- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Osservatorio / Italiani, brava gente (e non solo)

PDFPrintE-mail

Lunedì 16 Maggio 2022

 

tennis-2022 

Dalle baruffe romane tra il Tennis e la Casa Madre (a quando la prossima puntata?), alla paradossale vicenda del management di Roma 2024: scelgo o non scelgo? Venghino, signori, a grande richiesta va in scena lo Sport.

Luciano Barra

Che le due finali degli Internazionali di Tennis non avessero storia ed appeal si sapeva. Lo sapeva soprattutto il presidente della Federtennis Angelo Binaghi. E per questo, al fine di mettere un po' di peperoncino sul torneo, nella conferenza stampa finale, svoltasi prima degli incontri sul campo, ha lanciato il suo siluro contro Giovanni Malagò. Non è un caso che la stampa ha dedicato più spazio a questo siluro che alle due finali. Sull’egocentrismo di Angelo Binaghi c’è poco da commentare.

Qualsiasi cosa organizzi, dal Masters agli Internazionali, è il meglio del mondo. Spesso paragonando pere a mele. Presiede una Federazione che si dice sia seconda solo alla Federcalcio per numero di dipendenti.

La contrapposizione fra Sport & Salute ed il CONI è diventato un leitmotiv stucchevole, qualsiasi sia l’argomento. Forse accadrà anche nel prossimo torneo di zecchinetta … L’episodio mi ha ricordato la battuta del presidente del CIO Thomas Bach (eravamo a Losanna, all’inaugurazione della nuova sede della Federazione Europea di Atletica) quando – a conclusione sulla famosa barzelletta su cosa rappresentavano tre Inglesi, tre Francesi e tre Tedeschi, e a commento di cosa rappresentassero tre Italiani –, con il suo tono caustico disse: “quattro partiti politici”.

A significare che le nostre provinciali divisioni sono ben note oltre i nostri confini e ormai fanno parte del nostro DNA. E che poco contribuisce a farci apprezzare.

Per non annoiarci, giovedì 19 Maggio è in programma un’altra puntata di questo provincialismo. È prevista infatti una riunione del CdA della Fondazione costituita ormai due anni fa per organizzare i Campionati Europei di atletica leggera del 2024. In tale sede – dopo che da tre mesi sono state presentate 17 candidature – si dovrà decidere su chi scegliere per il ruolo di Direttore Generale.

COMMISSIONE – Un’apposita Commissione di Valutazione ha “auscultato” la maggioranza dei candidati in possesso dei requisiti. La stessa Commissione dovrà poi presentare al Consiglio della Fondazione una graduatoria ristretta a una rosa di tre. Ma la stessa non ha alcun valore perché il bando a suo tempo emesso (bando che sembra scritto più per evitare che qualcuno si candidasse che per scegliere il meglio su piazza) chiaramente rende inutile tale graduatoria. Infatti dice testualmente “Il Consiglio di Amministrazione, all’interno della rosa, ha piena discrezionalità nella scelta della candidatura cui attribuire l’incarico, senza vincoli derivanti dal punteggio attribuito e dalla graduatoria formata dalla Commissione di Valutazione”. Per poi concludere, udite udite, come di seguito: “La Fondazione si riserva altresì di non procedere ad alcuna nomina, a suo insindacabile giudizio”.

La domanda che viene spontanea è: ma perché allora ci sono voluti tre mesi per arrivare alla scelta finale? E anche qui entra in ballo la continua diatriba fra CONI e Sport & Salute. Ed infatti la scelta sembra essere da tempo ristretta fra il candidato del CONI/FIDAL (Giovanni Esposito, attuale segretario generale del Badminton) e quello delle Istituzioni, vale a dire del Governo e suoi alleati, come dire l’ex Assessore allo Sport del Comune di Roma) Daniele Frongia.

Il Consiglio della Fondazione che dovrà operare tale scelta è in parte zoppo. Perché, stranamente, Comune di Roma e Regione Lazio non hanno mai nominato i propri rappresentanti e forse per questo nessuno li ha mai sollecitati. Quindi da una parte ci saranno i due fedelissimi di Malagò (Stefano Mei ed Anna Riccardi) e dall’altra i due rappresentanti del Governo e di Sport & Salute. Lasciando in mezzo nella delicata posizione di arbitro il Presidente Onorario della FIDAL, il generale Gianni Gola.

Con tutta probabilità la spunterà la cordata del CONI. Con un assurdo: le Istituzioni che hanno garantito la Candidatura (Governo, Comune, Regione e Sport & Salute) messe in minoranza. Ma che succederà dopo? Le stesse garantiranno il sostegno economico, parte del quale già perso causa i ritardi? O continuerà questa battaglia (di retroguardia) fra CONI e Sport & Salute?

Personalmente ritengo la scelta del DG non sia fondamentale per la buona riuscita dei Campionati. Più importante sarà la scelta dei 15 personaggi che dovranno gestire le diverse aeree organizzative. Aree che – dalla Mobilità alla Promozione, dal Marketing alla Comunicazione – hanno i loro pilastri più importanti.

Come verranno scelti? Si userà il “manuale Cencelli” o qualche altro sistema? Se ci saranno voluti 15 mesi per nominare il DG, chissà quanto ci vorrà per il resto. Peccato, soprattutto perché il problema si poteva facilmente risolvere, e in casa, con il nome di Diego Nepi oppur attingendo dall’esterno con personaggi come Michele Uva o Raffaele Ranucci. Bravi professionisti, e di esperienza, fuori dalle attuali logiche "politiche". Ma tutto questo sarebbe stato troppo semplice. Per chi ci sarà, quindi, appuntamento al 2024.

 

 

Cerca