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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Piu' che di verita', e' tempo di rifondare

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Martedì 24 Maggio 2022

 

juve-ci22 


Nessuno dice la verità. E cioè che la guerra durerà ancora lungo. Che in Ucraina si continuerà a morire. E che in Europa i buchi della cinghia diventeranno più numerosi. Non si dice che l’Italia è il ‘ventre molle’ dell’Occidente. Intanto, nello sport …

Andrea Bosco

Silvio Belusconi è amico di Putin e non dice la verità: E si può intuire il perché. Matteo Salvini è un ammiratore di Putin e anche lui non dice la verità. E si può comprenderne il motivo. Giuseppe Conte ha intrecciato rapporti di vario genere con Putin e anche lui rifugge dalla verità. Il perché è assodato. Molti media si sono fatti, in proposito, una domanda retorica: questi signori sono in debito con Putin? Quali crediti ha Putin nei loro confronti? Si chiama domanda retorica quella che ha insita la risposta. In questo caso non serve scomodare monsieur de Lapalisse.

A tutta forza verso il novantesimo giorno di guerra in Ucraina. Putin ha schierato al fronte un carro armato di nuova generazione che ha un nome emblematico: Terminator. L’Europa si sta progressivamente sfaldando: questione di gas. A nessuno che sia venuta l’idea di espellere dalla NATO la Turchia (Erdogan tiene il continente per le palle a causa dei migranti stipati nei suoi campi di “accoglienza” come sardine in una scatoletta) e dall’Europa, l’Ungheria di Orban: che piace da matti ai sovranisti italiani e da qualche tempo pure ai pacifisti perché “è stato ricevuto dal Papa”.

VENTRE MOLLE – Nessuno dice la verità. E cioè che la guerra durerà ancora lungo. Che in Ucraina si continuerà a morire. E che in Europa i buchi della cinghia diventeranno più numerosi. Non si dice che l’Italia è il “ventre molle” dell’Occidente. Seguita nel filo-putinismo da Francia (“Ci vorranno dai 15 ai 20 anni per far entrare l’Ucraina nell’Unione europea”) dalla Germania e dall’ Ungheria (“Impossibile interrompere le forniture di gas da Mosca”) e dalla neutrale Austria. Che dall’alto della sua neutralità si dice contraria all’ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO. Si invoca la pace con un negoziato semplice: Ucraina ridotta di un quarto. Territori che diventano russi.

Le esecuzioni, le deportazioni, gli stupri, le violenze, i crimini di guerra, i saccheggi, gli sfregi, i bombardamenti a tappeto, con le bombe a grappolo? Ci penserà una commissione internazionale, dopo aver attentamente valutato. Tradotto: nessun provvedimento verrà mai preso nei confronti di Putin e della sua cricca. I nazisti sono ucraini. La guerra è “ibidra” come spiegano usando il linguaggio di Putin i vari Orsini e le varie Di Cesare, ospiti della peggior trasmissione della televisione italiana: Carta Bianca (Rai-3). Un bar della politica dove si urla, si insulta, si sputtana. Dove si adopera il testosterone della provocazione pur di alzare gli ascolti. Peccato che a pagare Bianca Berlinguer (che è la figlia di Enrico) e i suoi rissosi ospiti non sa (o non vuole?) contenere, siano gli italiani. I contribuenti ai quali piacerebbe ascoltare dibattiti seri. Non, cara “dottoressa”, ascoltare menzogne a raffica.

Del resto mentono anche i (numerosi) sondaggisti nostrani. I 5Stelle sono rotolati sotto il 13%. Non se la passa meglio Salvini accreditato di un 17% e rotti. Non può gonfiare il petto neppure Berlusconi che balla tra il 6,5 e il 7%. I numeri di Italia Viva corrono sul 3% scarso, ma il credito personale di Matteo Renzi (muoia Magistratura Democratica con tutte le Toghe Rosse) sarebbe in aumento. Tira la volata il Pd oltre il 22%: a mezza incollatura Giorgia Meloni con il 21,4%. Conclusione: se non cambiano la legge elettorale e la forma dello Stato, il paese resterà ingovernabile. Letta non si fida di Giuseppi che sta tentando di rifilargli un “pacco”. Ma neppure Meloni si fida di Berlusconi e Salvini che il “pacco” glielo hanno già rifilato.

CROCEROSSINA – Spiega ne “Il bugiardo”, Pierre Corneille: “Dopo aver mentito occorre buona memoria”. Consiglio da girare la massima a Max Allegri che dopo l’infame gara della Juventus a Firenze ha spiegato di aver visto “a tratti” anche “una buona partita”. L’amico Roberto Beccantini ha definito le prove della Juve contro Genoa e Fiorentina “l’assistenza di una crocerossina”. Diciamo che oltre ad offrire cerotti ed iniezioni ai pazienti, l’infermiera si è fatta pure palpare il culo. Juve anno zero: rifondazione affidata (ancora) ai parametri zero. Si parla di Pogba, di Di Maria, di Perisic, di Acerbi. I sognatori rincorrono Milinkovic Savic. Consiglio: sottoscrivere una mega assicurazione. Ad una certa età gli infortuni sono frequenti.

Gli juventini ricorderanno certamente Andrade, che Claudio Ranieri chiese nonostante nessuna assicurazione (aveva avuto un grave infortunio al ginocchio) se ne volesse far carico. Dopo due gare Andrade si schiantò e la Juventus rimase con le pive nel sacco. Si pensa, a Torino, di correre senza far conto della lezione del Milan (brillantemente campione) che dopo 11 anni, tagliando i costi, risanando il bilancio e investendo sui giovani e su un bravo allenatore, oltre che su dirigenti “sobri”, è tornato allo scudetto. Unica nota stonata i 60.000 in Piazza Duomo, dopo che il giorno prima altri 50.000 avevano assediato la Veneranda Fabbrica per il concerto di Radio Italia. Niente di fronte ai 120.000 stipati sul prato di Trento per il concerto di Vasco Rossi.

“Siamo ancora qui” ma non è detto: il virus sta scemando, tuttavia. Ora peraltro di moda va il “vaiolo delle scimmie” come ha certificato il solito Spallanzani di Roma e hanno veicolato i “TG-Sfiga” della Penisola. Le brutte notizie “tirano da matti”. Con quelle buone si cambia canale. Il filmato del New York Times con gli otto civili ucraini giustiziati in strada dagli assassini di Putin ha fatto il pieno di like. La Juventus vuole tornare a vincere in fretta. E senza pagare dazio. Ma lo pagherà. La squadra è sfinita. Troppi i giocatori scarsi. La dirigenza ha vinto (9 scudetti di fila) quanto nessuno mai riuscirà a replicare. Ma non ha una “visione”. Non c’è poesia nel suo progetto. Solo cinico pragmatismo. Il problema sta in chi guida: al volante di una vettura che sotto al cofano, con un discreto motore ha anche candelotti di dinamite: debiti. E un presidente “affettuoso verso l’Inter” sommerso, come mai era accaduto nella storia della società, da un mare di fischi.

RIFONDAZIONE
– Spiegava Confucio: “Non ho mai conosciuto un uomo che vedendo i propri errori ne sapesse dare la colpa a se stesso”. Il problema sta, alla Juve, nel manico: Agnelli risulta vincente ma molto, molto antipatico. Una Juventus indebitata, senza trofei, logora negli uomini e nello spirito, senza un gioco, subissata dalle critiche è un fallimento. Eppure basterebbe guardare in casa. A quel settore femminile che in 5 anni di esistenza ha vinto 10 trofei. Che ha sempre più seguaci. Che gioca bene. E che anche in Europa gode ormai di una considerazione che la Juventus maschile non ha. Il modello dirigenziale si chiama Braghin. Il modello di gioco Montemurro. Il modello sul campo, Gama, Salvai, Girelli, Bonansea, Cernoia, Rosucci, Boattin. Il segreto dei successi? Lo hanno spiegato loro: sono amiche.

Da un fallimento ad un altro. Quello della Reyer. Sentimentalmente ancora più duro. Niente da eccepire: Tortona ha vinto con merito. La Reyer ha “bucato”. Nel settore maschile e in quello femminile. Annata storta, ma la nave veneziana da tempo scricchiolava anche per il più banale maroso. Squadra sbagliata, mal assemblata, vecchia, stanca, bersagliata dagli infortuni, piagata al suo interno da incomprensioni, litigi, rivalità, comportamenti incivili. Un allenatore che non è venuto meno al suo credo. Dicono che Walter de Raffaele abbia un brutto carattere, da livornese tosto. Del resto degli uomini di carattere si dice sempre abbiano un “brutto carattere”.

La Reyer è da rifondare. Anche la Reyer dovrà affidarsi ad una “visione”. Perché anche la Reyer, come la Juventus, da tempo non si diverte ad andare in campo. Saluteranno in tanti, quasi tutti. Alcuni lasceranno, come Bramos, Stone, Tonut, un grande rimpianto. WDR dovrà rivedere il suo “integralismo”: cambiare è sintomo di intelligenza, non di debolezza. Rammento il Milan di Nereo Rocco, principe dei “catenacciari” con il suo Padova di pretoriani. Al Milan una stagione schierò assieme Hamrim, Angelillo, Sormani, Rivera, Prati. Oggi neppure Guardiola lo farebbe. Oggi, il “paròn” Nereo lo porterebbero con le sirene alla neuro.

Ma cambiare si deve. Perché è “dentro” che si cambia. Oggi Kerr fa giocare i suoi “guerrieri” della Baia differentemente da alcuni anni fa. Ma Kerr è probabilmente il più grande allenatore vivente. Come lo sono Messina e Scariolo. Che grandi resteranno, anche se inevitabilmente, uno dei due è destinato a soccombere. Come accadrà sabato prossimo ad Ancelotti Carlo e Klopp Jürgen nella finale di Champion’s per l’ultima sfida “reale” del calcio. Dal giorno dopo andrà in scena solo il fantacalcio. Il PSG con il suo Mbappè da 300 milioni di ingaggio, il City con il suo Haaland, per poco di meno. Le altre? Arrangiarsi. E’ il “calcio di tutti” del quale parla Ceferin. Uno con la faccia da Daniel Craig. Insomma, ma sì: da agente del KGB.

 

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