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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Armani ovvero della volpe stanata

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Lunedì 4 Aprile 2022

 

bilan


“Piacerebbe che la federazione si attivasse per proporre qualcosa di nuovo. Certo, è difficile in pieno professionismo bislacco: nella pallavolo lo ha scoperto persino un maestro come Julio Velasco, che ancora vaga insegnando”.

Oscar Eleni

Convinto da un grande scienziato a firmare la carta dove gli ottimisti pensano che questo sia il migliore dei mondi possibili e il pessimista è convinto che sia vero. Ci bombardano l’anima, litighiamo per bazzecole, festeggiamo per stupidaggini. Tutti insieme appassionatamente per tornare a sorridere. Su cosa? Con questo magone dentro ho cercato di convincere Hugo Cabret Rapuzzi, uno che sa guardare dentro la gente amando lo sport per le sue armonie, facce, pensieri, anche quelli brutti, a non passare notti di viaggio per andare a Lubiana a vedere le rappresentanti della pallavolo italiana impegnate nelle finali delle coppe europee.

Era un patito del basket, ma quelli del volley, come ci diceva Giani, ora allenatore della Francia, oltre che di Modena, quando scrivemmo insieme il libretto sulla sua vita che purtroppo non ricorda nessuno, lui provò prima con il basket, ma si trovò circondato dal professionismo senza sentimento e allora fu facile al volley rubarlo e regalarlo alla squadra del secolo di Velasco. Ad uno dei pochi lettori rimasti, lui almeno ricorda il nostro nome dimenticato da presunti amici e simpatizzanti per questo esilio professionale, avevamo proposto un viaggio in Guatemala, nel bacino della Meso America dove sorgeva Peten, con superaffollamento per chilometro quadrato nel primo millennio avanti Cristo, oggi soltanto rovine e bella vegetazione.

Un posto per meditare, dimenticando le bombe, le truffe, le ingiustizie, la burocrazia asinina, le carte di credito, con o senza quella bestia del PIN, fingendo di credere che il calcio italiano si è davvero riunito per elaborare il “lutto” dell’eliminazione mondiale, sapendo invece che siamo tornati al pollaio dopo le liti e i fischi di Juventus-Inter dove la notizia era Allegri che imitava il Pozzecco strappa camicie del basket dopo le decisioni irritanti del VAR che avevano influenzato, male secondo la maggioranza, Irrati. Altro che pentimento, altro che revisione del sistema mentre le procure invitavano i peccatori a spiegare. Vedrete che con qualche omaggio in più si chiarirà quasi tutto. Le multe e le penalizzazioni vanno al Chievo non ai super club.

A spopolare quella terra dei Maya ci pensò il vaiolo, qui non si sanifica, si pontifica se un professionista superpagato salta gli allenamenti, se un altro va contromano in autostrada dopo aver fatto a botte ed essersi ubriacato, qui si rimpiangono gli sfascia squadre se ci manca un gol, un canestro, una schiacciata, se l’agente inventa il mal di pancia per avere la sua fetta di torta. L’assistito giocherà, migliorerà, troverà la gioia. Cosa importa cari tontoloni. Il denaro non puzza mai, anche se mandi un titolare a fare la riserva, anche se compri e svendi armi, se speculi sulla medicina per gente disperata.

Questo lo stato d’animo per uno di basketlandia nel giorno in cui la volpe Armani viene scavalcata dalla Virtus Bologna dopo essere stata presa in trappola dai triplisti di Sassari guidati dal trentanovenne professor Logan e da Miro Bilan (nella foto), il 2.13 di Sebenico che Sardara ha rivoluto nell’isola del triplete visto quello che succedeva in Ucraina dove era andato a mostrare le sue delizie sul piede perno. Chiedere di pensare ai ciuff e ai flop fa star male perché non abbiamo l’ottimismo di un grande come Jovanotti, la fede di un Papa vero, la pazienza di altri che in zona ottant’anni pensano che esistano ancora primavere di bellezza anche se siamo in piena bruttezza.

Il basket che ha richiamato l’attenzione dopo la decisione del presidente federale, appoggiato da quello del CONI, per dire alla FIBA dei Ponzio Pilato, insieme ad altre federazioni straniere del baloncesto, che contro la Russia e coi bielorussi non si giocherà a luglio per qualificarsi ad un mondiale super allargato.

Diciamo un Petrucci d’assalto, lo stesso che si è complimentato con il general Scola e con Bulgheroni per il progetto che farà ritrovare a Varese il Sacromonte, anche se c’è chi teme, con una certa ragione, che ripartire da un buon vivaio avrebbe senso se poi nella tana non arrivassero i cacciatori col fucile dorato e le offerte impossibili da rifiutare per le famiglie dei ragazzi dotati e istruiti da agenti con “u pilu” sullo stomaco. Certo che il progetto è buono, ma da tempo nelle società si è preferito lasciare ai “poveri” il compito di educare, pronti a saltare sulla preda.

Ci piacerebbe che la federazione oltre ad applaudire chi fa così bene si attivasse per proporre qualcosa in tutto il territorio. Certo è difficile in pieno professionismo bislacco, lo ha scoperto persino un geniale maestro come Julio Velasco, che ancora vaga per la Penisola insegnando ai giovani tecnici, nella pallavolo dove il reclutamento a livello femminile è facile e crea entusiasmo, grazie anche al Club Italia, mentre a livello maschile questo club non si è mai fatto ed infatti è più difficile creare lo stesso ambiente e avere un fortunato raccolto. Figurarsi nel basket se accetterebbero un Club Italia, qui sono ancora sotto choc per aver dato il permesso ai ragazzi della Tam Tam di Antonelli, tutti fuggiti dal dolore, quasi tutti accolti e aiutati dove interessava davvero il problema senza chiedere un voto in più.

Basket che fa giocare alle sue squadre più ricche anche 90 partite. L’azzurro Melli, l’italiano del momento, concretezza non svolazzi, si è fermato per gastroenterite dopo 58 gare giocate già a marzo. Vero che le tribune vuote hanno anche indebitato chi non aveva alle spalle Armani o il signor Zanetti che sostiene le Virtus bolognesi, maschile e femminile, ma lasciateci dire che in mezzo ai battimani, i consensi per quello che piace ai giornaletti, ci piacerebbe sapere di spedizioni in terre dove troppi vivai si sono bruciati. Ma come, non vi sembra bello che le nazionali under siano state affidare a Pozzecco e Magro? Certo, ma anche questa sembra più vetrina. Cosa troveranno dietro i due esploratori? A loro il compito di farci pentire per ogni critica anche se non diremo mai viva il presidenton per una scelta logica e popolare che piace ai giornali.

Pagelle per arrivare ai peperoni che hai pagato ma non ti hanno messo nella sporta, una truffa da mercato in cui si casca sempre, un po’ come gli osanna per i giocatori che segnano tanto perché tirano tutto quello che capita come se fossero gare individuali di freccette e non un gioco di squadra, qui o nella NBA, magari anche nel campionato spagnolo dove il Real Madrid sembra avere più problemi dell’Armani, visto che la coppia è stata lasciata indietro dal Barcellona e dalla Virtus.

• 10 Ai SARDARA, padre e figlio, perché la SASSARI che ha fatto cadere Milano dal primo posto resta qualcosa di fatto bene, costruito con anima e core. Grande il trio Logan, Bilan e Bendzius, grande ed educato bene il pubblico che ha accolto e fatto piangere l’ex POZZECCO.

• 9 Alla TREDICESIMA notte felice del Magro che ha portato BRESCIA a ridosso delle grandi elette, minaccia seria per chi fra Milano e Virtus rischierà una semifinale contro il nuovo allenatore della under 20 nazionale.

• 8 Alla VARESE olandese perché dopo averci stupito con l’attacco sturm und drang adesso vince, come ha fatto a Brindisi, con la difesa.

• 7 Al BRAMOS che aveva promesso a DE RAFFAELE e alla REYER che sarebbe tornato in tempo per mettere tutti in all’erta come si è visto nel successo contro Reggio Emilia.

• 6 Al BANCHI per sta portando Pesaro verso una salvezza meritata da chi come Costa e Magnifico, dal Consorzio, ci ha creduto sempre, impegnando il poco che c’era in cassa. Un toscano che non tradisce e, soprattutto, non ama il pettegolezzo come altri che, ad esempio, parlano di fronda per i metodi messiniani.

• 5 Alle FEDERAZIONI che non hanno affiancato PETRUCCI e MALAGÒ per la scomunica a Russia e Bielorussia.

• 4 Alla CAROLINA del Nord e del Sud, la prima per aver eliminato Duke e mandato in vacanza portento BANCHERO, la seconda per aver sconfitto il paisà AURIEMMA nella finale NCAA femminile.

• 3 Al SANDERS della REYER fermato sulla pessima A26 dove già si rischia molto a pagamento perché andava contromano dopo una notte di legnate e bevute.

• 2 A TREVISO che si trova improvvisamente invischiata nella lotta per la salvezza, una sola vittoria sopra la Fortitudo che sta reagendo come ci si aspettava da una squadra che ha dietro un bel popolo e in panchina un buon allenatore.

• 1 A BRINDISI perché vedere la squadra di Vitucci ancora in zona play off dopo tanti guai, infortuni, partite giocate e perse male, fa pensare che il nostro basket sia troppo di bocca buona pronto a perdonare tutto e tutti.

• 0 A MESSINA se non troverà una strada per ridare sorriso a gente che in molti casi meriterebbe il bastone sulla groppa. Come sempre da noi si critica il buon pastore se le pecore vanno a brucare dove non dovrebbero, se chi gioca male da troppo tempo fa sapere in giro che molti sono stanchi del burbero Ettorre, che se ne fottono se uno come GINOBILI dice che è diventato uomo e vero giocatore anche passando in casa VIRTUS, perché a loro interessa l’aiutino in pagella e fra gli scout per avere domani un contratto da un’altra parte dove diranno che si sono trasferiti per il prestigio della società, l’arte del proprietario, le qualità del tecnico. Voci dell’inverno, a primavera, si sa le rondini tornano dove stanno meglio e non vengono rimproverate se passano la palla agli avversari e sbagliano tiretti da sotto.

 

 

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