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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Quel brutto pomeriggio triestino ...

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Mercoledì 1° Giugno 2022

 

tamberi-ostrava 

Come d’abitudine, della faccenda di Tamberi al Grezar – salto o non salto? – si sono impossessati i social ed il risultato (in tutti i sensi) ne è uscito un po’ edulcorato. Si poteva evitare. Nel frattempo, in Via Flaminia, …

Daniele Perboni

Sgombriamo subito il campo da dubbi di sorta. “Gimbo” Tamberi è un patrimonio nazionale e, come tale, va difeso, sostenuto e protetto, alla pari di un rinoceronte di Giava. Detto questo, lasciateci esprimere alcune considerazioni sugli avvenimenti degli ultimi dieci giorni. Il “panda” in questione gareggia a Trieste il 28 maggio, sabato. Il giorno prima partecipa alla consueta conferenza stampa di presentazione. Dunque è presente in loco. Si “affaccia” al Grezar, il campo deputato per la gara, e in tenuta estiva si esibisce in alcuni salti di prova.

Come si usa dire in gergo “sgambetta” un poco, giusto per non restare inattivo, rendendosi perfettamente conto, da vero professionista quale è, delle condizioni in cui versa la pedana. Sui social e sulla stampa tutto tace. Foto, baci e abbracci. Unica richiesta del patrimonio nazionale l’anticipazione della gara causa maltempo previsto per l’indomani. Richiesta più che legittima e giustificabile.

Arriva il gran giorno ed ecco che lo scenario muta radicalmente. Forte vento di Bora, “Gimbo” chiede di spostare i materassi dalla sede originaria per non incorrere nelle ire di Eolo. Accontentato. Si mormora di qualche screzio con i giudici. Ma nulla trapela. La gara sappiamo tutti com’è finita: un più che modesto 2.15, causato dal forte vento, e dalle condizioni del manto di pedana, come documentato da un post su Instagram di Tamberi. Post che accusa sia le condizioni “indecenti” del manto gommoso che la poca considerazione degli organizzatori, e non solo quelli triestini, nei confronti degli atleti.

Si scatena il finimondo. Piovono accuse da ogni dove. Tutti contro tutti. Il colpo di grazia lo assesta il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, sempre sui social, accusando Tamberi di aver “percepito 27.000 euro … stia zitto e non si lamenti”. Reazione al vetriolo e anche eccessiva e non proprio conciliante da primo cittadino. L’oro olimpico risponde con il 2.30 di Ostrava e la polemica pare finalmente placata.

CONSIDERAZIONE UNO– 27.000 sono tanti? Sono pochi? Perché stupirsi? Il soggetto è un oro olimpico, il primo italiano ad averlo conquistato in questa specialità. Ha vinto sulle pedane di tutto il mondo. È una garanzia per lo spettacolo offerto. È fra i pochi candidati al prossimo titolo iridato di Eugene ed a quello europeo di Monaco. Nel 2024 potrebbe ancora essere in lizza per il podio di Parigi.

Chiaro che per raggiungere questi risultati e per mantenere alto il rendimento tecnico non serve unicamente il talento, ma anche una preparazione più che adeguata a cui occorre dedicarsi tutto l’anno. Ci stupiamo forse per i guadagni di un tennista, di un pilota, di un calciatore?

CONSIDERAZIONE DUESe il nostro orso polare si considera un professionista, e non abbiamo nessun dubbio in proposito, si sarebbe dovuto comportare da professionista. Come? Magari facendo presente già alla vigilia le condizioni in cui era stato chiamato a gareggiare. Oppure, gesto ancora più eclatante, rifiutarsi di scendere in pedana e, magari, restituire parte dell’ingaggio concordato.

Fine della storia. Non ti curar di lor ma … [cit].

VIA FLAMINIA– 27 maggio, data fatidica nella lunghissima storia della FIDAL. Stando alle parole del presidente Mei che, a detta sua, ha contro tutta la stampa dello stivale, salvo pochi e sparuti casi: «con questa giornata comincia la stagione delle riforme …». Aumentati, sempre stando alle parole della nuova guida federale, del 25,4% gli interventi in favore delle società. «Fino a un totale di 1,4 milioni di euro».

«Bella forza – il secco commento di un rappresentante dell’opposizione –, ha ricevuto più soldi da Sport e Salute … vorrei proprio vedere. Con l’ultima gestione Giomi eravamo arrivati a poco oltre il milione». Tradotto: c’è poco da stare allegri … e non faccia troppo lo sborone. 

Tonnellate di carne alla brace nell’ultimo consiglio federale, iniziato alle 9,30 e concluso alle 14,40. Cinque ore di fuoco che, di concreto, pare abbiano prodotto l’ennesima incazzatura dell’opposizione e un incessante e strisciante scontento di società e addetti ai lavori. L’esempio è dato dalla prima delle oltre venti informative: “Contratti di collaborazione Staff del Presidente”. Ti aspetti che vengano presentati nomi, cognomi, ambiti di lavoro e compensi relativi. Nulla di tutto questo. Solo la notizia che lo staff di Giomi costava 180.000 euro. Punto e basta. Il resto? Lasciato all’intuizione dei partecipanti. «Come sempre un modo di lavoro – è la solita fonte che parla – che non lascia spazio a discussione. Non si può far altro che votare contro».

Nell’anno meravigliao che avrebbe dovuto essere, da registrare la perdita secca di quasi due milioni di euro causa “evaporazione” di Major Sponsor. Che fine ha fatto il contratto con la Barilla? Malelingue, le solite, sussurrano che il signor Presidente e il signor Segretario generale siano stati accompagnati, non proprio gentilmente, alla porta nel momento in cui si è palesato il contratto privato tra Marcell Jacobs e la Pasta Molisana. Bel colpo. Per il velocista!

Radio Londra chiude. Per ora.


Nella foto: Tamberi dopo il 2.30 di Ostrava di ieri sera.

 

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