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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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I sentieri di Cimbricus / La ragazzina che viene dal Sud ...

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Lunedì 14 Giugno 2021


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… Sudan per l’esattezza anche se nata in America. Nel mirino i Trials e una accoppiata da paura 400/800. A 19 anni si può. E per finire, una letterina per Lord Coe. Chissà che non la legga.

Giorgio Cimbrico

Se i genitori non avessero abbandonato una ventina d’anni fa una regione povera, assetata d’acqua e di pace, straziata da una guerra, da una guerriglia e da un conflitto etnico e religioso che, a intervalli, vanno avanti da più di un secolo, oggi Athing Mu (Mu, come un’avventura di Corto Maltese …) vivrebbe nel Sud Sudan e se il fato le avesse appena sorriso potrebbe far parte della squadra dei rifugiati che sarà a Tokyo. Tecnico della pattuglia dell’atletica, Francis Obikwelu, nigeriano, portoghese, primatista d’Europa.

Per nascita Athing è americana: Trenton, New Jersey, 8 giugno 2002; per lineamenti, struttura e facilità di corsa, magnificamente africana; per maglia, texana dell’A&M, Agricultural and Mechanical University di College Station, un luogo che ricorre spesso nelle cronache lontane e vicine dell’atletica.

Di progresso in progresso, al coperto e all’aperto, Mu, ancora nello status di junior, è oggi arrivata a 1’57”73 negli 800, seconda al mondo dopo l’improvvisa irruzione dell’etiope Getachew che, per la prima discesa sotto i 2 minuti, ha puntato su un folgorante 1’56”67 ai Trials andati in scena, sotto la regia di Jos Hermens, sulla pista di Hengelo.

Mu è stata la protagonista dell’ultima giornata dei campionati NCAA, come al solito prodighi di risultati che lasciano con il fiato mozzo: nel gran mazzo, da estratte il 43”85 di Randolph Ross e il 47”85 di Sean Burrell, record mondiale under 20. AM, proprio come le iniziali della sua università, ha vinto i 400 in 49”57 con un vantaggio superiore al secondo e ha fornito una frazione in rimonta già finita nei ricchi archivi dell’atletica universitaria americana: 48”85. Il tempo finale di A&M, 3’22”34, è il primo per una formazione di college, il diciannovesimo di tutti i tempi e non può che far gola a molte squadre nazionali. Nel quartetto tre americane (Mu, Tierra Robinson-Jones e Jaevin Reed) e la giamaicana Charokee Young. Media, 50”7.

Il 49”57 pone Athing ad appena 15 centesimi dal 49”42 di Grit Breuer, una delle ultime “produzioni” della DDR, recentemente scavalcata e minacciata dall’arrivo in scena di due giovanissime ragazze della Namibia, poco più di un secolo fa Africa tedesca del Sudovest e poi posta sotto amministrazione sudafricana: sia Christine Mboma, 49”22 (e poco prima, 49”24), che Beatrice Masilingi, 49”53, sono nate nella primavera del 2003. Il nuovo mondiale juniores è stato ottenuto ai 1665 metri di Windhoek, gli altri due tempi monstre ai 1279 metri di Lusaka, Zambia. Solo l’elegantissima bahamense Shaunae Miller, 49”08, ha fatto meglio di queste scatenate ragazzine. Mu, scesa tre volte quest’anno sotto i 50”0, ha confessato che ai Trials olimpici, ormai prossimi (da giovedì, ancora all’Hayward Field) tornerà agli 800 per cercare un posto in squadra. Quello per la 4x400 dovrebbe già essere assicurato.

Pensierino della sera
 
Come avrete notato l’atletica è animata – o tormentata – da pruriti innovativi: la 4x400 mista, gli Street Games (quelli di Boston non sono stati indimenticabili), i correttivi regolamentari che producono risultati bizzarri come quello di Firenze (primo Walsh 21.47, secondo Sinancevic 21.60, terzo Fabbri 21.71) o che escludono, nei salti in elevazione, dopo quattro nulli complessivi: tanto per fare qualche esempio, nella cronologia del record del mondo non figurerebbero né il 2.34 di Volodja Yashchenko né il 2.35 di Dietmar Moegenburg né il 2.39 di Zhu né il 2.40 di Rudolf Povarnytsin.

Un suggerimento che sento di sottoporre a Lord Sebastian Coe è di applicare a una serie di distanze (track) e di specialità (field) i canoni in uso nel salto con gli sci, tralasciando ovviamente il giudizio estetico che in quell’esercizio è fondamentale nella fase d’atterraggio. Per dirla in parole semplici, non vince sempre chi salta più lungo.

Nelle gare di velocità sino ai 200, negli ostacoli su rettilineo, nei salti in estensione, nel disco e nel giavellotto, il risultato verrà da una compensazione tra quanto registrato dal cronometro (o dal misuratore ottico) e l’influenza, benefica o malefica, del vento. Tutto ciò implica la nascita di una tabella esaustiva, in grado di prendere in esame ogni situazione ed eventuali improvvise variazioni. L’eccitante novità andrà a risiedere soprattutto nei turni eliminatori: un 10”03 potrà essere fortemente valutato o svalutato, a seconda, e chi è convinto di aver superato lo scoglio, potrà trovarsi fuori dall’agone.

Al di là della tabella – soluzione temporanea – la costruzione di questo nuovo futuro implicherà un vasto progetto di ricerca che porti alla nascita di apparecchiature crono-anemometriche che, senza intervento umano, comunichino, possibilmente in tempi immediati, il risultato compensato. Altre applicazioni …

PS. Fine degli appunti: l’autore è stato appena fatto oggetto di intervento dal servizio di igiene mentale e portato in un tranquilla e incantata residenza nel Cantone dei Grigioni.

 

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