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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Gianfranco Colasante
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I sentieri di Cimbricus / Yaroslava e quell'idea fissa

Martedì 3 Agosto 2021

 

mahuchikh

 

L'appuntamento è da tempo segnato sulla sua agenda: la finale della gara di salto in alto, con un doppio obiettivo, percorso netto e la sfida con l'asticella posta a 2.10. La Twiggy ucraina ci crede  fermamente.

 

Giorgio Cimbrico

Un record Yaroslava Mahuchikh non potrà mai battere: diventare la più giovane vincitrice del salto in alto alle Olimpiadi: Il 4 settembre 1972 Ulryke Meyfarth aveva 16 anni e 4 mesi quando conquistò l’oro e pareggiò il record del mondo, 1.92, dell’austriaca Ilona Gusenbauer. Yaroslava, che a quell’età saltava esattamente quanto la tedesca, oggi è nettamente più… anziana. Il 19 settembre farà 20 anni, e un record di precocità è comunque nelle sue mani e nelle sue caviglie: sul podio, seconda, ai Mondiali di Doha appena prima della maggiore età.

Le aspirazioni sono molto semplici: “Arrivare in pedana piena di energia, superare tutte le altezze al primo tentativo, battere il record del mondo. L’ho capito a Stoccolma: dopo 2.03 ho provato 2.07. Il primo e il terzo tentativo erano molto buoni. Mi sono detta: valgo più di 2.07”. Il 2.09 di Stefka Kostadinova non è lontano dai 34 anni di tenuta al vertice. Vecchio.

Yaroslava è di Dnipro, l’ex Dniepropetrovsk, porto fluviale a sud est di Kiev, ed è leggera come un airone: 1,81 per 56 chili. Una Twiggy del XXI secolo: Vogue edizione ucraina le ha dedicato una copertina capelli sciolti. In gara porta le trecce.

Certe coincidenze possono essere importanti: prima volta oltre i 2.00 a Palo Alto, dove la stessa misura venne superata da George Horine nel 1912. Luogo sacro per il salto in alto: nel 1960, record mondiale di John Thomas, 2.22; nel ’62 record mondiale di Valeri Brumel, 2.26. La perfezione sognata da Yaroslava venne raggiunta da Thomas, percorso netto; Brumel si concesse un errore a 2.18, offrendo però, subito dopo, un mirabile passaggio da 2.21 a 2.26 senza misure intermedie. Chi è appassionato di astrologia, di congiunzioni può considerare non casuale il fatto che il primo affacciarsi della ragazza sia avvenuto proprio lì.

A Tokyo Mahuchikh arriva con un patrimonio di quindici gare a 2.00 o più, un record personale di 2.06 (indoor, a Banska Bystrica, su una pedana che Antonietta Di Martino ricorda con un piacere vicino all’affetto) e ambizioni assolute.

Mariya Lasitskene ha attraversato una stagione opaca: una sola escursione a 2.00 e una seconda miglior misura a 1.95. Contro la ragazza del Kabardino-Barkalia le ucraine hanno sempre dato il meglio: a Londra 2017 la bella Julia Levchenko costrinse Mariya a scavalcare 2.03 dopo averla pareggiata a 2.01. E a Doha la caucasica la spuntò su Yaroslava a parità di misura, 2.04, solo per qualche “peccatuccio” precedente della ragazzina senza paura e priva di timori reverenziali.

E’ ricordando quel finale che Yaroslava si è messa in testa di spazzare via dal ruolino-gara la “x” dell’errore. Il percorso netto è una garanzia di vittoria e può introdurre all’assalto finale. A 2.10.

 

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