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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Piste&Pedane / A Savona per saperne di piu'

Martedì 17 Maggio 2022

 

       latorre-belgrado 


“Alti e bassi hanno accompagnato le prime uscite degli Ori di Tokyo in attesa di vedere all’opera quel Marcell Lamont Jacobs che il mondo ci invidia. Appuntamento fissato per domani alla Fontanassa di Savona”.

Daniele Perboni

Tre chilometri a valle della “Lanca Ayala”, riva vigevanasca del fiume Ticino. Lo splendido cigno maschio allarga minaccioso le ali a difesa della compagna e della covata di uova che si schiuderanno a breve. L’immagine ci riporta alle scalinate dell’Arena napoleonica in quel di Milano. Lunga chiacchierata con chi se ne sta da molti mesi in “trincea” a difendere scelte tecniche, tattiche, strategiche, agonistiche sulla via d’oltremare di Eugene, Campionati iridati, e, di rimando, ma non per nulla secondaria, di quella Monaco bavarese sede dei Campionati Europei.

Ruolo che il malcapitato non si è scelto, ma gli è stato appiccicato sulla schiena da una dirigenza politico/amministrativa completamente assente. Pare che in FIDAL, appunto, circolino documenti al limite della psichiatria.

MUGUGNI – Dunque eccolo lì il cigno dalle spalle curve e dalla folta criniera bianca infervorato a tutelare la sua covata di campioni, campioncini, canditati a medaglie più o meno importanti, record assoluti e di categoria. Tutto fa brodo per rimpinguare il taccuino dei promossi e dei bocciati. Non si nasconde, questo è certo, il profesür ed è forse il massimo pregio, affiancato da professionalità e competenza, messo in campo. Anche se questa funzione spetterebbe alla componente federale.

Su quel versante, però, tutto tace. Nulla di nuovo sul fronte occidentale: mugugni sempre più numerosi, facce stupefatte davanti a taluni argomenti senza capo né coda, con le società che ancora attendono regolamenti certi per i rimborsi di trasferte per campionati sempre più numerosi, così da intasare un calendario che già appariva sufficientemente straripante. 

Fortuna vuole che in questo primo scorcio di una stagione lunghissima, come ormai accade da diversi anni, i protagonisti si siano messi in moto, così da lasciare spazio a rivalità da affrontare unicamente su piste e pedane. Alti e bassi hanno accompagnato le prime uscite degli Ori di Tokyo e ancora non si è visto all’opera quel Marcell Lamont Jacobs che tutto il mondo, forse, ci invidia. Lo vedremo domani – mercoledì 18 – alla Fontanassa di Savona, quella collinetta che da diversi anni è la casa del suo inizio stagionale.

Duecento metri dovevano essere e cento metri saranno per via dei noti e documentatissimi malanni con cui si è scontrato nella trasferta keniana. Nelle corsie a fianco troverà i compagni della staffetta 4x100 di Tokyo: Desalu e Patta. Come finirà? Malignamente buttiamo lì una previsione. No, nessun tempo, ma siamo pronti a scommettere con il direttore un caffè che “il nostro” lo vedremo solo in batteria. Niente finale.

IL SI E IL NO – Ci è piaciuto assai Gimbo Tamberi in quel di Doha, a casa del gemello Barshim (secondo con 2.30, alle spalle del coreano Woo Sang-hyuk, 2.33, campione mondiale a Belgrado). Non certo per la misura saltata, un innominabile 2.20, piuttosto per la sincerità con cui ha analizzato la prestazione. Mettendoci la faccia si è lanciato in un auto accusa fredda e spietata. Tuttavia alquanto veritiera: “Dare la colpa al vento – in effetti le folate che spiravano sulla pedana hanno costretto gli organizzatori a spostare in un altro angolo di stadio la prova – sarebbe la classica scusa che non ti fa imparare. Ci sono evidenti problemi tecnici. Faccio salto in alto e oggi non ho fatto salto in alto”. Null’altro da aggiungere.

Chi ci ha fatto storcere il naso è l’ex enfant prodige della velocità azzurra Filippo Tortu. Dopo il 10”24 nei 100 di Nairobi, ci si attendeva qualcosa di meglio nei 200 metri di Doha. Su una distanza che dovrebbe essere la sua pedana di rilancio non ha certo brillato: 20”41/+2,1. Dice, Tortu, che non è andata male. Sui 200 sta lavorando bene e avrà l’occasione per dimostrarlo. Ne saremmo più che felici se tutto ciò si avverasse. Certo è che, analizzando le stagioni passate, non si può essere ottimisti. 

Anche la “prima” in pista di Yeman Crippa, nei 10.000 del Night of the 10.000 PB’s di Londra il 14 maggio (27’16”18, seconda miglior prestazione italiana di sempre, minimo per i Mondiali centrato alla grande), dopo una primavera proficua. Commento: “è la conferma che sto lavorando bene, quest’anno ho grandi obiettivi”. Tradotto, distanza più lunga a Eugene e 5 e 10.mila a Monaco. Dopo la poco felice, se non disastrosa, stagione olimpica, attendiamo un suo pronto riscatto. 

Sulle piste di tutta Italia “la meglio gioventù” ha offerto ottime prestazioni, specialmente su distanze cosiddette spurie, cioè non incluse nel programma olimpico, cogliendo mazzi di migliori prestazioni e nuovi record. Inizio incoraggiante. Non resta che attendere gli scontri diretti con la crema continentale. Solo a fine stagione si potranno tirare le somme.

 

 

 

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