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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / "Quindici uomini sulla cassa del morto"

Sabato 8 Gennaio 2022

 

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Nulla di più stantio che parlare di calcio, … di quel calcio della Lega: un circolo di potere, un mondo a parte, che vive e prospera grazie a un sedimento di privilegi che ha saputo accumulare e che soprattutto il Paese ha concesso. E concede.

Giorgio Cimbrico

Chi sono quelli della Lega calcio? Satrapi? Sensali di cavalli? Sempre molto uniti quando c’è da far passare come un decisionista Ponzio Pilato, sempre molto divisi quando ci sono di mezzo i soldi. Non so che volti abbiano e, come diceva Garcia Lorca, no, non voglio vederli. Me li immagino, con i loro telefonini, i loro lacchè sparsi in molti ambienti, le loro aree di influenza dove convincere, promettere.

Potenti, perché hanno in mano qualcosa per cui c’è ancora richiesta e così pronti a far la voce grossa in fase di trattative con chi tratta quella merce e strepitanti quando qualcuno fa notare che la situazione generale è finanziariamente pessima: si parla da tempo di un “rosso” da due miliardi abbondanti e forse sono anche di più. E loro rispondono di essere e rappresentare la terza o la quarta azienda italiana. Può essere fermata a fronte di qualche pendenza, di qualche debito? Denaro fresco è annunciato in arrivo, state certi.

La Lega calcio non è Kronos che mangia i suoi figli: quando diventano incorreggibili, è sufficiente cambiare loro nome; quando le regole vengono infrante e i flutti stanno per travolgere, arriva sempre un salvataggio e un salvatore. Ultimo esempio, la Salernitana. Il campionato a 19 squadre sarebbe stato come Vulcano, zoppo.

Non ho mai capito se, tutto sommato, siano bravi venditori o abbiano a che fare con controparti facili allo sconforto prima, allo spavento di lì poco. “E se non compriamo, cosa succede?” E così ricordo che non molto tempo fa sono riusciti a spillare grosse cifre dalla RAI per la Coppa Italia che ha anticipato gli scenari del Covid: stadi vuoti senza pandemia.

E’ un inferno paradisiaco, è una corte di maschere e pugnali, un ambiente dal quale potrebbero essere tratte magnifiche opere, ricco com’è di Dulcamara, di Sparafucile, di Jago, di Scarpia o, peggio, di Spoletta. Ammaliatori più o meno rozzi, pronti a vendersi al migliore offerente, a sussurrare menzogne, a governare con spietatezza con l’aiuto di qualche sgherro.

Neppure un eroe in un mondo dalle scarse letture ma in grado di inventare verbi: uno, orribile, è “spalmare” che non riguarda un formaggio molle né una crema al cioccolato, ma i debiti accumulati e gli interessi passivi.

Ricordo un bella battuta dell’allora presidente del Bologna, il signorile Giuseppe Gazzoni Frascara, in occasione dello “spalmamento” in venti anni delle pendenze della Lazio: “Sono troppo vecchio per poter vedere i debiti saldati. Anzi, sono troppo vecchio per veder pagare la prima rata”. Aveva capito tutto.

La Lega è un circolo di potere, è un mondo a parte, vive e prospera grazie a un sedimento di privilegi che il calcio ha saputo accumulare e che soprattutto il Paese ha concesso. Oggi può permettersi di insolentire le ASL, di lanciare i suoi ukaze: “basta essere in tredici e si gioca”. E così mi è venuta in mente la canzone di Long John Silver: “Quindici uomini sulla cassa del morto”. Long John era un pirata alla ricerca dell’isola del tesoro. Quelli della Lega hanno l’isola e il tesoro, e se il baule è vuoto, amen.
 

 

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