jackson si prende il lusso di strapazzare le graduatorie stagionali e mondiali.

Con 21”45/+0,6 (11”04+10”41) si porta a 11 centesimi dal discusso 21”34 della Griffith-Joyner di Seul 88. Damigelle d’onore di gran razza le “signore” Shelly-Ann Fraser-Pryce con capelli sempre più colorati: 21”81 (11”03+19”78) e la britannica Dina Asher-Smith (22”02 / 11”08+10”94).

Il botto finale lo piazzano tre ragazzoni Star&Strips. Noah Lyles esplode con un 19”31/+0,4 (10”15+9”16), portandosi a soli 12 centesimi dal mitico Usain Bolt. Sulla scia ecco Kennedy Bednarek (19”77 / 10”26+9”51) e Erriyon Knighton a 19”80 (10”31+9”49). Tanto basta Maddalena non siamo ancora a Durango. Riposiamoci.

Sulla pedana del giavellotto si consuma il “dramma” di uno dei migliori specialisti degli ultimi anni, 4 volte oltre i 90 metri, con un picco di 92.06 nel 2018 e argento agli ultimi Europei di Berlino. Tre nulli in qualificazione per il trentenne tedesco Andreas Hofmann, quest’anno piuttosto sottotono con un miglior lancio a 87.32, in una stagione non certo esaltante per i migliori specialisti. Solo due oltre i 90 metri: Anderson Peters (93.07), grenadino campione mondiale in carica e il ceko Jakub Vadlejch (90.88).

AZZURRI – Colpiti da improvviso benessere ci ritroviamo con due ragazzi nella finale del triplo. Uno è di casa da queste parti. Si allena su questa pedana e sa come muoversi all’interno dell’Università. Nel 2021 è atterrato sul titolo NCAA sia indoor che all’aperto, ripetendosi quest’anno sotto tetto. “Solo” secondo all’aperto. A Emanuele Ihemeje bastano solo due salti per portare a casa la qualificazione: 17.03/+0,4 e 17.13/+1,1. «Ora testa alla finale e ci divertiamo».

Anche Andrea Dallavalle non delude le aspettative di chi ha puntato qualche dollaro su una ottima prestazione. Con 16.86/+0,7 è terzo nel suo gruppo e quindi lo ritroveremo in finale. Bocciato Tobia Bocchi con 16.58/+0,2.

Come si dice in alcuni casi? Se la fortuna è cieca la sfiga, al contrario, ci vede benissimo. Banale, scontato? Vero. Nel caso di Elena Bellò non tanto (nella foto FIDAL). Nel momento clou, all’uscita dell’ultima curva, mentre si stava portando in seconda posizione, alle spalle della britannica Hodgkinson, che vincerà in 2’00”88, viene coinvolta da una caduta, avvenuta alle sue spalle, che quasi la getta a terra. Non succede ma la gara è compromessa. Sbilanciata e attardata finisce sesta in 2’02”78. Un crono che sino allo scorso anno sarebbe stato fra i suoi migliori tempi stagionali. Di fatto eliminata, passano direttamente le prime tre. Veloce ricorso e altrettanto repentino, e giusto, ripescaggio.

Dalle nostre parti il Tecuceanu della semifinale (4º in 1’46”31, eliminato) verrebbe apostrofato sbrigativamente con l’espressione fra il canzonatorio e l’ironico, leggermente tendente all’offesa l’è un ciula. Forse la più facile delle tre eliminatorie poteva essere alla sua portata. E invece no. Il ragazzo, pur ancora immaturo tatticamente, vuol fare il David Wottle di turno. Peccato gli manchi il cappellino e, soprattutto, la classe dello statunitense, oro ai Giochi di Monaco 1972 alla stessa età di Catalin.

Bello pimpante in fondo al gruppo. Non ha ancora la “tenuta” per reggere ad un primo giro di una certa intensità (51”91 dello svedese Kramer che poi crollerà arrivando settimo in 1’46”71) quindi è giudiziosa la sua condotta. Campana. Si porterà nelle prime posizioni? No. Sempre lì in fondo. È fuori dai giochi. Ultimi cento. Si sveglia. In ritardo. Si lancia furente e recupera, recupera, recupera (vi ricorda qualcuno o qualcosa?). Ha vinto. No. Quarto. Un simpatico vaffa se lo merita?

 

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