- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / "Voce dal sen fuggita, poi richiamar non vale"

Lunedì 9 Maggio 2022

 

pista-lecco 

Scuserete se ricorriamo all’incolpevole Metastasio per cercare di seguire un filo logico, e comprensibile, di quanto sta accadendo (o non accadendo) dalle parti di via Flaminia. Com’è noto alle voci non diamo credito, ma …

Daniele Perboni

Dapprima flebili voci, seguite da un fastidioso chiacchiericcio. Poi ecco che il brusio si fa sempre più insistente. Si alza, supera i soffitti delle stanze, non più tanto segrete, si espande come l’elio liberato improvvisamente dai palloncini. Non puoi più trattenerlo. Ad ogni uscita, incontro, abboccamento qualcuno ti ferma per esporti rimostranze, lamentele, proteste, scontento. Perplessità.
Tutto è rivolto ad un solo obiettivo, una sola persona: il Presidente in carica. In una stagione particolarmente delicata e zeppa di appuntamenti istituzionali, per quanto riguarda gli impegni della nazionale e quelli organizzativi, tutto tace.

Il maggior organo deliberante della Federazione, il Consiglio Federale composto dai dodici eletti dalle società, tecnici e atleti –, a cui vanno aggiunti il Membro del Consiglio di World Athletics (Anna Riccardi), il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti (Angelo Raffaele Guida) e il Segretario (Alessandro Londi) –, da mesi non viene convocato. L’ultimo si tenne alla vigilia dei tricolori indoor di Ancona (25/27 febbraio). E a chi spetta indurre tali riunioni? Ma al Presidente in carica e al Segretario Generale. Però l’attività continua nel silenzio più assoluto. Inutili le richieste del Vice presedente Vicario (Sergio Valdo) e di altri consiglieri. Evidentemente chi di dovere non ritiene necessario tali incombenze.


Stante la situazione, se ne può desumere che il più alto in grado a Via Flaminia Nuova sia in tutt’altre faccende affaccendato, come tagliare nastri, inaugurare impianti, piste, pistini, sinanco campi di bocce. L’ultima fatica dell’inaugurare seriale è stata espletata nel fine settimana. Attività stressante evidentemente, che non lascia spazio, forze e toglie concentrazione per impegni non altrettanto rilevanti o prestigiosi.

Eppure di “ciccia” sul fuoco ne sta cuocendo molta, rischiando di bruciare. Merce piuttosto insidiosa e imbarazzante. Nei corridoi corrono voci inquietanti, come l’ansia da prestazione che pervade la Commissione giudicante. Quasi un tribunale dell’Inquisizione. Nella rete è finita una vasta gamma di flora e fauna. Si va da organizzatori di antichi meeting, cross e corse su strada dalle parti del Garda, nonché ex consigliere federale, a presidenti di regioni. Da consiglieri federali in carica ad ex segretari generali. 

Che dire poi del “problema” Golden Gala. La casa madre (FIDAL) ha stanziato 950.000 euro ma il costo è molto superiore. Diciamo almeno un milione e mezzo. E il Bilancio di previsione saltato? La solita vocina sussurra che all’appello mancano circa un milione di euro. Non è tutto. Si respira aria non certo salubre se una dipendente è stata praticamente “costretta” a lasciare il suo incarico e non certo per incapacità.

Andiamo avanti e affrontiamo l’argomento Roma 2024? Non è ancora stato deciso chi guiderà la baracca. Si cerca forse un personaggio malleabile e facile con cui è meglio andare d’accordo?

Capitolo Tricolori: assegnati in un primo momento a Roma, e poi dirottati a Rieti dopo che qualcuno si è accorto che in quelle giornate l’impianto era impegnato per manifestazioni canore. Eppure si sapeva da tempo che l’Olimpico era occupato. Nessuno, però, si è preso il disturbo di controllare. Non è tutto. Sempre seguendo le tracce lasciate dai soliti ben informati, si bisbiglia che da mamma FIDAL non sia mai arrivata la domanda ufficiale per l’uso del manufatto. Un colpo da perfetti incompetenti, sempre se fosse vero. Naturalmente, com’è noto, noi non diamo retta alle solite voci maligne e ostili …

Intanto mamma FIDAL non ha ancora trovato finanziamenti validi, nonostante i cinque ori olimpici. Un antico sponsor ha abbandonato senza che si sia trovato un degno sostituto. Mondiali ed Europei si avvicinano paurosamente e tutto sembra allo sbando.

Anche sulla rotta piemontese non si sta tranquilli. All’orizzonte si annuncia l’organizzazione dei Campionati Europei di cross e il comitato organizzatore è in grossa fibrillazione, non sapendo con chi confrontarsi sul fronte federale. Giorni difficili all’orizzonte, …

Il Tortu che ti aspetti

Kenia, Nairobi, esordio dell’ex bimbo volante Filippo Tortu. Settimo, 10”24 con vento a +2,0 e a quasi 1800 metri in quota. Condizioni che “regalano” circa due decimi. Trasportato in pianura e con vento nullo il crono di Pippo poteva tramutarsi in un 10 secondi e una manciata di centesimi. Non proprio ciò che cercava. Il tempo del 9”99 è sempre più vecchio, così come invecchia anche l’ex enfant prodige brianzolo. Ancora una volta è parso lo sprinter sfortunato che non riesce a trovare condizioni ideali per almeno ripetere quell’antico ex record italiano. Poche gare, costantemente sopra il muro dei 10 e mai un acuto se non il 20”11 del settembre scorso, sempre su quella stessa pista.

In questa occasione lo scoglio da superare è stato la falsa partenza e i metri corsi in più. Stanco e svuotato, al secondo avvio pareva un cavallo sfiatato. Troppi i metri percorsi dopo il primo start. Eppure anche lo statunitense Kerley è incappato nell’identico inciampo. Eppure lo statunitense Kerley è arrivato secondo e, quel che più conta, ha stampato un 9”92 che non lo ha naturalmente soddisfatto. Perché tanta differenza fra i due? Spiegatecelo! Arrivederci alla prossima.

P.S. – Il Pippo nazionale ha sfoggiato una sgargiante maglia gialla, quella, appunto, delle Fiamme Gialle, società di appartenenza. Strano. Nelle competizioni internazionali tutti gli atleti, anche i nostri militari, vestono i colori dei rispettivi sponsor. Parrebbe in segno evidente che il “nostro” ha perso, oltre che il record italiano, anche il marchio che lo faceva andare veloce.


Foto Fidal-Lombardia-it

 

Cerca