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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Un confuso menu' nazional-popolare

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Domenica 1° Agosto 2021

 

rai-sport


L’altra faccia dei Giochi, quelli che in cambio di un canone coatto propone la maxi-spedizione RAI che, tra esagerazioni ed improvvisazioni, strizza l’occhio al tifo da bar. Ma nulla di nuovo in Tv, tutto già visto: No non è la BBC.

Giorgio Cimbrico

Per chi è appassionato di dripping, la tecnica pittorica di Jackson Pollock, o dei vortici violenti e improvvisi alla Emilio Vedova, di note selvagge alla John Coltrane, di immense e sbilenche cattedrali di suoni come quelle erette da Karl Heinz Stockhausen, c’è quello che fa per voi: la trasmissione serale di Rai2 sui Giochi Olimpici di Tokyo VentiVenti. 2020 o 2021 non si può dire. Ho idea di aver esagerato con le citazioni, soprattutto con gli accostamenti: tutto sommato Pollock e Vedova sono stati due grandi rivoluzionari, Coltrane è stato una specie di Schonberg del jazz, Stockhausen è considerato uno dei grandi del XX secolo. Che poi fosse comprensibile è un’altra faccenda.

In un ambiente sovreccitato, soprattutto per merito della conduttrice (che per dare a Pea e Ziliani quel che è di Pea e Ziliani sembra appena sfuggita a un linciaggio), viene servito un confuso menù nazionalpopolare che comprende ottimistiche previsioni, servizi sulle famiglie dei medagliati, ritorno degli eroi in patria con accluse acclamazioni che, per via della stagione, finiscono per essere sudaticce.

Devo esser sincero: queste osservazioni nascono da una frequentazione assai limitata. Se altre reti propongono “Così fan tutte” o “il ritorno di Superman”, da quelle parti mi trasferisco. Ma quel poco mi ha detto che più che di struttura è più appropriato parlare di esile canovaccio che si avvale della presenza di campioni olimpici: Jury Chechi, Domenico Fioravanti e Sara Simeoni, che interpreta con stile il ruolo che le compete: a me, inguaribile melomane, ha fatto l’impressione di una matura solista che ha sempre e ancora nella testa e nelle dita le note giuste, il do della dignità, il mi della misura, il re del rispetto.

Per il resto si va a braccio, tutti insieme istericamente. Si parla dei 100 e la domanda è: chi sarà l’erede, il successore di Usain Bolt? Da un telefonino-telefonone sbuca improvviso Noah Lyles che improvvisa un balletto, pare a Bermuda. Lyles fa i 200, non i 100. Ma allo scopo va bene lo stesso anche perché pare abbia alle spalle una parentesi di disagio mentale infantile. Commuoversi, prego, e considerare le capacità curativo-taumaturgiche dello sport.

Il video fornito dal telefonino serve a introdurre un altro personaggio che non so bene chi sia, uno che glorifica cose di cui sono totalmente all’oscuro – Instagram, Tik Tok – e che mostra le meraviglie possibili per chi conosce a fondo le procedure. E’ un adulto, non un ragazzino. E io questi non li sopporto. Malgrado l’età che avanza, sono ancora capace di eccitarmi davanti a Charlize Theron e a Scarlett Johansson, non alle cagate.

Note sparse sulla maxi-spedizione RAI, altrimenti nota come Drang nach Osten, marcia verso Oriente.

Il telecronista della scherma tiene aggiornato il punteggio delle stoccate (c’è già il tabellone sovraimpresso sul video) e non s’avventura oltre: una breve ricerca potrebbe rivelare meravigliose storie sulle avversarie delle italiane ma non è il caso.

I talent (perdonatemi l’uso di questa parola) tendono a fare il tifo: forza Giovanni, dai Francesca.

La competenza degli inviati può esser colta da piccoli particolari: il nostro (nostro è ormai usato abitualmente), il nostro Crippa correrà la finale dei 10.000 metri piani. Nemmeno ai tempi di Nurmi venivano corsi i 10.000 ad ostacoli. A proposito, Nurmi, chi è?

Se RAI-2 è rete olimpica (official broadcaster, prego) che facciano vedere i Giochi. O, almeno, le 200 ore avute da Discovery, e non interrompano mezz’ora per il telegiornale.

Le interviste volanti ai “nostri”, che raramente passeranno alla storia, cancellano le gare che intanto vanno avanti.

Ciao Mama, cantava il Quartetto Cetra quando tutto era molto semplice e noi, come diceva il vecchio Papa, eravamo molto poveri e molto felici.

 

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