- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Animali non proprio fantastici

PDFPrintE-mail

Lunedì 2 Maggio 2022

 

basket-eleni

“I campioni dello sport hanno bisogno di amore, anche interessato, anche se prima di tutto dovrebbero essere loro ad amarsi, senza mangiare schifezze, bere da paura, festeggiare quando bisognerebbe dormire e non tatuarsi troppo”.

Oscar Eleni

Con una bussola rotta fra gli 800 abitanti di un bel paesone inglese sul mare del Nord cercando il posto dove l’esploratore e cartografo James Cook faceva apprendistato in una bottega di tessuti prima dell’arruolamento con la reale marina che gli ha permesso lo sbarco in mondi nuovi, dal Canada alla Nuova Zelanda. Voglia di colori e sardine diverse, il desiderio della solitudine per non sentire più una parola fra finti competenti di guerra e virus, fra mostri dell’esistenza che evadono da prigioni mentali più sporche di quelle dove gli inglesi hanno incarcerato Bum Bum Becker, anche se era andato dal giudice con la cravatta di Wimbledon, magari per avere uno sconto di pena dopo troppe evasioni.

Profumo hawaiano a Stathes dove è facile ottenere asilo politico, senza dove mandare al diavolo il Bojo che comanda in Albione quando suggerisce, ah l’umorismo inglese, di mandare i rifugiati ucraini nel Burundi.

Momento di riflessione pensando a Mino Rajola che agli eredi nella professione più seguita in questo secolo antisportivo suggeriva per il successo di amare gli atleti più dei loro datori di lavoro. Ci è dispiaciuto per la sua morte a soli 54 anni, non eravamo mai stati affascinati dagli agenti dei giocatori, da chi faceva il loro interesse, ma anche il proprio nel nome dell’amore.

Certo che i campioni dello sport hanno bisogno di amore, anche interessato, anche se prima di tutto dovrebbero essere loro ad amarsi, senza mangiare schifezze, bere da paura, festeggiare anche quando bisognerebbe dormire e non tatuarsi troppo col rischio di farsi più male. Chissà se vogliono davvero bene ai loro protetti quelli che hanno iscritto alle scelte NBA due ragazzotti come Spagnolo e Procida, bei prospetti niente da dire, abbracciati al muro del pianto per la retrocessione di Cremona e Fortitudo Bologna.

Un brindisi salutando Rajola che magari avrà fatto anche il cameriere da ragazzo, ma intanto parlava sette lingue ed era arguto più di certi giocatori coccolati, di alcuni dirigenti che con la loro furbizia non sono riusciti a salvare squadre malfatte, furbo abbastanza per mandare a quel paese chi non capiva quel suo modo trasandato che confondeva la controparte, quella che pensava di ingannare lui e i suoi pupilli, senza giustificare il suo abbigliamento trasandato: “Devo discutere di soldi e non di moda”. Ecco la chiave di tutto.

Lui è stato bravissimo, ha guadagnato bene, ma l’idea di uno sport violato, non soltanto da chi si droga, da quelli che non sanno davvero cosa farsene della tregua olimpica, dai padroncini che non telefonano al loro allenatore malato, non capendo neppure perché giocatori che loro pensano di pagare bene vanno magari a fare una serenata sotto la finestra dell’ospedale dove è ricoverato il Sinisa Mihajlovic leone vero in un mondo dove piacciono più gli ammazza conigli. Chi sono nello sport? Li chiamava così il caustico giornalista inglese Brian Glenville quando doveva elogiare tipi come il centroavanti Mariner, bravo coi deboli, debole con i forti.

Una categoria dove pascolano moltissimi giocatori e chi ha resistito, guardano sulla Rai lo spareggio salvezza nel basket perso dalla Fortitudo Bologna contro Napoli, ne avrà visti tanti sul campo, in tutte e due le squadre, anche se poi una ha festeggiato e l’altra è stata mandata al diavolo quando ancora pensava di essere assolta andando sotto la curva dove gente delusa chiedeva ai chi comanda oggi di liberarla questa Fortitudo che scende in A2 proprio nel momento in cui il Petrucci ha reso più stretta la via per il ritorno nella massima serie dove, secondo o presidente e qualche suo scudiero, per il bene di Azzurra anche se tenera, lui vorrebbe una massima serie con al massimo 12 squadre.

La parabola inglese, purtroppo, non ha negato la vista dell’orrido sul Pala Dozza, riuscendo a sorridere per il messaggio del nostro caro collega e speriamo amico Lorenzo Sani alla fine del disastro: “Mentre guardavo Fortitudo-Napoli mi sono reso conto che l’intervallo era più utile per gli spettatori che per i giocatori”.

Deve essere così se ancora c’è gente che è pronta a spendere per vedere certi spettacoli, magari trenta euro per l’ultima fila in alto come succede adesso a teatro. Amore e al diavolo la critica che magari ci spingeva nei cinema di essai quando invece il divertimento era altrove. Non ci siamo mai pentiti di preferire Bergman o Godard ai panettoni, ma certo le cose funzionano ancora così se al cinema incassano di più gli Animali Fantastici fra i segreti di Silente che alla faccia dei due pallini si sono già guadagnati oltre 7 milioni di euro, la stessa strada che sta facendo un Pieraccioni maltrattato per il suo film sul bordello svizzero avuto in eredità.

Nello sport le cose vanno più o meno così anche se ti viene il nervoso sapere che in troppe situazioni viene data libertà di far vaccate a creature che non meriterebbero né un voto né una stretta di mano. Si ritarda su tante cose, tremando per il domani, magari dei Giochi invernali nella siccità di Milano, o magari europei di atletica dove si fa una gran confusione già soltanto per portare certi avvenimenti a casa di chi si occupa di salute propria più che di sport altrui come ci dice, allarmando si spera non soltanto noi, Luciano Barra nelle sue note dal Rattoppo dove torna dopo viaggi nel mondo internazionale dello sport.

Qui sul Mare del Nord sanno anche questo e pur giocando a freccette si informano per sapere se davvero Carlton Myers farà per la Fortitudo retrocessa e da liberare quello che ha fatto Paolo Maldini per il Milan. Che ne sanno loro di questi due campioni? Uno dice che li conoscono meglio di noi. Va bene. Una pinta barista che ci dobbiamo occupare di pagelle cercando di non seguire la pista del risultato che tutto mortifica o beatifica, nella speranza di essere lucidi abbastanza come quelli della Lega Adriatica che hanno votato Zelimir Obradovic come migliore allenatore anche se il suo Partizan è andato fuori prima del tempo dall’eurocup.

Bisogna ascoltare e ha ragione Taucer quando spiega anche le molte sventure dell’Armani con questa smania di andare sempre ad alta velocità anche quando si potrebbe utilizzare tutta la “rosa ampia”, scegliere ritmi diversi. Vero. Anche se nella partita rimediata da Milano alla fine contro Brindisi veniva da ridere pensando a tutti quelli che non hanno mai giustificato sconfitte o debolezze di Milano perché in casa Armani avevano dato 18 giocatori già quando si poteva aspettare di capire se poi si poteva correggere. Discorso preferito da chi ha scelto Messina come bersaglio per la propria frustrazione, invidiuzza da portineria in difesa di gente per cui non varrebbe la pena rompere amicizie, di finti genietti della lampada che nello sport pensavano e pensano ancora di poter ragionare come quelli che licenziano col telefonino e si lamentano sempre anche quando dovrebbero andare nella galera con Becker.

Al diavolo per aver risparmiato sulla sicurezza nei posti di lavoro, per aver pagato due euro il raccolto di dieci ore, contenti di aumentare i prezzi, come il tabaccaio che allungandoci sigari, aggiungendo 50 centesimi al costo, ha allargato le braccia: “Eh il governo, eh Draghi, eh Mattarella, … eh la sinistra, eh la destra, …” Un giochino che ai tempi della peste costò qualche vita, che potrebbe costarla anche adesso con la peste tornata, come virus, come tamburo non tanto lontano di guerra globale mentre tolgono l’IVA alla vendita armi e non agli assorbenti o a latte per i bambini, mentre riscoprono stipendi dorati a dirigenti di aziende dove i sottopagati stanno sul pezzo per ore mentre i capi giocano a golf.

Dunque ai voti e ai remi.

• 10 Al CINCIARINI dell’ottava doppia stagionale nella rimonta di Trento che ha dato a CAJA e a Reggio Emilia, partita per salvarsi, i play off.

• 9 Al FONTECCHIO rigenerato in terra basca per il trentello con tre stoppate rimbalzi e recuperi che ha dato i play off al Baskonia dei tormenti. Di lui si è dimenticato forse anche il Sacchetti pro tempore, anche perché il Petrucci tonante contro l’eurolega che non gli lascia Melli forse aveva dimenticato quelli fuori porta.

• 8 Alla VIRTUS BOLOGNA per la prova di forza mostrata a TREVISO, per essere entrata in forma come l’anno scorso nella primavera che conta anche se l’ostacolo di mercoledì a Valencia è durissimo e non soltanto per il montenegrino Dubljevic.

• 7 Al John PETRUCELLI che forse diventerà pure italiano dopo questa stagione bellissima con BRESCIA vera rivelazione della stagione insieme a TORTONA. Trenta di valutazione nel giorno in cui a Varese hanno scoperto che forse è già ora di ricostruire.

• 6 Al DE RAFFAELE della REYER amica risanata proprio nelle ultime giornate. Lui, come l’ANCELOTTI dei 5 capolavori nei 5 grandi tornei del calcio europeo, ha dentro qualcosa, come dice Sacchi del suo amato Carletto, che va oltre la tattica.

• 5 A PESARO e TRIESTE se domenica giocandosi l’ultimo posto disponibile nei play off non penseranno di essere andate oltre le loro reali possibilità. Per noi Banchi e Ciani meritano più della riconferma.

• 4 A TRENTO se non dovesse valutare bene quello che ha portato la squadra di MOLIN dalle stelle di metà stagione alle stalle di un fine stagione chiuso dove forse meritava una rosa costruita davvero male, quasi in zona retrocessione.

• 3 A SASSARI rientrata nel giro che conta se spera di essere sottovalutata per questa navigazione sotto traccia. Con BUCCHI al timone e i Sardara in sala di regia diffidare della Dinamo sarà saggio cominciando da Brescia che nei play off in partenza il 15 maggio potrebbe trovare proprio i sardi.

• 2 A BRINDISI che nel giorno maledetto dell’infortunio ad Harrison ha anche perso una partita che Ale GENTILE aveva cercato di farle vincere almeno fino ai cinque minuti finali. Stagione balorda dove tutto, ma proprio tutto è andato male, persino una partita contro i “resti delusi” di Milano, anche in una giornata dove fare canestro sembrava facile e non soltanto per ZANELLI.

• 1 A MESSINA, bravo nella stagione europea, severo con se stesso ma anche giusto con i giocatori dopo la caduta sul campo dell’Efes onorando la società, perché, dopo la bacchettata sulle nocche dal caro presidente federale per aver detto degli arbitri quello che tutti pensano, ora quelli non soltanto rifiutano il dialogo, ma non vedono l’ora di dargli un bel tecnico appena la sua faccia cambia colore, quindi quasi sempre se in campo ci sono certi giocatorini che credono di essere grandi giocatori, italiani o stranieri non conta.

• 0 Alla FORTITUDO come società e come squadra per aver lasciato la serie A e, invece di pentirsi per le troppe cose sbagliate in una stagione di micragna, ci ammonisce dicendo che la perdita della Effe e del suo popolo è una grave danno per il basket nazionale. Certo che è vero, ma allora voi che la guidavate perché avete fatto di tutto per arrivare alla fine con la gente urlante che vi mandava al diavolo chiedendo che la società fosse liberata?

 

Cerca