- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / In piedi signori, entra l'atletica

Mercoledì 28 Luglio 2021


tamberi-2

 

Venerdì si alza il sipario sulle gare olimpiche: mai tanti italiani con qualcuno per provare a vincere (se possibile) qualcosa, ma tutti almeno per confermarsi se non per migliorarsi. Lo speriamo, ma non sarà agevole.

Daniele Perboni

Dice il direttore: «In previsione dei Giochi che ne dici di mandarmi qualche anticipazione per la vigilia? Poi ci accorderemo per le giornate di gare». Per spirito di servizio rispondo «Obbedisco». Che ce vo’, penso. Facile. Medaglie? Due al massimo. Finalisti, fra i primi otto? Una manciata. Basta una mano, pessimista. Due mani allora e siamo tutti contenti. Eguagliare lo zero di Rio è facile, anche se di strada il movimento italico ne ha fatta molta e, soprattutto, di qualità. Il mondo, come ripetiamo sempre, viaggia ancora lontano e sempre più veloce e alto. L’atletica, si sa, è sport universale. Ma che lo ripetiamo a fare? Ciò che conta sono le medaglie.

Già una settimana dopo si dimenticano i nomi, gli spazi nei media si riducono, altri sport incombono. Figuriamoci se finisci fuori dal podio. Cadi nell’oblio. Si conosce un solo caso di atleta che è riuscito a campare tre anni su un risultato mai ripetuto. Sostenuto a più non posso da tutta la stampa italiana. Inutile fare nomi. 

Ma torniamo alle previsioni. Potremmo chiuderla qui. Già detto tutto ciò che si poteva raccontare. Ma il direttore non si accontenterà sicuramente. Insaziabile. E allora vai con nomi e cognomi? Rischiamo una sfilza di “fuori al primo turno”. Specialità allora? Anche in questo caso corriamo il rischio di ripeterci all’infinito. Da qualche parte, però, dobbiamo pur iniziare …

Complice, come sempre, la stampa, nell’opinione pubblica, almeno quella che segue un poco l’atletica, si è venuta a creare l’aspettativa di un atleta azzurro sul podio della prova regina. I 100 metri. L’eletto? Marcel Lamont Jacobs, in virtù del titolo continentale dei 60 indoor, corredato dal miglior crono mondiale dell’anno, e di quel bellissimo 9”95 di Savona di metà maggio, corroborato da altre prestazioni più che pregevoli e da scontri, anche vincenti, con alcuni fra i grandi signori della velocità e pretendenti al trono.

Dunque è vero, possiamo attenderci qualcosa di unico e di grande. Ma questo già lo cantava Lucio Dalla in Disperato Erotico Stomp (Tutte e due a far qualcosa di importante. Di unico e di grande. Io sto sempre in casa, esco poco. Penso solo e sto in mutande …). Però il protagonista finisce per soddisfarsi solo e soletto … Meglio abbandonare sogni gloriosi e accontentarsi di un posto fra le otto corsie di domenica 1 agosto (14,50 ora italiana).

E l’altro ragazzo, quello che per anni ci ha triturato (non lui personalmente, ci mancherebbe) i cosiddetti con quel “primo italiano a scendere bla, bla, bla,). A guardare i numeri sfornati dagli statistici è in coda a 39 atleti. Insomma personalmente lo diamo sicuro in semifinale poi … Vero che è un “freddo”, uno che non subisce le pressioni, sa esaltarsi e i bene informati lo danno in splendida forma. Vedremo. Con questi due, più Lorenzo Patta e …, diventa competitiva la 4x100. Cambi permettendo. Ma quelli dovrebbero essere una garanzia. Sperare in un posto in finale non è una bestemmia. Così come potrebbero arrivarci le ragazze. Più in là solo se qualche squadra perde il testimone, viene squalificata, ecc … Sta nel gioco.

Gianmarco Tamberi. Altro uomo immagine. È nel mazzo dei migliori al mondo, nonostante gli alti e bassi dell’ultimo mese. Agonista infinito, capace di estrarre il coniglio magico in ogni momento, è una delle medaglie in predicato. Marcia, specialmente la 20 km. Altra fucina di podi e piazzamenti. Tutto può succedere. Massimo Stano e Antonella Palmisano su tutti. 

Altro? Diremmo di no. Alessandro Sibilio nei 400 acca? Gran talento, ottimo agonista. Pensiamo, purtroppo, non abbia ancora nelle gambe tempi per accedere fra i primi otto e sopportare tre turni ad alta intensità così ravvicinati. Ricordate Fabrizio Mori ai Mondiali di Tokyo 1991? 22 anni, 48”92 in batteria. Record italiano migliorato dopo 23 anni (49”14 di Roberto Frinolli, Città del Messico 14/10/68), quindi ottavo con 50”70 in semifinale. Eppure con il crono della batteria si era installato al decimo posto delle liste mondiali. Dovette attendere Siviglia ’99 per salire sul tetto del mondo. La morale? Pazienza ci vuole.

Una società di analisi statunitense mette al collo dell’Italia una sola medaglia, quella dell’esordiente staffetta mista. Può starci benissimo. In questo caso abbiamo buone frecce da scagliare. Pensare al podio non è peccato. 

Per Yeman, altra stella azzurra, nei 5 e 10.000, in scena già nel primissimo pomeriggio di venerdì, non c’è scampo. I numeri non mentono. Anche se dovesse ripetere le ottime prestazioni dello scorso anno non avrebbe speranza di medaglie. Anche per lui un posto fra i primi otto sarebbe un grande successo. 

Per tutti gli altri non resta che una possibilità: esprimersi ai loro livelli o, meglio ancora, superarli proprio nel giorno dell’esame olimpico. Dimenticare Rio sarà difficile.

 

Cerca