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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Tokyo 2020+1 / (7) E' di bronzo, ma pesa come l'oro

Venerdì 30 Luglio 2021


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Giornata interlocutoria, la settima, poco affollata e non favorita dal calendario. Per la prima volta dall’inizio, il raccolto si è limitato ad una sola medaglia, ancora di bronzo.

MEDAGLIE - 20 (2 ORO - 7 ARG - 11 BRO)
CLASSIFICA A PUNTI (10-8-6-5-4-3-2-1) - 133 GARE SU 339

1. Stati Uniti 514,5
2. R.P. Cina 423,5
3. C.O. Russo 338,5
4. Giappone 333
5. Gran Bretagna 304
6. Italia 244
7. Australia 222,5
8. Francia 206
9. Olanda 189,5
10. Germania 183

RED.

I podi di Tokyo e i risultati degli azzurri 

Lucilla Boari, ovvero da Rivalta sul Mincio, nel mantovano, fino a Tokyo per andare a prendersi la medaglia meno attesa della storia. Per di più una rivalsa in piena regola, dopo che già quattro anni fa, a Rio, ci era andata molto vicino perdendola nello spareggio per il terzo posto a squadre contro le cinesi di Taipei. Un gran bel risultato, fino ad allora il migliore dell’arcieria femminile italiana, e forse ancora meno atteso di questo, ma che ebbe una coda velenosa che indispettì l’intero ambiente.

Ricorderete quel terzetto che s’era aperta la strada a furor di frecce, bollato da un giornale come “le cicciottelle”? Voleva forse essere un apprezzamento simpatico, finì per costare il posto all’estensore e fare arrabbiare tutti.

Questa volta è stato diverso. Più vicino alla favola piuttosto che ad una cronaca sportiva. Non aveva fatto sfracelli in qualificazione, la gara che serve per posizionare le arciere nel tabellone ad eliminazione. Ma Lucilla non s’era persa d’animo, calma come sempre aveva preso a tirare senza badare al valore delle avversarie che le si paravano davanti. Lei che nel ranking della World Archery – la federazione internazionale – era al 23ª posto ha via via fatto fuori prima la n. 4, la russa Osipova, scherzando quasi contro l’americana Brown nella sfida per la medaglia di bronzo, chiudendo la partita con un ultimo 10 e umiliandola con 7 a 1.

“E’ solo di bronzo, ma pesa più dell’oro”, queste le sue parole scendendo dal podio con la medaglia al collo, niente smodate esultanze, ma una moderata e per questo tanto più apprezzata moderazione. Di lì a poco avrebbe fatto ancora più rumore non resistendo alla tentazione di far sapere che il suo cuore batte forte per una collega olandese. Ma queste sono suo vicende personali e non aggiungono (e non tolgono) nulla alla sua impresa.


Perché tale deve intendersi, per motivi diversi: tra questi, per la circostanza che la medaglia della Boari, la ventesima vinta a Tokyo, è anche l’unica di giornata e che prima non era mai accaduto che una ragazza italiana portasse l’arco su un podio olimpico. Ma anche un colpo basso alle attese orgasmiche dei piani alti del CONI dove la caccia all’oro pare stia diventando una vera ossessione. Tanto che si va diffondendo la sensazione che puoi anche fare il record del medagliere, raggiungendo quelle 40 e più che ci attribuiva alla vigilia un sito specializzato americano, ma il tutto si tradurrebbe in una vera delusione se nel contempo gli ori non fossero almeno dieci. Una sciocchezza e un controsenso, ma pare che nei tre piani di lusso di Casa Italia si cominci a temere un vero flop. Il ché, se così fosse, non costituirebbe un complimento per chi oggi – per avventura o per accidente – si trova a dover tracciare le rotta del Comitato Olimpico per i prossimi quattro anni.

Eppure elementi di riflessione ce ne sarebbero già tanti, quando non abbiamo ancora girato la boa di metà gare, anche a non volere infarcire di troppi significati i risultati che via via si vanno accumulando sui tavoli del CONI. E che in non pochi casi già stanno ad indicare o a suggerire qualche cambiamento (vedi Ciclismo con possibile staffetta tra Cassani e Bugno): ma qui ci scontriamo con una anomalia non da poco. Una volta le federazioni concludevano con i Giochi il loro percorso quadriennale e quindi – in caso di fallimenti olimpici – era nomale procedere ad avvicendamenti o ad introdurre correttivi (leggasi sostituzioni). Ma oggi, con i consigli federali appena eletti e per di più spesso eredi del lavoro altrui, come si dovrebbe procedere? Ne riparleremo.

E intanto in piscina il Nuoto, che è alle ultima battute, potrebbe ancora riservare qualche sorpresa, mentre ha preso l’avvio il programma dell’Atletica. Come dire, dalla continuità alla scommessa.



 

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