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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
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I sentieri di Cimbricus / Breve elogio della Signora del Martello

Sabato 14 Agosto 2021


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Il terzo oro olimpico consecutivo, assieme ad un canestro di titoli e di record mondiali, assegnano alla polacca Anita un posto in prima fila nella storia dell’atletica. Con una appendice su Hansle e Tiana.

Giorgio Cimbrico

Ora Anita Wlodarczyk è più decorata di un concittadino che il verdetto finale della guerra ha spedito in una zona d’ombra. A Rawicz, Polonia occidentale o Grande Polonia, o Rawitsch in tedesco, era nato Maximilian Otte, asso della Luftwaffe, Croce di Ferro con spade da cavaliere e fronde di quercia, abbattuto dalla Flak (la contraerea) sovietica alla sua 1167a° missione, durante la spallata dell’Armata Rossa in Moldavia, nel 1944. A Rawicz, grafia polacca, è nato anche Robert Machowiak, uno del quartetto campione del mondo della 4x400 a Siviglia ’99: tempo, 2:58.91 proprio come l’Italia in semifinale a Tokyo. Non male per una cittadina di 30.000 abitanti, fondata da fuggiaschi tedeschi durante uno dei conflitti più sanguinosi della storia europea, la Guerra dei Trent’Anni.

In realtà, Anita potrebbe essere sbrigata in poche righe e con una piccola riserva di parole: la Signora del Martello ha conquistato il terzo oro olimpico consecutivo che va a raggiungere i quattro titoli mondiali e i sei record del mondo che potrebbero esser sette se l’ufficiosità non ne avesse offuscato uno, ottenuto a Wroclaw (Breslau, in tedesco) in una gara mista lungo il fiume Oder.

La forza di Anita, 36 anni il giorno della chiusura dei Giochi giapponesi, sta nella vitalità agonistica e in una costanza che si trasforma in profondità: senza dilungarci troppo, degli 83 lanci di sempre oltre i 78 metri 71 sono suoi (il più fresco è quello della vittoria al National Stadium), dei 43 lanci oltre i 79 metri 40 sono sua produzione e, per finire, dei 18 atterraggi della palla con filo oltre gli 80 17 sono stati originati dai suoi avvitamenti e dai suoi rilasci, sino all’82.98 della sua personale frontiera. Le percentuali, in crescendo, come spesso è la velocità di esecuzione, sono l’86%, il 93% e il 94,5%.

L’americana DeAnna Price, di un categoria di peso superiore, è l’unica ad essersi spinta oltre gli 80, 80,31 ai Trials, ma un successivo infortunio a una caviglia ha impedito che la campionessa del mondo potesse impegnare chi più che Signora è Padrona.

Un asterisco: se DeAnna può esibire quel titolo è perché a Doha Anita non c’era. Aveva preferito fermarsi per un’operazione al ginocchio, una drastica revisione di uno dei “cardini” fondamentali. Il rinvio dei Giochi le è stato favorevole: ha recuperato e ha trasformato l’avvicinamento a Tokyo in un lento e costante progresso, sino al 78.48 vincente, un metro e mezzo sulla cinese Wang.

L’assoluto raggiunto dalla ragazza con i capelli color della stoppa, cui l’annuario dell’ATFS attribuisce 90 kg (a occhio sono di più …) è stato fissato prima a 82.29 (secondo titolo olimpico a Rio, con sei metri abbondanti sulla cinese Zhang) e due settimane dopo, il 28 agosto 2016, a 82.98, a Varsavia, al Memorial che la federazione polacca, molto attenta nel ricordo delle sue glorie, dedica a Kamila Skolimowska.

Spesso Anita, che possiede il guanto di Kamila, ha ricordato con commozione la breve parabola che il destino concesse alla sua connazionale: campionessa a Sydney, all’esordio olimpico della specialità, quando non aveva ancora toccato i 18 anni e scomparsa improvvisamente a 26 durate un periodo di allenamento in Spagna. Rileggendo quella data di nascita, è consentito pensare che Kamila, la Giovane Pioniera, ora veterana potrebbe ancora essere in pedana o dare i giusti consigli dalla tribuna. L’allegra mazurka per Anita è diventato un accorato notturno per Kamila.

                                                   oOo

Qualcuno sostiene che i giapponesi siano rigidi e non deviino di un pollice dal compito loro assegnato. Qualcuno fa eccezione e una è la volontaria passata alle cronache come Tiana. E’ la ragazza che ha dato al giamaicano Hansle Parchment i soldi per pendere il taxi, andare allo stadio e vincere la medaglia d’oro dei 110hs.

Il giorno della finale Parchment sbaglia bus e finisce dalle parti di una piscina. Il tempo di tornare al Villaggio, da dove partivano tutti i trasporti, non c’è e una delle macchine ufficiali, attenendosi strettamente alle regole, non lo carica E’ allora che interviene Tiana che gli allunga i soldi per il taxi che lo porta allo stadio, in tempo per il riscaldamento e, approfittando del cedimento finale di Grant Holloway, per diventare campione olimpico degli ostacoli alti a 31 anni compiuti.

Parchment ha ringraziato Tiana, le ha regalato una maglietta gialloverde, i colori nazionali, e le ha rimborsato il costo della corsa. Da Kingston è intervenuto il ministro del turismo che ha invitato Tiana per una vacanza al sole del Caribe.

 

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