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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Piste&Pedane / Oregon 22 (2): E venne il giorno del giudizio

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Sabato 16 Luglio 2022


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Prima giornata con larga sufficienza. Per uno strano gioco, i due big subito all’opera: primo turno superato con affanno per “Gimbo”, da rivedere Marcell appena decimo con qualche timore muscolare. Oltre le attese Trapletti e la “mista”.

Daniele Perboni

E venne il giorno, … Tranquilli non vogliamo tediarvi con la spiegazione dell’omonima pellicola del 2008, che si beccò ben quattro nomination ai Razzie Awards come peggior film, peggior attore protagonista, peggior regista e peggior sceneggiatura. La nostra intenzione, più semplicemente, è narrarvi alcune “gesta” dei più attesi protagonisti azzurri nella prima giornata dei 18.mi Mondiali iridati. 

TAMBERI – Apertura in mattinata con la qualificazione dell’alto. Sul palco, fra i numerosi pretendenti al trono, anche Gimbo Tamberi, reduce dai ben noti problemi tecnici, fisici e di “compatibilità” con il padre allenatore. Qualificazione fissata a 2.30. Si parte a quota 2.17, superata alla prima. Idem alla successiva di 2.21. È a 2.25 che iniziano i problemi, dove Gimbo deve ricorrere alla terza prova. Sembra fatta. Non è così. In tanti la superano, dunque serve salire a 2.28. Altri tre salti e, finalmente, l’obiettivo è raggiunto. Ma che fatica! 

«Oggi è stato molto difficile – le dichiarazioni di Tamberi agli organizzatori – Mi aspettavo di avere qualche problema a causa di molti inconvenienti, ma alla fine sono entrato in finale perché sapevo di poterla afferrare e quanto ho lavoravo per questo risultato. Anche se non sono contento della mia tecnica, sono felice di essere in finale e forse potrò mostrare qualcosa di meglio lunedì. Sono così motivato perché non ho mai vinto un campionato del mondo all'aperto. Questa manifestazione è l'ultima grande corona che manca alla mia collezione. Naturalmente quest'anno è un po' più difficile essere al vertice dopo la medaglia d'oro di Tokyo, ma voglio davvero rimanere concentrato per cercare di gareggiare al meglio. Guarderemo il video della gara per cercare di capire cosa non ha funzionato. Quello di cui sono felice è che dal primo all'ultimo salto ho continuato a migliorare tecnicamente. All’inizio, infatti, ero veramente “terribile”, poi passo dopo passo sono migliorato. Non ero certo al massimo… quindi in finale spero di iniziare dall'ultimo salto e di continuare a migliorare. La finale sarà una battaglia difficile e servirà tirar fuori le unghie».

Nulla da fare per Marco Fassinotti, eliminato a 2.25. 

Sulla stessa lunghezza d’onda il qatariota Barshim: «È stato bello andare là fuori ed esibirsi. Il compito oggi era arrivare alla finale. L'ho fatto, quindi sono felice. Congratulazioni a Tamberi e a tutti gli altri che sono arrivati alla finale. Metà del lavoro è fatto. Ora voglio solo buon cibo, recuperare e combattere in quel giorno». 

JACOBS – Effetto notte nello stivale, le 19.11 a Eugene quando è il turno di Marcell Jacobs, schierato nella quarta, di 7, batteria. Soliti gesti scaramantici, approccio lento ai blocchi. “Primato personale” nel tempo di reazione, (0,110). Primi venti metri abbastanza convincenti poi… Quello che sta correndo in pista non è “il solito” Jacobs. Una controfigura? Quello lì non apre le falcate potenti e reattive come quell’altro. Alla fine è secondo in 10”04/+0,2, preceduto dal giovane giamaicano Seville (9”93).

Là fuori, però, è scoppiata la tempesta. Chi corre in casa e l’anno passato è stato scottato da questo italiano sconosciuto, a detta loro, ha il dente avvelenato. Vogliono il podio, vogliono tutto. Inizia Bracey con 10”05/-0,1, poi Kerley innesta il turbo e stampa un fantastico, 9”79/+0,1. Bromell non si scompone e finisce in un più che eccellente 9”89/+0,6. Anche il giovanissimo Tebogo del Botswana non ha timori reverenziali. Vince il suo turno con il nuovo record mondiale juniores: 9”94/+1,1. E si finisce con Coleman, non certo il migliore degli statunitensi. Vince sì, ma con un normale 10”08/+0,5, lasciando a 4 centesimi il canadese De Grasse. Sarà dura, molto dura superare indenne la tempesta.

«Un passo alla volta – dichiara Marcell con un viso piuttosto scuro e preoccupato – Ora fisioterapia e poi vedremo. Certo che faticavo ad andare avanti». Fine delle trasmissioni, dribbla elegantemente le televisioni estere e fugge. 

20 KM – Ore 13.10 locali. Il sole picchia forte e le ragazze della 20 km di marcia se ne stanno tutte al sole ad attendere lo sparo. E dove potrebbero stare se in tutto il campo di gara non si trova un filo d’ombra? Ci sono 25 gradi con 43% dì umidità (27 gradi/39% all’arrivo). Non certo un clima impossibile ma neppure l’ideale. Si poteva fare qualcosa? Magari un nebulizzatore per alleviare la fatica oppure anticipare di qualche ora la partenza. Dimenticavamo: la marcia è fastidiosa, occupa spazio (televisivo), è poco appetibile (così affermano molti alti papaveri di W. A.  E del Ciò), fors’anche brutta a vedersi. Accontentatevi se vi accogliamo nelle nostre manifestazioni sembrano dire gli organizzatori yankee. 

Si parte e la peruviana Garcia Leon si piazza davanti a tutte, senza che nessuna delle altre riesca a schiodarla dal trono. Vince in 1h26’58 (RN) schiantando la resistenza della polacca Zdzierlo (1h27’31 in rimonta) e della cinese Qieyaang (1h27’56) che aveva avuto l’ardire di seguirla su ritmi forsennati. 

Sorpresa! La in fondo, si intravede una maglia azzurra indossata da una ragazza magra e dinoccolata. È Valentina Trapletti, milanese doc, allenata da Alessandro Gandellini, a sua volta seguito dall’attuale D. T. Antonio La Torre. Con una gara giudiziosa finalmente c’entra un piazzamento di prestigio: ottava in 1h29’54, a soli sette secondi dal personale datato 1° maggio. 37 anni compiuti il 12 luglio, sei titoli italiani spalmati fra 10, 20 e 3.000 indoor. «Mi aspettavo una gara più tranquilla, ma davanti andavano veramente forte, così ho cercato di controllare e non ho sbagliato. Contentissima del piazzamento, però mi scoccia non aver centrato il personale. Ma è facile andar forte a 20 anni, difficile farlo a 37». Fra le prime otto è la seconda europea. Un buon auspicio per gli Europei d’agosto. 

Partite 39, arrivate in 36 con due ritirate e una squalificata: Nicole Colombi. 

ALTRI – Piazzamenti modesti, nettamente sotto tono rispetto alle prestazioni stagionali, dei marciatori Fortunato (quindicesimo, 1h22’58) e Picchiottino (trentaduesimo, 1h28’33). Passano il turno Ahmed Abdelwahed nelle Siepi (8’21”04), Gaia Sabbatini nei 1500 (4’07”82), Sara Fantini nella martello (72.38), Nick Ponzio nel peso (21.35), arenatesi nell'asta Bruni e Molinarolo. Ottima anche la settima piazza della “mista” 4x400: 3’16”45 (Benati, Folorunso, Lopez, Mangione), quasi tre secondi in più del crono ottenuto in una bella batteria (3’13”89).

 

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