- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / La leggenda del vecchio tessitore

PDFPrintE-mail

Domenica 21 Novembre 2021

 

giro-old 


Chiamala, se vuoi, nostalgia. Ma di certo era un mondo diverso: ritagli da incollare alla buona nella memoria. Una lieve tonnellata di ricordi come sanno essere quelli lontani. Un teatro con personaggi autentici e sempre riconoscibili.

Giorgio Cimbrico

Il mondo dei robot e dei manichini, delle esattezze a tutti i costi e dell’umanità perduta. In quella che un grande poeta chiamò Waste Land, terra desolata, è permesso parlare anche di sport: il VAR, l’unica cosa che conti ormai nel calcio, accanto alla durata dei contratti e ai parametri zero, funziona? Il rugby sottoposto a continua autopsia ha ancora il gusto di fango e gloria, ha ancora il fascino della battaglia?


La F1 (se di sport si tratta …) è ancora in grado di suscitare emozioni e non tifo irreggimentato, greggizzato? E il tennis dagli scambi dinamitardi e portati oltre la soglia? E la vela che non tocca l’acqua? E le montagne di carbonio utilizzato per scarpe, mazze, attrezzi di ogni genere?

Come un vecchio tessitore di tappeti, tento, forzando gli occhi, di non spezzare la trama del filo, di seguire, senza smarrirmi, lo schema del disegno: antilopi che si dissetano, uccelli che vibrano sui rami, iris. Tutto deve essere stilizzato, riconoscibile agli iniziati, caotico, senza senso per gli altri

Sto tentando di non farmi prendere dal facile desiderio di arrendermi, devo lavorare con calma, costruire con lentezza, evocare immagini, collocarle: tessere di un mosaico, ritagli da incollare con un materiale noto più introvabile della sua quasi omonima, la coccoina: Coppi morto, Berruti che vince, le estati passate al mare, la mattina, e davanti a un Wimbledon bianco e nero nel pomeriggio, le notizie che rimbalzano da Tokyo – Menichelli medaglia d’oro – mentre ci si avvia a scuola: che quelle ore volino veloci perché dobbiamo saperne di più di quel piccolo uomo volante e rimbalzante.

Una leggera, lieve tonnellata di ricordi piacevoli come sanno esserlo quelli lontani: la decisione di andare allo stadio all’ultimo momento, i botteghini aperti, il posto in piedi o contro la rete, la pioggia, qualche volta la neve, il pallone che sembra un meteorite, i giocatori senza traccia di addominali.

Il passaggio del Giro, la caccia a quel che lanciano dalle auto pubblicitarie, il mercoledì di Coppa dei Campioni, partite decisive, spietate, senza gli artifizi dei gironcini, delle teste di serie, la luce livida che piove sul ring, i racconti di chi ha visto Marciano, Robinson, Basilio, Cerdan, forse apocrifi, forse inventati, sostenuti da cinegiornali indimenticabili. I calciatori che andavano in vacanza a Milano Marittima o a Bogliasco e avevano mogli che potevano sembrare Doris Day o Rosanna Schiaffino. Il calciomercato al Gallia: colpi clamorosi, Jeppson 100 milioni, Savoldi un miliardo. Tutto volava via leggero: sorrisi, stupori, scrollar di teste.

Era un teatro con personaggi riconoscibili: il ricco, il cumenda lo chiamavano, che comprava il giocatore famoso, in grado di cambiare i destini e il giovanotto che arrivava un po’ intimidito, senza corte attorno, a volte con il padre, intimidito a sua volta ma anche sicuro di aver fatto il colpo della vita. Capitava lo stesso con il ciclismo e nel volto del prescelto c’era uno stupore campagnolo, rustico avrebbe detto Pasolini. Il Telesport del lunedì riassumeva tutto con rapide immagini, parsimonia di parole.

 

Cerca