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Piste&Pedane / Noi corriamo, ma il resto del mondo vola

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Venerdì 11 Giugno 2021


siepi


Al Golden Gala passerella per molti azzurri sulla strada di Tokyo: al momento sono una cinquantina e possono crescere. Meno rassicurante il futuro del settore tecnico che è a monte di questa crescita. Vedremo.

Daniele Perboni

Manca un’ora abbondante all’inizio delle gare. Si ciacola tranquillamente sugli spalti del Luigi Ridolfi di Firenze. Golden Gala, intitolato a Pietro Mennea, di antica tradizione. Inaugurato subito dopo i Giochi di Mosca 1980, martoriati dal boicottaggio di Stati Uniti e alleati Nato. Italia compresa, con gli atleti militari a casa. Solita “combine” di casa nostra. Nuvole grigie non promettono nulla di buono. Improvvisamente qualcuno alza gli occhi e annuncia: “l’arcobaleno”. Porterà fortuna? Per la mitologia greca si tratta di un sentiero creato dalla messaggera Iris fra terra e paradiso. Proviamo a crederci.

Gran passerelle di presidenti (federali, Mei, e mondiali, il baronetto Coe), sindaci, assessori e direttori di giornali che promettono, si impegnano, nella speranza che non gettino poi la spugna con gran dignità. Atti dovuti? Per chi ci crede sì. Facciamo finta di crederci allora. Non costa nulla.

Buone le gare, ottimi risultati, con quattro migliori prestazioni mondiali stagionali, numerosi primati stagionali e tanti acuti in chiave azzurra. Su tutti brilla la stella cometa del non ancora ventunenne norvegese (19 settembre 2000) Jakob Ingebrigtsen. Già fenomeno in gioventù (due titoli continentali (1500 e 5000 a Berlino 2018) e conosciuto per le grandi doti di migliarolo (3’28”68 a Montecarlo nel 2020), nella serata fiorentina ha dato il meglio sui 5000 metri (12’48”45), stracciando il ventennale primato europeo (12’49”71) del belga Mohammed Mourhit. Dodici giri e mezzo di spettacolo puro, con sette atleti sotto i 13 minuti. Alla fine si son contati anche quattro record personali e un primato nazionale (lo spagnolo Mohamed Katir, 12’50”79).

Poca, anzi zero, gloria per Yeman Crippa, “solo” nono e un modesto, per le sue ambizioni, 13’17”96. Se deve colmare il gap con il resto del mondo proprio non ci siamo. Taglienti le parole del padre, che lo segue su tutte le piste da gran tifoso: «Serata da dimenticare. Meglio che torni a Livigno e si rimetta a lavorare a testa bassa». Più chiaro di così. Forse sarebbe il caso di seguire i consigli di uno che di fatica, sudore, chilometri e altura se ne intende, al secolo Frank Panetta. Parole dettate alla vigilia che paiono profetiche e pronunciate senza rancore alcuno: «Fosse per me spenderei qualche migliaio di euro per mandare Pegoretti [il tecnico di Yeman, NdR] a casa dei fratelloni e dal padre (gli Ingebrigtsen) per studiare cosa fanno». Dopo la contro prestazione sembra fargli eco il protagonista azzurro: «Non pensavo di essere così indietro nella preparazione». Brutto colpo all’autostima di chi sta cercando di recuperare quegli 80, 100 metri che lo separano dai migliori. Ora non solo africani.

Come detto in precedenza, in gran spolvero anche diversi azzurri che in questo contesto non stiamo ad elencare. Volete saperne di più? Andate a sfogliarvi i risultati. Troverete ciò che cercate.

Postille per finire il capitolo. Decisamente Stefano Mei è un uomo fortunato. Da quando si è insediato, nonostante seguiti ad affermare che la stagione azzurra è stata seminata da altri, non ha ancora smesso di raccogliere buoni frutti. Non si sprecano complimenti e adulazioni al settore tecnico, che, sempre a detta dello spezzino, non è proprio il format che sogna. Però sorride felice. Pace fatta con l’Antonio che ormai ha smesso i panni del sindacalista tutto d’un pezzo? E l’ex sindacalista ha raggiunto i suoi obiettivi? Continuiamo a chiedere per il solito amico.

TORTU – Mentre scriviamo queste note giunge notizia che rivedremo Filippo Tortu in quel di Ginevra sabato 12 giugno e a Madrid il 19. Ancora gare secche? Evidentemente il giovin piè veloce non è ancora pronto ad affrontare due turni in una sola giornata. Sempre più perplessi. Scommettiamo che non sarà presente ai Campionati tricolori di fine mese a Rovereto? Se invece si paleserà, potremo ammirarlo solo nelle batterie? Fotocopia di Padova 2020.


Foto: FIDAL/Francesca Grana. 

 

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