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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
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(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Una vicenda di veti piu' che di voti

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Martedì 18 Gennaio 2022

 

senato 


Storie e contro-storie di una settimana piena di fatti balordi: che ciascuno legge come meglio gli aggrada. E che invece meriterebbero ben altre riflessioni. In nome di cosa e di perchè? Sarebbe proprio questa la vera questione.

Andrea Bosco

Veto: era il termine latino che i tribuni romani usavano quando si opponevano ai decreti del Senato. Il veto è esercizio democratico. Può piacere o non piacere. Può essere giusto o ingiusto. Ma è lecito. Quindi dalla sua rattoppata nave il marinaio non riesce a comprendere il motivo di così tanta dichiarata indignazione nei confronti di chi si oppone a questa o a quella candidatura. La favoletta che il presidente della Repubblica debba essere “condiviso” è appunto una fiaba per i bambini smentita dai fatti (oltre che dai numeri) in decenni di Repubblica.

Il veto non è un affronto. E' un esercizio attraverso il quale si cerca di obbligare la parte avversa a cercare vie alternative per una “soluzione”. Nel becco dei piccioni che arrivano a posarsi sull'albero maestro della nave del marinaio, le notizie si succedono in modo preoccupante. Un solo candidato a destra. Nessuno per ora a sinistra. Veto a sinistra sul candidato della destra. Replica della destra: non osate vietare. Tradotto: faida. Guelfi contro Ghibellini.


VACCHE
– Mercato delle “vacche” aperto (con tante scuse alle vacche). Voti in libertà all'incanto. Non vige nel Bel Paese il vincolo di mandato e quindi il mestiere parlamentare più esercitato è quello del voltagabbana. Il contenitore più frequentato si chiama “gruppo misto”. Chiunque sarà eletto alla presidenza, fosse financo quel Mario, invocato solo pochi mesi fa come il salvatore della Patria, si troverà a presiedere un paese diviso, facendo diventare un ossimoro l'attuale governo di (pretesa) “unità nazionale”.

Il marinaio resterà a lungo sulla sua nave. Meglio continuare (appena sarà possibile) a navigare piuttosto che scendere a terra con il pericolo di incrociare i misirizzi della politica. Lo spettacolo è indegno. Mentre il paese è alle prese con la pandemia. Con la crisi economica. Con l'inflazione. Con i prezzi dal gas alla pasta, alla tazzina di caffè che continuano a salire. Il Colle deve essere una garanzia. L'attuale inquilino ha spiegato ripetutamente di non voler bissare l'incarico. Di non essere interessato. Potrebbe – ad avviso del marinaio – farlo se i partiti si impegnassero per una riforma della legge elettorale. Ma per quella riforma i partiti sognano le calende greche. Perché ai partiti poco importa della governabilità. Importano le poltrone. Come è sempre stato.

ATTRIBUTI – Nole espulso dall'Australia. Applausi. Ci sono leggi in quel paese da rispettare. E in quel paese hanno gli attributi. Non come in Italia dove politici, filosofi, sportivi ( ???), terrapiattisti vari, presenziano a cortei di protesta nel nome del vaccino da rifiutare, senza mascherine, assembrati, alitanti uno vicino all'altro e senza essere MAI puniti. Quindi applausi al governo dei canguri che non si è piegato (come avrebbero preteso gli organizzatori del torneo) al dio denaro. Nole: un grande che ha perso mille punti in una volta sola. Spocchioso, bugiardo, irritante e senza vergogna. Pericoloso per se stesso e per gli altri. L'Australia diventi un esempio. E le sue decisioni un monito, un precedente contro chi pensa di poter (nel nome di una bislacca idea di democrazia) farsi beffe delle leggi.

No Vax: vi va di culo di non vivere ai tempi della Serenissima e della peste che a lungo la piagò. Perché foste vissuti in Laguna, in quel momento storico, se sgarravate vi avrebbero tagliato la testa.

BARNUM – Il marinaio ha grande difficoltà a parlare ormai di calcio. Il Barnum sta producendo orrori: dal Var, dai conti in rosso delle società, dal disinteresse sempre più diffuso dei tifosi, dalle vendite in calo dei giornali, dall'acqua pestata nel mortaio ormai in quasi tutte le emittenti radiofoniche e televisive. Verità: questa sconosciuta nel calcio. L'Inter è in testa perché è visibilmente più forte e meglio allenata. E perché ha un dirigente, Marotta, bravo e con la testa sulle spalle. Per il resto, si gioca, ogni giorno: senza ritegno. Nel segno del denaro. Che non basta mai. E mai basterà. Dybala ne percepisce 7 e mezzo all'anno. Ma ne vorrebbe 12 e mezzo. Se ne andrà a zero. La Juve certamente non incasserà. Ma in compenso non sottostando alle esose richieste del suo capitano ne risparmierà 130 lordi per complessivi 5 anni.

Notizie dal mondo dei canestri. L'Olimpia stecca a Pesaro. Ma in fondo il campionato può attendere. Conta l'Europa. E in quella contrada l'Armani contro il Barcellona aveva fatto meraviglie. La Reyer ha preso il conosciuto Jordan. Buon giocatore da mettere sotto ai ferri. E secondo tradizione veneziana, reduce da infortunio e fermo da tempo. La Reyer a Varese ha giocato la peggior partita, probabilmente della sua recente storia. Impallinata da un play bonsai che ha vestito per una sera i panni di Curry: 1.75 di giocatore costato a Varese 20.000 euro. Il marinaio medita. Ma altri dovrebbero farlo.

VEDI PECHINO E … – Mentre Goggia va a sfasciarsi, ma per fortuna senza infortunarsi, Brignone torna sul podio. E questa per lo sci azzurro è una bella notizia. Non se ne hanno viceversa dalla Cina. Dove dovrebbero disputarsi le Olimpiadi a breve. Condizionale d'obbligo: la situazione pandemica da quelle parti non promette nulla di buono. Ma speriamo che se “cavino”. Per il bene dello sport. Anche se su quel Paese le cose da dire sarebbero tante. E non tutte piacevoli. O no?

 

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