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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Spiaggia anemica dove non amano la polvere

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Lunedì 15 Novembre 2021

 

basket


“Avremo tempo per prendercela con Sacchetti: intanto meglio si metta la corazza, anche se lui è il primo a sapere che del doman non v’è certezza, se fai l’allenatore della Nazionale.”

Oscar Eleni

In fuga dalle crudeli bande giovanili che infestano la darsena milanese, con una carta verde per chiedere rifugio a casa di Astutillo Malgioglio, bel portiere in passato, grande uomo, neo cavaliere che divide con i tanti bambini che ha aiutato il premio ricevuto dal Mattarella desideroso di lasciare il circo della sua e della nostra sventurata Repubblica ispirata da certi cardinali. Le mani di un portiere, il cuore di un gigante.

Sollievo per aver perduto qualche treno in giorni dove le grandi testate, piene di bozzi, le copertine non sembrano portare fortuna come direbbe Berrettini, mentre Tamberi esorcizza tutto ballando con Valentino Rossi ironico il giusto al momento dell’addio al grande motociclismo con il Terruzzi, scuola geniale di Beppe Viola: “Tutto divertente, quasi quasi smetto l’anno prossimo.”

Cosa a cui dovrebbero pensare i super vecchi dell’Armani visto come si comportano quelli che dovrebbero dar loro vero respiro, un’idea che dovrebbe aiutare i riformatori dello sport impigliati fra stadi da abbattere e da dedicare, confondendosi persino sull’Olimpico di Roma, tanto per far capire in che mani siamo. Per fortuna ci salvano i valzer dell’ugonotto olandese Rieu, i primi passi in azzurro della sedicenne cestista Villa, la presa di posizione del presidente della Camera e persino di quello del CONI per far capire al Petrucci l’errore per la difesa della regola, avallata, ahimè anche da un tribunale dove lo sport è considerato rospo a tutti gli effetti, per escludere da un campionato giovanile la Tam Tam squadra per figli di emigrati inventata dal genio Antonelli, mano dorata, uomo di musica e sport, scudetti e belle battaglie.

Vedrete che, prima o poi, si troverà una soluzione, dicono tutti sempre così, come nel caos vaccinale, nel muro torto dei non vaccinati che non compreranno mai il bel libro di Giacomo Poretti, sui tanti turni di notte come infermiere, prima dei molti turni sul palcoscenico con Aldo e Giovanni, dopo averlo sentito dal Fazio mentre diceva che se facessero anche un vaccino contro gli infortuni sugli sci lui sarebbe in prima fila davanti all’ago.

In prima fila ci saremo noi invidiosi per acquistare il libro di Lorenzo Sani sui miti i miracoli e i canestri da Basket City ai pivot di Stalin, passando per la narrazione di un giocatore egiziano il nostro eroe dopo aver riso abbastanza sul bugiardino della prefazione. Tutto questo raccontato bene nella recensione del Walter Fuochi che Repubblica, per fortuna, si è tenuta almeno come collaboratore mentre faceva scivolare fuori dal giornale, che un tempo avrebbe assalito editori del genere, tanti eccellenti scrittori, giornalisti di qualità, ma la malattia è dilagata e a quanto si sente presto avremo soltanto robot in redazione, anche nelle televisioni.

Giuriamo che non siamo stati folgorati dal libro di Sani soltanto perché, pur non facendo propaganda, è entrato nel consiglio nazionale dell’Ordine. Sapevamo che il suo Step Back avrebbe trattato la storia nel modo giusto, senza fermarsi soltanto al basket.

Forse il suggerimento andrebbe esteso anche a chi, nel basket, sembra fare tanta confusione e spiega la palude dove stanno quasi affogando Pesaro, giustamente contestata, Fortitudo, giustamente sostenuta da tifosi che fingono ancora di credere a promesse di certi marinai, la Varese che ha fatto tornare sulla terra i sognatori della bella Trieste ridando colore al Vertemati appena sfuggito al Covid e all’Alessandro Gentile da non mostrare quando tira i liberi, anche se li segna, che ha annientato i muli disorientati e fatto sapere a Meo Sacchetti che nella lunga lista di azzurrabili per le qualificazioni mondiali lui ci stava benissimo. Certo dopo l’ultima giornata sono in tanti a chiedersi il motivo di certe scelte perché a parte Candi, Flaccadori, Tonut, Michele Vitali, Mascolo, forse anche Totè, sempre pieno di guai, degli altri, cominciando da Alviti, lasciato libero per Azzurra dall’Armani che le vede nella stessa crisi che l’anno scorso cancellò il Moretti che a Pesaro vive altre angosce, non abbiamo tracce.

Avremo tempo per prendercela con Sacchetti, nella speranza che sia lui a farci marameo, lui che si trova sulla spiaggia anemica dove i lunghi italiani non amano la polvere dell’area, non sono posti di blocco solidi per i tiratori, confusi anche dagli arbitri che amano scambiare lucciole per lanterne come quel tipo che al Forum, prima di essere smentito dal VAR, voleva dare un antisportivo al già frastornato Grant che aveva fatto un fallo banale, ma ben lontano dall’intenzionalità.

Meglio se Meo si mette la corazza, anche se è lui il primo a sapere che del doman non v’è certezza se fai l’allenatore, in Nazionale o per i club. Chissà come stanno adesso a Sassari, che del suo triplete aveva perso memoria, che nel divorzio dal Poz non sembra aver garantito una squadra decente al Cavina che, ovviamente, ora è fra coloro che son sospesi fra l’amarezza di Sardara e le angosce del Pasquini che passò i suoi tormenti quando fecero fuori il citti. Lo aveva capito il Meo che anche da Azzurra sarebbe stata piadina senza miele prima del “miracolo” preolimpico a Belgrado, speriamo adesso non lo scopra se nell’europeo o nelle qualificazioni dovesse trovare ostacoli per il suo viaggio olimpico verso Parigi anche se il contratto che non comprende le Olimpiadi dice già tanto.

Nel cratere del basket italiota incantati dai velisti raccontati per immagini da un ispirato Marco Pastonesi, rugbista che come tanti si chiede se il futuro della Nazionale migliorerà davvero affrontando sempre avversari troppo lontani perché se è vero che hanno braccia e gamba come i nostri la loro preparazione tecnica e forse anche mentale è ben distante come direbbero gli irlandesi che hanno fatto neri i neozelandesi.

Pagelle per il mercato delle vacche italiane difese a spada tratta da chi non sa dare risposte se il Messina non può concedere riposo ai veterani visto come si comportano i rincalzi, anche se la stessa cosa si potrebbe dire per le lussuose riserve straniere.

• 10 Al temporeggiatori MOLIN che ha mandato di traverso il sabato nel villaggio brindisino di Vitucci con questa Trento che in Europa prende schiaffi, ma da noi se la cava alla grande.

• 9 Al MARTELLOSSI che crea a Udine insieme a BONICIOLLI, per aver organizzato nel giorno della sfida a Desio fra la Cantù imbattuta, e Udine la grande sfidante, un bel ricordo di Gianni Corsolini che nelle due società è stato genio della lampada, facendo consegnare da Recalcati la maglia del ricordo alla mitica Mara, la compagna del conte di Carimate.

• 8 A TORTONA che non smette di stupirci. Viva RAMONDINO e GAVIO, viva MASCOLO e i buoni stranieri che guidano l’orda barbarica della neopromossa.

• 7 A Pino SACRIPANTI che a Napoli ha trovato la sua Camelot anche davanti ai troppi malefici della sorte. Lui non cerca amuleti, soltanto giocatori buoni e con Pargo si sta garantendo persino le finali di coppa Italia.

• 6 A VERTEMATI, via Gentile, e CAJA, seppure battuto dalla Milano sfinita e giustamente spaventata dalla doppia trasferta nella Russia del Covid, per le reazioni dopo settimane da prigionieri del virus.

• 5 Al TEODOSIC fumantino che si è fatto espellere un’altra volta, delizia spesso, ma anche croce di una Virtus che in attacco affascina, ma che in difesa sta sempre dalla parte dei venditori di piumini per la cipria.

• 4 Alla SASSARI confusa, sballottata nel mare europeo e alla deriva in quello italiano, anche se per fortuna loro c’è chi sta peggio.

• 3 A Luca BANCHI, allenatore di qualità, per non aver saputo resistere alle sirene pesaresi che volevano convincerlo di avere una squadra di qualità soltanto per dar ragione a Delfino che non si capiva con Petrovic.

• 2 A TRIESTE che dopo tante coccole meritate ha fatto un po’ come GASPARDO e BALDASSO che dopo il voto alto hanno pensato bene di prendersi quello basso in perfetto stile italiano dove si loda e ci si imbroda.

• 1 Ad Antimo MARTINO che, come BANCHI, pensava davvero di trovare rubini dove Repesa aveva scoperto soltanto scorie di carbone fortitudine. La reazione di Varese non rende così facile la salvezza, purtroppo.

• 0 Alla POLIZIA entrata di forza all’alba nell’albergo dove riposavano i giocatori di Reggio Emilia per verificare se davvero il lituano Olisevicius, 16 punti sul campo, incontenibile per il decantato muro Armani, era ancora positivo al Covid. Rob de matt direbbe alla darsena sui Navigli dove balordi di ogni specie rubano e si accoltellano.

 

 

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