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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Duribanchi / Indovina un po' chi viene a cena?

Martedì 3 Maggio 2022

 

lavrov 


Dalla realtà parallela del ministro degli esteri russo Lavrov, alla singolare posizione di alcuni pacifisti nostrani: “non è la Russia che sta facendo soffrire l'Ucraina: è l'Ucraina che non arrendendosi fa soffrire l'Europa”.

Andrea Bosco

C'è qualcuno, in Italia, che inviterebbe a cena il ministro degli esteri della Russia, signor Sergey Lavrov? Temo che qualcuno ci sarebbe. Il collega Giuseppe Brindisi di Rete-4 che pure lo ha intervistato arrivando alla fine ad augurare a Lavrov “buon lavoro per la pace”, forse no: non lo inviterebbe. Correrebbe il rischio di vedersi sputtanato e di sentire (da Lavrov) che a casa di Brindisi si mangia in modo disgustoso. Oggettivamente quello di Brindisi è stato un “colpaccio” dal punto di vista giornalistico. Se puoi intervistare Jack Lo Squartatore lo fai, anche se Jack è un assassino seriale, rimasto senza nome e autore di una quindicina di omicidi.

L'intervista dal forte contenuto propagandistico, una sequela di menzogne che ha portato Israele a convocare per protesta l'ambasciatore russo, ha suscitato un vespaio politico anche in Italia. Ma è evidente che Brindisi non si sia mosso motu proprio. Può avere Brindisi contatti tali da permettergli di portare Lavrov in trasmissione. Bravo: senza riserve. Ma non può averlo fatto Brindisi senza il consenso dell'editore, senza che i legali dell'editore non abbiano prima valutato (l'Italia è un paese che si oppone alla macelleria di Putin in Ucraina) la posizione del network e le eventuali conseguenze per l'ospitata.

Infatti non si sono incazzati solo in Italia ma si è incazzata l'UE. Perché un conto (benché discutibile) è far parlare presunti giornalisti russi, marionette del regime di Putin. Un conto è lasciare “carta bianca” ad un patetico professore arrivato a dire “che Hitler non voleva scatenare la guerra in Europa”. Un altro è ospitare Lavrov, ministro degli esteri di Putin che ha definito Bucha e gli orrori commessi dai soldati russi “una fake” . Che ha spiegato che anche l'Italia fa parte dei ladri “che hanno rubato i rubli russi”. Che Zelenski è come Hitler, “un ebreo nazista che odia gli ebrei”. Assieme ad altre menzogne veicolate come una realtà parallela.

FASTIDIO – Perché Lavrov non è solo un mentitore seriale. Non si accontenta di mentire. Lavrov costruisce una narrazione alternativa. Come faceva Goebbels. Resta da capire come mai Lavrov abbia scelto, tra tutte le televisioni del mondo occidentale, per le sue menzogne, proprio Rete-4. Completezza dell'informazione? Paraculata per fare ascolti? Non lo so. Quello che so è che secondo i sondaggi il 40% degli italiani sente l'Ucraina come un fastidio e vorrebbe fosse abbandonata nelle grinfie di Putin. C'è il fascino del male che storicamente contagia le società democratiche nei confronti dei dittatori. E' sempre stato così. C'erano filo nazisti in gran Bretagna e negli USA. La Francia di Petain fu un clamoroso esempio di collaborazionismo. In Italia, come ha scritto nella sua monumentale opera Renzo de Felice, durante gli anni “del consenso” l'Italia intera era fascista. Benito Mussolini fu sostenuto dalla grande borghesia, dai latifondisti, dalla Chiesa, dagli operai e dagli intellettuali.

E' la “banalità del male” come ha spiegato Hannah Arendt: il volano attraverso il quale l'orrore mette radici nelle coscienze. Nella inconsapevolezza dei crimini. Nel fastidio di dover verificare le menzogne. Nella sbrigativa (oggi) ricerca della verità attraverso i social: là dove le menzogne dilagano. Lavrov ha ritenuto di poter avere a Rete-4 condizioni di tolleranza che gli consentissero di veicolare anche le falsità più spregevoli. Ora, se vuoi intervistare Lavrov, non puoi contestargli ogni affermazione. Ma neppure puoi consentirgli un comizio. Parliamoci chiaro: non c'è giornalista al mondo che non abbia invidiato Giuseppe Brindisi. Le affermazioni di Mediaset, però, che “i telespettatori hanno potuto valutare la verità assurde di Lavrov” non stanno in piedi.

In un paese di ignoranti, di cittadini che hanno difficoltà a declinare persino il nome del presidente della Repubblica, le parole di Lavrov non sono state quasi certamente recepite “criticamente”. Sarebbe il caso di evitare l'ipocrisia. Brindisi è un uomo che piace, specie al pubblico femminile. E' conosciuto. E' il “vicino della porta accanto”. La gente, si fida di lui. E se lui fa parlare uno che afferma certe cose, quelle cose appaiono” “verosimili”. Anche se sono schifose menzogne. Funziona così. Lo ha detto il telegiornale. E se lo dice il telegiornale è il Vangelo. In questo caso il Vangelo di Lavrov. Che ha scelto Rete-4 e l'Italia perché in Italia ci sono milioni di mai esausti adoratori della Russia. “Buon lavoro, per la pace, signor Lavrov”. Così si è congedato Brindisi. E' possibile dire che questa frase poteva risparmiarsela? E possibile dire che un “buonasera” sarebbe stato bastantemente educato?

MENZOGNE – In cosa consiste il “lavoro” di Lavrov? Come si è sempre detto anche per gli ambasciatori, l'attività di Lavrov è quella di essere stipendiato “per mentire”. Consuetudine consolidata. Andrej Gromyko, celebre ministro degli esteri dell'URSS passato alla storia come “il signor No”, mentiva a ripetizione. Non c'era cosa, argomento, persona, sulla quale Gromyko non mentisse. Era abile a manipolare la Storia. Non è dato sapere se Gromyko conoscesse Anatolij Fomenko, matematico moscovita fondatore della new chronology. Ma visto che Gromyko rimase in carica fino al 1985, probabilmente lo conobbe. Fomenko era uno che non poteva non piacergli. Essendo le sue idee spazzatura, ovviamente i suoi libri sono stati tradotti: anche in Italia. Niente in letteratura funziona più della spazzatura.

Cosa si inventa nel 1973 Fomenko? Una cronologia lunga 19 metri che comprende tutte le epoche storiche dal 4000 AC al 1800 DC. Fondata su supposti fatti statistici, la teoria di Fomeko spiegava che l'universo mondo altro non era che la sintesi di elementi slavo-tartaro-mongolico e turco dai quali avrebbe avuto origine la Russia moderna. Secondo Fomenko, l'Egitto menzionato nel Pentateuco, altro non sarebbe che la Rus' dell'Orda d'oro del XIV-XVI Secolo. Ergo i faraoni erano russi. Roma? Ma quali Romolo e Remo: Roma per Fomenko l'hanno costruita i Papi: dopo Firenze e in pieno Umanesimo. Fin qui niente di grave: di gente che si reputa Napoleone è pieno il mondo. Ma Fomenko non è uno qualsiasi: è uno che in Russia viene rispettato, persino dallo scacchista Garry Kasparov. Quello che viene insegnato nelle scuole occidentali, per Fomenko, neppure è una balla. E' un vero complotto ordito dall'Occidente con la complicità delle Chiesa cattolica per sottomettere il mondo russo all'identità “cattolica, latina, germanica, atlantica”. UFO a parte, ci sono tutti.

Certo che oggi deve essere complicato: anche per il macellaio di Mosca. Finché il Papa soffrirà di disturbi al ginocchio è salvo: Francesco non andrà a Kiev e neppure chiederà di essere ricevuto a Mosca. Si limiterà a pregare e ad ignorare quel Kirill patriarca di Mosca: vassallo di Putin, con villa (accanto a quella di Putin sul Mar Nero), con chalet in Svizzera, con orologio da 30.000 euro al polso, con favoloso patrimonio personale (4 miliardi di dollari: ma quanto rendono le elemosine?) in banca, con vacanze sullo yacht del compagno di merende (KGB) Vladimir Putin. Non so bene come funzioni, ma un Papa cattolico può scomunicare un patriarca ortodosso che benedice la guerra? Forse potrebbe, ma secondo i più accreditati vaticanisti, Bergoglio non lo farà mai.

NEGOZIATO – E' la parola d'ordine dei pacifisti. Quelli pro Putin e quelli che (pur condannando Putin) schifano NATO e Stati Uniti. Come negoziare con uno che la pace non la vuole, è misterioso. Secondo i vari Orsini, Pagliarulo, Canfora, Revelli, Di Cesare, Montanari, Santoro, Vauro, Conte (Giuseppi ), Di Battista, Grillo (Beppe ), Petrocelli, Barenghi, D'Orsi, Armeni, pare di capire che l'Occidente dovrebbe convincere Zelenski ad arrendersi consegnando Crimea, Donbass e magari altri territori a Putin. Non è chiara la posizione di Salvini: lui “lavora per la pace” e sta “con Papa Francesco”. Che non risulta, peraltro, se lo sia mai “fumato”. La singolare posizione di alcuni pacifisti è quella che “non è la Russia che sta facendo soffrire l'Ucraina: è l'Ucraina che non arrendendosi fa soffrire l'Europa”.

La coscienza, ma soprattutto il portafoglio. Poi, poiché anche in Occidente si mente a più non posso, la foglia di fico è quella dei morti e dei profughi. Ci avviamo ai 70 giorni di guerra senza una soluzione. Con lo spettro di un conflitto nucleare. Con l'assassino moscovita che scherza con il fuoco. Un aereo da ricognizione russo è sconfinato nello spazio svedese. Tra un mese la Svezia e la Finlandia potrebbero far parte della NATO. E secondo i trattati NATO, una violazione dei confini di un paese aderente all'Alleanza, consente alla medesima di reagire. Con le armi.

ENERGIA – In Italia ferve (assieme a quello sui giudici che sono arrivati a scioperare e alla crisi del centrosinistra e a quella del centrodestra) il dibattito sulle “rinnovabili” . Specie ora che l'Italia, al pari di altri paesi, ha deciso di non pagare più Putin per il suo gas a basso prezzo. Mi ha scritto un amico, fisico nucleare all'ENEA. Essendo non competente, giro qui le sue riflessioni:

“Tra il 2010 e il 2015 la potenza elettrica necessaria all'Italia era di circa 32 GW dei quali il 25% coperto dalla Francia grazie al suo surplus di energia nucleare. La situazione attuale non è molto cambiata rispetto al 2015. Ma la potenza fotovoltaica ed eolica alle fine del 2020 era pari a 32,5 GW. Ergo, per quale motivo, non sono state chiuse le centrali a combustibili fossili e non si smesso di comprare energia elettrica di fonte nucleare dalla Francia? Forse perché quei dati sono “ballerini.

Secondo uno stadio dell'Università di Padova per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi fissati, l'Italia dovrebbe installare 70 GW di rinnovabili nei prossimi 10 anni. Circa 7 GW l'anno. Ma per ostacoli burocratici l'anno scorso si è rimasti a 0,8 GW. Insomma l'obiettivo di raggiungere i 100 GW complessivi in grado di riscaldare le case, alimentare le batterie della auto e i sistemi delle industrie, sembra in questa situazione irraggiungibile”

Il che dimostra – questo lo scrivo io – quanto velleitario sia il dibattito sulle case riscaldate dal sole e sulle pale eoliche da seminare su tutto il territorio. Piaccia o non piaccia salvo inquinare con il carbone, il petrolio o il metano, l'unica possibilità per sottrarsi al ricatto del gas è quella di varare un piano per il nucleare di ultima generazione. Presente in Francia, Finlandia, Cina, India e Stati Uniti. Rischioso? Niente è privo di rischi.

TOLLERANZA – Sapete chi è Adurel Karafili? E' un giovane (nullatenente) albanese che assieme ad altri 10.000 aveva partecipato a Ferragosto ad un rave party nel Viterbese, causando al signor Piero Camilli, proprietario dei terreni, dove la festa si è sviluppata, danni per oltre 300.000 euro. Dopo 8 mesi di indagine, la giustizia italiana ha prodotto un solo responsabile. Uno su 10.000. Che ora, tra l'altro, rischia due anni di carcere. I danni li pagherà lo Stato, visto che Adurel è indigente. Cioè li pagheremo noi tutti. Il ministro dell'Interno, Lamorgese? Lei non pagherà. La politica del ministero è quella della “tolleranza”. Il ministro è noto per la propensione a sciacquarsi le mani. Come fece 2000 anni fa un romano passato, per il suo gesto, alla Storia.

Dallo sport uno si aspetta sempre belle cose. Ma non sempre va così. Ti accendi per Bagnaia che in MotoGP ha rinverdito le gesta di Valentino Rossi, e per Sinner che sembra spesso sul punto di collassare salvo riprendersi grazie ad una forza mentale che ad altri manca. Ti dispiaci per come l'Olimpia sia uscita dal basket continentale e speri che non scenda al Taliercio con propositi bellicosi. Anche perché, classifica alla mano, potrebbe convenirle risparmiare le forze. Ascolti Ceferin che tuona contro la Superlega. Monopolista, che ha infierito sui tifosi italiani e spagnoli rei di non aver sostenuto (come gli inglesi) bastantemente il suo Palazzo d'Inverno.

In Italia mentre il campionato tra VAR e gare senza senso, (con risultati da scapoli-ammogliati) continua a produrre veleni, la corsa scudetto si è ridotta a Milan ed Inter. Con un convitato di pietra. Non la Juventus che non è mai stata in lizza per il titolo. Ma il suo presidente Andrea Agnelli che ha spiegato di “voler bene all'Inter”. Suo padre Umberto, fatto oggetto negli anni Sessanta degli strali milanesi (quella di vincere “a tavolino” è sempre stata una fissa dell'Inter) probabilmente si sarà rigirato nella tomba. Non è una realtà parallela alla Lavrov: è la realtà. Dove tutto è possibile. Anche che un presidente della Juventus dichiari di “voler bene all'Inter”.

 

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