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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Piste&Pedane / Marcell Jacobs riscrive se stesso

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Sabato 31 Luglio 2021

 

jacobs-9.94 


Con un nuovo primato nazionale (9”94) bussa alla porta dell’eccellenza mondiale: questa la cifra con la quale si è presentato a fronte di un consesso che non pare della forza e compattezza di qualche mese fa. E domani si corre la finale …

Daniele Perboni

9”94/0,1, nuovo record italiano. Il padrone è sempre uno, proprio come l’evoluzione: un centesimo. E abbiamo detto tutto. Anzi no. Serve nome e cognome per non lasciare un’anonima cifra: Marcell Lamont Jacobs. Contenti? Sì? Bene! Tutti a casa a felicitarsi con amici e parenti, a gongolare, rallegrarsi. Esultare per un crono che non appare molto frequentemente, quasi mai, abbinato ad un nome italiano. E quel nome non è, appunto italiano. Americano che di più non si può.

Anzi qualcuno, sentendo la città d’origine e non conoscendo molto la geografia, lo crede italo-messicano. Sbagliato. È italianissimo, pur avendo come padre un texano. E l’accostamento con gli States finisce qui. Ma chi segue l’atletica da tempo, e forse anche da poco tempo, ormai conosce a menadito l’iter processuale dell’iper tatuato di Desenzano, trapiantato prima a Gorizia e ora in pianta stabile domiciliato a Roma con compagna (a presto moglie?) E figli (due) al seguito.


9”94, secondo miglior tempo delle batterie olimpiche. Davanti solo il 9”91/0,6 del canadese André De Grasse, al primato stagionale, uno che non è uso a regali di favore. Alle spalle altri assatanati dai garretti affilati, se non pure i denti, pronti a morderti al collo pur di acciuffare una finale e, i superstiti, una finale olimpica. Partiti in 61 ne sono rimasti 24. Di questi, dopo un ulteriore implacabile selezione resteranno otto reduci di una maratona iniziata alle 19,45 (ora di Tokyo) e che avrà fine alle 21,50 di domani. Tappa intermedia alle 19,15.


Fra cotanta “nobiltà” ritroviamo anche il figliol prodigo Filippo Tortu: 10”10/0,6, quarto nella quinta di sette batterie. Primato stagionale per il ragazzo ora degradato a valletto del signore “under 10”. È dura accettare simile ruolo, ma così è la vita. Scelte tecniche, a nostro avviso poco ortodosse, ne hanno decretato il declassamento. Qualità per risalire la china non gli mancano. Saprà ritornare a farne buon uso? Comincerà dai 100 di domenica 1° agosto? In anteprima olimpica lo davamo sicuro all’approdo alle semifinali (che poi, a sentirlo, pare essere stato il suo obiettivo). Così è stato. Più avanti difficile riuscirà a navigare. Però … chi diceva mai dire mai?

9”94, numeri che, ora sì, lasciano spazio a sogni che definire scandalosi sino a ieri non era peccato. Proviamo ad analizzare brevemente qualche altro numero. Davanti al Jacobs pre-olimpico troviamo gli statunitensi Brommell (9”97), Baker (9”85) e Kerley (9”86) e il sudafricano Simbine (9”84). Le graduatorie post batterie offrono tutt’altro quadro: De Grasse 9”91, Jacobs 9”94, Kerley 9”97, Adegoke 9”98, il keniano Ferdinand Omanyala Omurwa 10”01 (record nazionale eguagliato), lo stesso crono dell’australiano Rohan Browning. Fermiamoci qua per non incrementare impudichi desideri. Chiaro a tutti che serve superare lo scoglio delle semifinali. Tre batterie dove passano i primi due di ogni turno più i due migliori tempi. E proprio in quei marosi può succedere di tutto. Quindi non spingiamoci oltre e pazientiamo ancora qualche ora, anche se osservare Jacobs mordere la pista con forza mista ad eleganza e scioltezza è una goduria.

9”94. Il ragazzo nelle interviste di rito dice di sentirsi bene e di non aver avuto sentore di andare così forte. Capita quando fisicamente e mentalmente stai al settimo cielo. E Marcell è apparso di una calma, è il caso di dirlo, olimpica. Saprà mantenerla anche sulla calda pista nipponica? I precedenti stagionali confermano che sì. Ormai pare in grado di tenere a freno i diavoli che generalmente consumano energie nervose ancor prima dello sparo e che in passato lo hanno limitato assai.

Giornata positiva a casa Italia. Si è rivisto un ottimo Filippo Randazzo nel lungo (8.10/0,3 e primato stagionale) ed un approdo in finale senza affanni. Ritrovata anche Daisy Osakue con il 63.66 nel disco che le ha regalato, oltre all’ingresso in finale, anche il primato italiano sia pure eguagliato. Finalmente raggiunto il più che vetusto 63.66 che la bergamasca, fiorentina d’adozione, Agnese Maffeis ottenne al campo Giuriati di Milano il 2 giugno del 1996. Agnese, che indossava la maglia della Snam, allora trentunenne e madre di una bimba di 17 mesi (Chiara), era al nono miglioramento del primato. Lo raccolse a 58.38 (Trento, 4/6/88) e lo portò, appunto a 63.66. Oltre cinque metri in 5 anni. Fine delle statistiche.

Passano il turno anche le ostacoliste Luminosa Bogliolo (12”93/0,4, Linda Olivieri (55”54, personale eguagliato), Yadisleidis Pedroso (55”57). A casa le altre due ostacoliste Elisa Di Lazzaro (13”08/-1,1) e Eleonora Marchiando (56”82) causo inciampo su una barriera. 

Qualcuno suggerisce di tenere l’elenco dei “viaggi premio immeritati”. Oggi è il turno di Claudio Stecchi. Tre nulli alla misura d’entrata (5.40). Da qualche parte abbiamo letto che “l’orrore” (questo è opera nostra) mostrato in pedana probabilmente è figlio della mancanza di gare. Ma va!!! Non gareggia da un anno causa infortuni vari, dunque già si sapeva tutto in anticipo …

Ci risentiamo domani.


Foto: FIDAL Colombo/FIDAL

 

 

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