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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
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I sentieri di Cimbricus / La sostenibile leggerezza dell'altitudine

Venerdì 6 Maggio 2022

 

        da silva 


Come aperitivo per il “K.K. Classic” di Nairobi, una breve rievocazione delle meraviglie dell’altura. Tutto ebbe inizio ai Panamericani del 1955, quando un certo Adhemar Ferreira da Silva inventò un prodigio e riscrisse la storia. 

Giorgio Cimbrico 

Adhemar sentiva che c’era qualcosa di diverso ma non riusciva a capire sino in fondo. Il vento? Ma no, era poco, nullo. La sensazione era che tutto fosse più facile, più leggero: la rincorsa, il momento del primo stacco, il rimbalzo, il passo, l’ultima traiettoria verso la buca. Ecco cos’era: l’aria. Poca, facile da penetrare, diversa da quella umida, densa di San Paolo, di Rio. Un’esperienza nuova, esilarante, e una condizione che, quello sì, lo capì al volo, andava sfruttata, ma non era facile quando non sei abituato a stare così in alto e per lui andare in alto era quando andava a Campinas Grande. Rispetto a Ciudad de Mexico, una collina. 

Quando Arnoldo Devonish saltò 16.13, a dieci centimetri dal record mondiale che Leonid Shcherbakov aveva fregato ad Adhemar due anni prima, giusto per mezzo pollice, lui giunse a una conclusione: conosceva il venezuelano, lo aveva incontrato a Helsinki, tre anni prima, quando aveva vinto l’oro gettando nel delirio il Brasile ancora scosso dal Maracanazo: ma guarda, ci voleva uno dell’atletica per risvegliare l’orgoglio nazionale. Anche Devonish era diventato un idolo: medaglia di bronzo, la prima conquistata da un atleta venezuelano al Giochi. Quel giorno, Adhemar due volte record del mondo, 16.12 e 16.22. E Devonish sul podio, distante settanta centimetri. 

Per riflettere, per aver più chiara la situazione, Adhemar avrebbe avuto bisogno di una sigaretta. “Scordatela”, si disse. Con Arnoldo era alla pari e in quel momento, non aveva presente chi fosse avanti per la seconda migliore misura. Ultima prova, “la mia preferita”. Record del mondo a casa sua, a San Paolo, record del mondo a Rio, allo stadio della Fluminense, sul confine e appena oltre i 16 metri. Quando se li era lasciati tutti dietro di un palmo, a Helsinki, era stato alla quinta: Adhemar, uno da finale di partita, aveva buona memoria. “Bene, è ora di andare”: lo stacco, il rimbalzo, il passo, l’atterraggio. “Lontano, sono andato lontano”: lunghisti e triplisti hanno i piedi più intelligenti del genere umano. 

Torna verso l’asse di battuta, aspetta che sul piccolo tabellone a mano il giudice componga i numeri: 16.56. Il record di Shcherbakov spazzato via. Ma spazzati via anche i suoi vecchi limiti, i riferimenti di una volta, i parametri: più di trenta centimetri di progresso, più di 16 metri e mezzo. Nessuno aveva mai dato una scossa così violenta. 

Tredici anni dopo, I turbini ai 2250 metri di Echo Summit (19”7 di John Carlos e 44”0 di Lee Evans cancellati per le scarpette con 44 chiodi, a spazzola, in salvo solo il 44”1 di Larry James) e poi i Giochi di Città del Messico, due metri più in basso della pista tra gli alberi di alto fusto del Nevada, una saga da riassumere in una serie di ventiquattro istantanee. Ora per ora, questi i 7 giorni che sconvolsero l’atletica (se non indicato diversamente, si tratta di finali): 

• 14 ottobre (ore 15,45 Qt.) 11”20 (+1,8) Irena Szewinska, Pol
• 14 ottobre (ore 16,17) 6.82 (+0,0) Viorica Viscopoleanu, Rom
• 14 ottobre (ore 18) 9”95 (+0,3) Jim Hines, Usa
• 15 ottobre (ore 17,35) 48”12 David Hemery, Gbr
• 15 ottobre (ore 17,50, finale) 11”08 (+1,2) Wyomia Tyus, Usa
• 15 ottobre (ore 18,10) 1’44”3 Ralph Doubell, Aus
• 16 ottobre (ore 11,10, Qlf) 17,10 (+0,0) Giuseppe Gentile, Ita
• 16 ottobre (ore 17,50) 19”83 (+0,9) Tommie Smith, Usa
• 17 ottobre (ore 15,15) 17.22 (+0,0) Giuseppe Gentile, Ita
• 17 ottobre (ore 16,05) 17.23 (+2,0) Viktor Saneyev, Urs/Geo
• 17 ottobre (ore 17,00) 17.27 (+20) Nelson Prudencio, Bra
• 17 ottobre (ore 17,05) 17.39 (+2,0) Viktor Saneyev, Urs/Geo
• 18 ottobre (ore 15,30) 22”58 (+2,0) Irena Szewinska, Pol
• 18 ottobre (ore 15,40) 8.90 (+2,0) Bob Beamon, Usa
• 18 ottobre (ore 15,50) 43”86 Lee Evans, Usa
• 19 ottobre (ore 11”05 Bt.) 38”65 Giamaica (Stewart, Fray, Forbes, Miller)
• 19 ottobre (ore 15,00 Sf.) 38”39 Giamaica (Stewart, Fray, Forbes, Miller)
• 19 ottobre (ore 15,30 Bt.) 43”50 Usa (Ferrell, Bailes, Netter, Tyus)
• 19 ottobre (ore 15,35 Bt.) 43”49 Olanda (Van den Berg, Sterk, Hennipman, Bakker)
• 20 ottobre (ore 16,00) 38”24 Usa (Greene, Pender, R.R. Smith, Hines) 38”24
• 20 ottobre (ore 16,05) 19.07 Margitta Gummel, Ddr
• 20 ottobre (ore 16,30) 42”88 Usa (Ferrell, Bailes, Netter, Tyus)
• 20 ottobre (ore 16,50) 19.61 Margitta Gummel, Ddr
• 20 ottobre (ore 16,50) 2’56”16 Usa (Matthews 45”, Freeman 43”2, James 43”8, Evans 44”1)  

“Progression of IAAF World Records” riporta, tra i limiti ufficiosi, anche 11”21 di Tyus, 22”94 e 22”86 di Barbara Ferrell e, negli 80H, 10”41 di Pam Kilborn e 10”39 di Maureen Caird. I record manuali, al momento di quelle prestazioni, erano 11”1, 22”7, 10”2. 

Ma, a spulciare nella storia, si rintracciano diversi altri motivi di stupore, figli dell’altura, qui e là nel mondo:

• 1971, Giochi Panamericani, Cali, Colombia, 1046 s.l.m.: il giamaicano Don Quarrie eguaglia il 19”8 di Tommie Smith (crono automatico: 19”83 Smith, 19”86 Quarrie) e il cubano Pedro Perez Duenas migliora di un centimetro, 17.40, il record di Viktor Saneyev. 

• 1975, Giochi Panamericani, Città del Messico: un solo salto valido, in totale assenza di vento, per Joao de Oliveira, 17.89, record mondiale e record in materia di incremento: 45 centimetri in un colpo solo. 

• 1979, Universiadi a Città del Messico: la “campagna” di Pietro Mennea produce il record europeo sui 100, 10”01, e il record mondiale sui 200, 19”72 (+1,8). La prestazione tiene al vertice per quasi 17 anni (19”66 di Michale Johnson ai Trials di Atlanta, 23 giugno 1996) ed è tuttora record europeo. 

• 1983, Air Force Academy, Colorado, 2195 s.l.m: con un perfetto vento di coda, +1,4, Calvin Smith si impadronisce del record mondiale dei 100, 9”93, strappandolo dopo quasi quindici anni a Jim Hines. 

• 1987 Tsakhkadzor, Armenia, 1841 s.l.m.: Igor Ter Ovanesian, CT della nazjonale sovietica, improvvisa una gara per il compaesano Robert Emmiyan che con 1,9 a favore atterra a 8.86, record europeo che il 22 maggio taglierà il traguardo dei 35 anni. Ter Ovanesyan sapeva quanto importante fosse poter saltare in quota: nel ’68, ai campionati sovietici di Leninakan, oggi Gyumri, 1509 s.l.m., gli venne misurato un nullo da 8.67. 

• 1992 Sestrière, 2050 s.l.m.: un vento violento, +4,4, spinge Mike Powell a 8.99, una brezza vicino alla legalità, +2,1, annulla il record mondiale di Heike Drechsler, 7.63. 

• 1994 El Paso, 1141 s.l.m: con un vento sul confine della legalità, +2,0, Eric Walder atterra a 8.74. Due anni dopo la città natale di Marcell Jacobs vedrà il 9”69, +5,0, di Obadele Thompson e nel 2006 il 9”76, +6,0, di Churandy Martina. 

• 1998 Johannesburg, Coppa del Mondo, 1753 s.l.m.: accoppiata di record personali, 10”65/21”66 (il secondo con leggero vento contrario), per Marion Jones, e personale, 9”87, per Obadele Thompson. Più tardi i due si sposeranno. 

• 1999 Bogotà, Campionati Sudamericani, 2582 s.l.m.: la brasiliana Maureen Maggi si spinge sino a dove non atterrerà mai più, 7.26. 

• 2000 Pretoria, 1271 s.l.m.: Michael Johnson 30”85, record mondiale dei 300. 

• 2018, Pretoria, Campionati Sudafricani: Clarence Munyai, 19”69 (-0.5) spinge fuori Mennea dal Top Ten. 

• 2021 Nairobi, Kip Keino Classic, 1661 s.l.m: Trayvon Bromell 9”76 e Ferdinand Omanyala 9”77 (+1,2), record personale per il primo, record africano per il secondo. Fred Kerley 19”76 (+2,0) davanti a Isaac Makwala e a Filippo Tortu, 20”11, record personale e secondo azzurro di sempre. 

• 2022 Gaborone, Botswana, 1014 s.l.m: Christine Mboma 10”97/21”87, migliore accoppiata per una under-20, Letsile Tebogo, 9”96 record mondiale under-20.                                                                                                         

 

 

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