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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Giochi come sonnifero temporaneo

Martedì 10 Agosto 2021

 

tokyo-fuochi 


Pensieri di mezza estate. Certo, le Olimpiadi, ma hanno il torto di durare solo due settimane. Poi cala la tela e riparte lo spettacolo del quotidiano: dal “non ritorno” del clima alle migrazioni, dalla RAI lottizzata ai misteri buffi del calcio.

Andrea Bosco


Tokyo: fine dei Giochi. Pessima battuta per dire che forse il “gigantismo” dell’evento andrebbe ripensato. Le Olimpiadi sono sport: fatica e sudore. Ma anche business. E spettacolo. De Coubertin sarebbe inorridito per come si è evoluta la sua creatura. Essendo io contro la “globalizzazione” (che non significa alzare muri, steccati e roba del genere, ma solo non rendere indiscriminato quello che poi nessuno è in grado, se le cose vanno male, di contenere) non potevo scrivere diversamente. I Giochi hanno monopolizzato l’interesse del mondo. Mondo che ha preso un temporaneo sonnifero davanti alle ferite, ai mali, alle menzogne.

Mezzo pianeta in fiamme, incendiato da malavitosi speculatori e da piromani. Ma soprattutto per il surriscaldamento del pianeta. Come fermarlo? Lor-signori ipocritamente passano da un convegno ad un altro. Discutono per ore senza cavare un ragno dal buco. Poi redigono un comunicato con tante promesse e passano al buffet delle tartine al caviale: dandosi appuntamento per un altro, altrettanto inutile summit. Come usano chiamarli adesso.

I talebani riconquistano una città al giorno in Afghanistan dopo che gli americani se ne sono (al pari di altri paesi occidentali) andati. E tornano loro, i tagliagole che disprezzano le donne, distruggono i Budda, fanno scempio di ogni diritto, impongono burka ed affini. A cosa è servito l’intervento occidentale da quelle parti? A niente: il serpente è vivo. E ha più di una testa. In Arabia Saudita e in Pakistan. Nazione di cui in Italia non si parla più: indignazione finita. Indagini in un cul-de-sac. Saman: chi era costei?

Migranti in fuga dalla Libia e dalla Tunisia: mille al giorno approdano alla stremata Lampedusa. Il ministro Lamorgese telefona ai corrispettivi europei: senza alcun risultato. Zero, virgola periodico. La disperazione dei disperati lasciata al buon cuore di un paese. Impagabile ministro Lamorgese: ha appena finito di spiegare che non spetta ai ristoratori controllare il green pass dei clienti. E che le forze dell’ordine hanno altro da fare che trasformarsi in “birri”. E quindi: chi controlla? Perché il governo ha stabilito che il certificato va verificato. Non si sa. Lamorgese si appella alla Costituzione e fa niente se questo suo pensiero (lecito o illecito sia, considerato che pur sempre di un ministro si tratta o almeno dovrebbe trattarsi) va a sbattere contro le decisioni del governo di cui fa parte. Ne fa veramente “parte” Lamorgese? Le indagini sono in corso.

Ogni giorno (ma quale giorno, ogni ora, ogni minuto) ha la sua pena. Quindi Iran ed Israele si fanno la guerra ma è vietato dirlo: se la fanno solo un “pochettino”. Il covid è tornato a galoppare, i contagi aumentano al pari dei no vax e dei no pass, ma i morti sono (appena?) una ventina al giorno. E quindi, perché preoccuparsi? Tutti al mare. Giuseppi è stato “incoronato” sire dei 5 Stelle (come ama spiegare un tiggi berlusconiano) e secondo gli esperti di Sinedrio starebbe lavorando per far saltare il governo e andare ad elezioni già nel 2022. Negli USA il sindaco (democratico) di New York è finito nel tritacarne delle “molestie sessuali”: Nancy Pelosi, dicono, sia in grande difficoltà. Trump spiega che “tornerà”: e c’è gente che pure ci crede. Biden in ginocchio davanti ai preti di Teheran. Bolzonaro in Brasile che al solito “democraticamente” se ne frega. Cuba in protesta e alla fame. Ma la colpa è degli yankees e del loro “embargo”: non del regime. Due “terrapiattisti” che si autodefiniscono filosofi, in Italia hanno aperto una factory del pensiero: scarse per ora le adesioni. Per la serie: anche al complottismo c’è un limite.

Tutto in sordina per settimane. Ma i “giuochi” come ama dire il Cav (che si candiderà, non è una invenzione di Antonio Ricci, si candiderà davvero alla presidenza della Repubblica) sono storia. E quindi pronti a tornare a parlare dei problemi (quelli che fanno audience) del mondo. Con le miserie note. E quelle incredibili. Come la storia disgustosa dei possessori di un gatto di 18 anni, scaricato come spazzatura in un rifugio per animali, cacciato perché “perdeva troppi peli”. In venti minuti l’anziano felino è stato per fortuna adottato: potenza del web. Magari dallo spazio, dalla stazione in orbita, arriveranno notizie sul navigatore che sta attraversando in barca a remi l’oceano e del quale da giorni non si hanno notizie. Sulla terra stanno replicando le condizioni di vita presenti su Marte: aperte le iscrizioni per prossimi viaggi spaziali. Con la speranza di incrociare ET.

Non posso parlare dei Giochi. Non dopo i competenti interventi dell’Orso, di Cimbrico, di Colasante. Hanno scritto con maestria. Da modesto osservatore posso solo dire che mi sono emozionato per la staffetta 4x100 del nuoto, per quella della velocità in pista, più ancora che (lo confesso) che per l’oro di Jacobs o quello di Tamberi. Uno che di atletica ne sa mi ha spiegato che il prodigio per i velocisti, più ancora dello sprint di Jacobs e del tuffo vincente di Tortu, è stato fatto in prima frazione, là dove è stata gettata la base per la vittoria. E poi in terza con quell’uscita perfetta, sfidando in curva la fisica. Non ho competenza nel merito: relata refero.

Mi hanno emozionato le ragazze del canottaggio, al pari di Vanessa Ferrari. Mi hanno deluso le ragazze della scherma al pari di quelle del volley. Sul flop degli altri sport di squadra sono meno severo: certi avversari erano oggettivamente più forti. Sono contento per il percorso di Meo Sacchetti e dei suoi. Hanno fatto il possibile. E le basi per crescere ci sono. Magari con il talento e i centimetri di Banchero. Magari con quel Di Vincenzo che si è affinato vicino al greco vincitore dell’anello e che sembra un giocatore europeo più che un NBA. Lega dove forse approderà Fontecchio: stupefacente per rendimento. Non sono contento per i “sugheri” che si sono imboscati sui carri dei vincitori: vecchia abitudine gattopardesca. E vorrei rammentare che abbiamo avuto un ministro dello Sport che per sua stessa ammissione “non sapeva una mazza”. Quello della 23esima ora e cinquanta che fece rischiare all’Italia di andare a Tokyo senza bandiera. Prima che a Volturara Appula si degnassero di dare uno sguardo al “fascicolo”.

Ho letto tante critiche nei confronti della RAI, mia ex azienda. Alcune meritate. Il Tg2 tenuto con la consueta durata durante le dirette da Tokyo non è stata una grande idea. E concordo: una spedizione come quella della RAI si è ritrovata anche con nani e ballerine. Magari “spinti” dal politico di turno. Inutile indignarsi: fino a quando la Rai non verrà sottratta al dispotismo dei partiti le cose non cambieranno. Ci sono stati eccessi, urla smodate. E non tutte le urla sono eguali: quelle di Bisteccone Galeazzi erano meravigliose, quelle di altri irritano i timpani. Ma governare una simile spedizione è una fatica titanica. E per quello che vale il mio modesto parere, Auro Bulbarelli, direttore di Rai Sport lo ha fatto con professionalità. Poi si sa: nelle squadre ci sono i fuoriclasse e ci sono i brocchi. E dal divano di casa tutti siamo bravi.

Quanto alla pubblicità invadente: la RAI ha il tetto. E ce l’ha perché ha anche il canone. Ma questo non basta per assicurarle il “meglio” degli eventi. Altrimenti la F1, il campionato di calcio e la Champion’s li trasmetterebbe in chiaro la RAI. Non è una questione, la mia, di vessillo. Manco dalla RAI dal 2010. Non mi piace fare il “reduce” quindi in Corso Sempione da anni non vado. Sento qualche vecchio collega, ma pochi. E con parsimonia, perché finisce quasi sempre che “quando c’eravamo noi, eccetera”. Tuttavia, so come funziona. E so che l’Azienda, assieme a qualche “patacca” continua ad offrire anche eccellenza. E un po’ vecchia, sempre un poco compassata ed ingessata. Non è mai stata la BBC. Ma forse è meglio considerato cosa da quelle britanniche parti è accaduto. Poi dipende sempre dai punti. Ci sono “privati” che brillano dell’offerta del pensiero politico “unico”. Certo la RAI lottizzata è un facile bersaglio. Magari sarebbe il caso di rammentarsene nell’urna. Ma sicuri che poi le cose davvero cambierebbero? Perché in un “act”, come recitava una pubblicità, puoi ritrovarti Roccobullizzato: a reti unificate e sempre all’ora di cena.

E’ finita, comunque. Personalmente non riesco più a godermi Sinner che ha vinto a 19 anni il suo terzo torneo a Washington. E’ uno che ha “tradito”. Come altri. Ma lui, per come la vedo io, ha tradito un poco di più.

Ora? Ho corretto: mi era uscito “oro”. Quando si dice l’abitudine. Ora nuovamente calcio a tutte le ore. Messi al Psg , Lukaku al Chelsea, Paratici al centro di sospetti per il caso Romero, comprato a 26 , venduto a 20 e per il quale ora l’Atalanta ha ottenuto 57 milioni dal Tottenham, da Paratici. Che non lavora più per la Juventus, ma per gli inglesi. Il quesito che gira è: con Mbappè, Neymar, Messi e Di Maria, con quanti palloni giocheranno i parigini? Auguri. Rammento un Real stellare (quello di Kaka e soci) che fece flop per due stagioni di fila prima che Mourinho vincesse. Pare che l’Inter finanziariamente sia nelle canne. E che le cessioni di Hakimi e Lukaku non basteranno a sanare un bilancio in grande difficoltà. Allegri a Barcellona ha capito che la stagione della Juve non sarà una passeggiata.

La trasferta juventina in Catalogna ha segnato un complessivo 9-0. Tre beccati dai maschi. Sei dalle femmine. Che hanno un nuovo allenatore che passa per un santone del calcio femminile. A Barcellona dopo 16 minuti le campionesse d’Italia stavano sotto di quattro reti. Perché il santone profuma di calcio “liquido”: Sarri e dintorni, per capirci. Chissà se Agnelli Andrea che ha avvalorato la giubilazione della vincente Guarino (per la serie: la storia tende a ripetersi) non vorrà spiegare al santone che a Torino vanno alla grande Barolo e Gattinara. Nettari privi di bollicine. Ah: il Psg ha investito finora 350 milioni. Ceferin non ha fatto un plisset. Alla faccia del fair play finanziario, del calcio meritocratico, del calcio del pueblo. E di quelli che: “Vade retro Superlega”. O no?

 

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