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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Fra le povere gazzelle di Grant

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Lunedì 13 Giugno 2022

 

sacchetti


Che non si esaltano se i telecazzisti ti dicono che devi esaltarti. Non chiedeteci poi del basket scudetto. Se le danno e se ne dicono. La testa dei giocatori, dei protagonisti, soffre la grande tensione. Viva chi riesce ad essere bravo.

Oscar Eleni

Fra le gazzelle vegetariane di Grant che cercano di sopravvivere fra Tanzania, Sudan insanguinato e crudele, le terre dei Masai. Non bevono e non votano ai referendum come moltissimi. Non si esaltano se i telecazzisti ti dicono che devi esaltarti. Capiscono che nel calcio si può fare notizia e trovare simpatia se hai fatto il muratore come Gatti, il nuovo Chiellini, se apprezzi la vita limpida e non tatuabile del Raspadori. Diverso il momento in cui devi giudicare stile di gioco o di vita.

Bellilla la nuova Italia del pallone manciniano, turbolenta quella rappresentata dal Donnarumma che prima viene considerato “eroico” perché sta in porta anche con dita incerottate, diciamo come tantissimi professionisti, dal basket al volley, da Berrettini a Murray, ma poi usa male i piedi nei rinvii e quando insegue un presunto tifoso milanista che dopo il pareggio con gli inglesi gli rinfaccia di aver scelto Parigi “tradendo” il diavolo.

Urla belluine per capire cosa non va nella Ferrari, magnifica quando cerca la prima fila, pessima quando la perde coi motori in fiamme.

Non chiedeteci del basket scudetto. Se le danno e se ne dicono. Stanno facendo cose buone e altre pessime. La testa dei giocatori, dei protagonisti, soffre la grande tensione. Viva chi riesce ad essere bravo. Ne parleremo a bocce ferme. Per adesso si nota la banda degli imitatori e dei dirigenti assetati da “colpi” mirabili negli anticipi sul mercato anche per Armani e Segafredo, le ricchissime che stanno facendo benissimo al basket, anche se al Forum è andata più gente che alla Fiera bolognese mettendo contro i galletti delle due società, perché quelli bolognesi, accusati di non aver avuto il pienone che Milano si è goduta al Forum fuori di mano, hanno subito precisato che a Bologna succede perché tutti pagano.

A Milano no? Diciamo che ci sono forse più ingressi scontati per i tesserati delle società che hanno sposato il progetto tecnico dell’Olimpia dove intanto si sono accarezzati le penne per il titolo italiano con gli under 15 che con nostro stupore non sono seguiti, per fortuna, o per esagerazione, da un solo tecnico ma da una squadra di giovani allenatori, fisioterapisti, medici. Evoluzione che dovrebbe aiutare, far nascere davvero giocatori nuovi che amano più l’allenamento del telefonino e come diceva il Rubini il valore di un vivaio si definisce con il numero dei giocatori che arrivano in serie A, non coi titoli giovanili dove abbiamo visto anche grandi preferire difese tattiche a fondamentali ben eseguiti.

Basket che intanto saluta il ritorno in serie A di Verona guidata dal livornese Ramagli, avranno acqua benedetta in quella regione se spesso a vincere sono i toscani come il Baldini che ha riportato in serie B il Palermo calcio nel giorno in cui gli scrutatori ai seggi non hanno avuto la visione che aveva rimesso su strada 200 spazzini della Roma invasa dal rifiuto di reciproca civiltà di troppa gente, cominciando dai medici che hanno servito i “malati” nel momento in cui dovevano lavorare per la comunità.

Già, la comunità. Ci si pensa sbraitando per un voto. Nella gestione dello Stato, ma anche delle Federazioni.

Voti a rendere per un lunedì governato da Scipione che ci fa piangere e sospirare nel sudaticcio.

• 10 A SACCHETTI allenatore defenestrato con poca classe dal pontifex Petruccius ex sindacus e pretore fra CONI e Supercalcio, per aver fatto gli auguri al suo figlioccio POZZECCO il successore che al momento sembra aver convinto soltanto DATOME a tornare in Azzurro aspettando che da qualche santuario gli facciano sapere che l’Italia ha ritrovato giocatori per garantirsi un centro di gravità permanente.

• 9 A VERONA, ma anche a UDINE per la loro bella finale promozione nel basket di A2 aspettando il verdetto fra Scafati e Cantù. Bravo RAMAGLI e bravo BONICIOLLI che ora non ha fretta di sapere se il suo lavoro è stato apprezzato davvero come si fa quando la coscienza è a posto e il campo ha detto che oltre il sogno non si poteva andare.

• 8 A JACOBS, TORTU, TAMBERI se ci assicureranno di pensare soltanto al lavoro sul campo allontanando i tatuatori seriali, quelli che li vorrebbero sempre in vetrina, gente che certo li ha allontanati dall’indifferenza di un mondo calciocentrico, magari anche facendo guadagnare il giusto, anche se i premi degli ori olimpici sono pari al gettone per il passaggio al terzo turno nel tennis che ai vincitori di grandi slam regala milioni. Da qui la scoperta che avere figli bravi in “sport minori” non aiuta, meglio golfisti anche da gruppo due o magari calciatori diciamo almeno da serie B perché più giù si prende pochino per dire mi faccio anche una famiglia.

• 7 A COSTA MASNAGA femminile e STELLA AZZURRA maschile per aver vinto i titoli under 19 in un basket dove curarsi del vivaio non fa quasi mai notizia. Ai vertici di molti sport sono convinti che i campioni li porti sempre la Befana, mai la fatica delle società di base.

• 6 Al nuovo staff tecnico di POZZECCO per Azzurra fremebonda. Oltre al confermato, meritatamente, GALBIATI, la grande novità POETA appena uscito dal campo dopo belle stagioni. Allenatore ad honorem secondo il concetto che i giocatori non hanno bisogno di corsi, strade per imparare come si sviluppa un progetto tecnico, si costruisce un giocatore. Loro, gli ex bravi, possono saltare la scuola elementare, le medie, magari anche il liceo. Insomma è così che la pensano là dove si puote.

• 5 A PESARO per non aver convinto BANCHI a restare, a DELLA VALLE che per ringraziare Brescia di averlo rilanciato davvero si è subito svincolato dal contratto. Ci saranno delle ragioni, anche se non riusciamo a capire.

• 4 A Fefe DE GIORGI anima grande del volley di ieri con Velasco, di oggi con una nazionale con belle facce nuove, perché rimanendo confinato in albergo ad Ottawa, per il covid, ha insinuato nei soliti noti l’idea che si può vincere, tipo con l’Argentina, anche affidandosi ai vice. Pericoloso in ambienti dove il piccolo mondo del coro “io pago” affonda sempre le unghie sull’ allenatore.

• 3 Alla SLOVENIA se davvero metterà in campo DONCIC, DRAGAN e CANCAR il 25 a Trieste quando si inaugurerà il pontificato di POZZECCO accompagnato alla benedizione urbi et orbi dal maestro RECALCATI che già potrebbe scrivere un libro sul suo genio della lampada, nel molto bene ricevuto, nel poco male sopportato quando in allenamento sbatteva le porte.

• 2 A MESSINA e SCARIOLO, protagonisti della finale scudetto nel basket, se non riusciranno a spiegare ad invidiosi e allenatori da tribuna che non è vero quando si dice che il dramma di molti stati società è quando si scopre che soltanto taxisti e parrucchieri sanno davvero come si dirige uno Stato o una squadra sportiva.

• 1 Alla LEGA basket sempre alla disperata ricerca di una televisione che possano vedere tutti senza pagare troppo, magari niente, perché ha fatto capire a chi crede ancora nella carta stampata, anche se le edicole chiudono e le copie vendute diminuiscono come le presenze ai seggi, che loro se ne fottono: giocate all’ora che volete. Meglio tardi così imparano i direttori e i capi servizio che al basket danno sempre “poco” spazio.

• 0 Ad EUROSPORT, RAI e SKY che stanno coprendo benissimo le finali del basket, lo sport non calcio, l’atletica, il ciclismo in qualsiasi salsa, golf o freccette, canoa e ginnastica, pallanuoto o sollevamento pesi, perché ci costringono a scegliere e dare voti a bravi commentatori e perfidi imbonitori. Avere più di un televisore non è facile. Bravi lo stesso, ma dal cuore crudele.

 

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