I sentieri di Cimbricus / Il ragazzo che non ascolta le voci
Lunedì 19 Luglio 2021
Parliamo della nuova dimensione di Mohamed Katir raggiunta dopo i tre consecutivi record spagnoli che ne fanno uno dei pretendenti più accreditati all’oro dei 5000 di Tokyo: verifica al prossimo 6 agosto.
Giorgio Cimbrico
“No escucho”, non ci sento, diceva a voce piuttosto alta e decisa Mohamed Katir dopo il terzo capitolo della sua freschissima saga scritto sulla pista di Gateshead: in poco più di un mese, 12’50”79 nei 5000, 3’28”76 nei 1500, 7’27”64 nei 3000, tre record spagnoli, l’ingresso in un circolo molto esclusivo: solo in otto, lui compreso, sono scesi sotto i 3’30” e i 7’30”. Gli altri sono, in ordine cronologico, Saïd Aouita, Daniel Komen, Ali Saidi Sief, Hicham el Guerrouj, Augustin Choge, Bernard Lagat e Jakob Ingebrigtsen. Una buona compagnia per chi era uno sconosciuto e ora, fatalmente, è un chiacchierato.
E così Mohamed dice di non ascoltare le voci, non dà loro peso e sceglie la distanza su cui farà rotta per Tokyo: i 5000. E’ una buona scelta: l’ugandese Joshua Cheptegei, primatista mondiale, è uomo di passo. Katir sa seguire chi è capace di forti ritmi (a Gateshead, l’australiano McSweyn) e finisce forte, molto brillante. Non è escluso che, come Tadej Pogacar, abbia mitocondri che rilasciano lentamente l’acido lattico. La scienza può aiutare a dissipare la bruma dei sospetti. Più o meno.
Katir è nato in Marocco 23 anni fa, si è spostato in Spagna da ragazzo, è allenato da Gabi Lorente e gareggia per un club dal nome balneare, Las Plajas de Castellon. Progressi. Nel 2020, 3’36”59 e 7’44”13, ora a otto e quasi diciassette di in meno. Sui 5000, aveva un 13’50”19 datato 2018. Ora è un minuto sotto. Ha spazzato via Fermin Cacho, Isaac Viciosa e Alberto Garcia. Aver tolto il record nazionale a uno degli eroi di Barcellona ’92.
Altre novità dal mezzofondo: lo spostamento dell’asse terrestre e il cambiamento climatico hanno fatto sì che al fresco della Scandinavia i mezzofondisti del breve, medio, lungo impegno preferiscano oggi le tropicalità della Costa Azzurra, non dissimile per temperatura e tasso di umidità alla Florida, teatro della seconda parte di “A qualcuno piace caldo”.
Il fenomeno può apparire non nuovo. Dove venne varcata per la prima volta la porta dei 3’30”, per di più da due atleti (Cram e Aouita) in un colpo solo? A Nizza, nell’85. Dove Noureddine Morceli strappò il record a se stesso? A Nizza, nel ’95.
La novità viene dal progressivo irrobustimento del meeting Herculis, rappresentato allo stadio Louis II, non lontano dalla residenza principesca della famiglia Grimaldi e dal quartier generale di World Athletics, former IAAF. Quella sigla è difficile da archiviare per chi ha una certe età ...
Più che i record mondiali (i 5000 di Joshua Cheptegei, i 1500 di Genzebe Dibaba, il miglio di Sifan Hassan, i 3000 siepi di Beatrice Chepkoech) a impressionare è la mole dei risultati che, edizione dopo edizione, sono andati ad accumularsi ai vertici o nelle immediate vicinanze. Senza annoiare con troppe cifre o con percentuali misurata al decimale, è sufficiente l’empiria dell’occhiata.
I 1500, a esempio: prima di incorrere in guai doping, il lunghissimo e sottilissimo Asbel Kiprop (modello ideale per Alberto Giacometti fosse passato in quel caotico studio parigino) minacciò il record mondiale di Hicham el Guerrouj, 3’26”00 all’Olimpico romano, mancandolo per 69 centesimi. La ventesima prestazione ottenuta sulla pista principesca è 3’28”88, ancora di Kiprop, la trentesima è 3’29”64 di Elijah Manangoi. Alla collezione aggiungere i più freschi record europei – 3’28”81 di Mo Farah e 3’28”68 del divin ragazzino Jakob Ingebrigtsen –, la prima discesa sotto i 3’30” sia di un britannico di patria radice – Jake Wightman, 3’29”47 – che di un etiope, Aman Wote 3’29”91 e ora l’aggancio di Timothy Cheruiyot alla squadra olimpica kenyana. Quel 3’28”28 che lo conferma al settimo posto di sempre ha convinto i selezionatori ad archiviare la contro-performance delle selezioni di Kasarani.
Armandosi di pazienza e utilizzando il data base di WA, che viene aggiornato con lodevole velocità, è possibile estender la ricerca a tutte le altre distanze. Ai più golosi raccomando gli 800 uomini e i 1500 donne.
PS – Una granita al limone per i vecchi aficionados che continuano ad esser scossi da tremori quando si imbattono in risultati freschi o ne riesumano d’antan. Il 19 luglio di ventiquattro anni fa, a Hechtel, Daniel Komen, maestro nell’innestare una marcia (alta) e tenerla a lungo, corse le due miglia in 7’58”61, record del mondo, ma soprattutto coprì il primo miglio in 3’59”2 e il secondo in 3’59”4. Al bar dell’atletica, un doppio Bannister.
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