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Io non c'ero (10) / La partita "biscotto" nascosta dalla TV

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Domenica 6 Giugno 2021


gijon


“Io c’ero, loro no, mi fu arduo dimostrarlo ma vinsi. E ci fu comunque chi restò del suo parere: per lui io non c’ero. Anche se guarii dal raffreddore da fieno.”

Gian Paolo Ormezzano

Dunque: Mondiale di calcio 1982 in Spagna. A Gijon, nelle Asturie, si gioca l’ultima partita di qualificazione del gruppo 2. Quattro squadre. La grande Germania Ovest rischia l’eliminazione: ha perso il primo incontro con l’Algeria, 2 a 1 per gli africani, ha battuto il Cile per 4 a 1, deve affrontare l’Austria che ha fatto già 4 punti (allora la vittoria valeva 2 punti, il pareggio 1), avendo battuto sia Cile (1 a 0) che Algeria (2 a 0). Anche l’Algeria ha 4 punti, avendo battuto, oltre alla Germania, il Cile cenerentolo (3 a 2). Se la Germania non batte l‘Austria è clamorosamente fuori.

Dico al giornale (La Stampa) che la partita di Gijon è importante assai, mi dicono che i lettori pensano solo all’Italia sin lì poco convincente, comunque mi confermano che io devo andare a Gijon. Mi piacciono di quella zona gli straordinari molluschi che si chiamano persebes, costano una follia in tutta la Spagna fuorché sulle coste del Mar Cantabrico: sono piccolissimissimi gusci molli a forma di zampa di elefante, intiepidire spremere succhiare il mollusco fuoruscito, una delizia. Ovviamente mi ingozzo di questo cibo, che solo vale la trasferta. Poi allo stadio, dove ci sono tantissimi tifosi dell’Algeria, lì con un viaggio organizzato, e impegnati a sognare in grande.

Passano al secondo turno le prime due del gruppo. La partita mi pare subito una farsa, un biscotto. Austriaci e tedeschi si parlano nella lingua comune di due nazioni sorelle, sin dalle prime battute – di gioco, di dialogo – si capisce che la Germania deve vincere. I tifosi algerini imbufaliti fischiano certe stasi strane, tentano pure di invadere il campo, ricacciati sui loro spalti a colpi di manganello dalla polizia spagnola. A match in corso segnalo telefonicamente al giornale la non bella cosa. Mi dicono che stanno seguendo la partita in televisione e a loro pare una disfida assolutamente normale, niente combine.

Guardo anch’io il video, ce l’ho davanti in tribuna stampa. La televisione in effetti sta trasmettendo un altro match, nel senso che si sofferma sui primi piani dei corpi, dei volti, offre in diretta e poi più volte in replay il dribbling stretto del tedesco che fa secco l’austriaco, o viceversa. Omette di mostrare, a campo lungo, che se quello lì non dribblava quello là, ma subito smistava la palla al compagno in buona posizione, poteva scapparci l’azione da gol. Tipico esempio insomma di come la televisione possa servire nelle case degli utenti una partita “altra”, omettendo una cosa importante e insistendo su dettagli insignificanti ancorché divertenti. Lo dico alla redazione, non mi credono del tutto, pensano che io voglia difendere ad ogni costo la tesi del biscotto. Eppure la partita che vedono è quasi finta, gli scontri non sono mai duri, nessuno porta l’affondo.

Scrivo e trasmetto pezzi di cronaca scettica, da Torino insistono: che la partita che in tivù milioni di persone stanno vedendo non rivela nulla di illecito. Difendo la mia tesi, dico forte che io sono l’inviato e rivendico il diritto/dovere di scrivere quello che vedo, ovviamente cedono però so che non li ho convinti. Io c’ero, loro no, ma c’era per tutti mamma tivù che ne sa di più …

Finisce 1 a 0 per la Germania che si qualifica al primo posto nel gruppo, 4 punti come l’Austria, seconda e però già qualificata al calcio d’avvio della sua terza partita. Sono sei (a tre) le reti segnate dai tedeschi, contro le tre (a una) degli austriaci: il regolamento premia, in caso di parità di punti, il numero dei gol all’attivo, non il migliore rapporto fra gol fatti e gol subiti. Inutile terzo posto ex aequo a quota quattro punti per l’Algeria, 5 reti fatte e 5 subite ma sconfitta con l’Austria nel confronto diretto.

Il giorno dopo compro, prima di prendere l’aereo per Madrid, il giornale locale più importante. La partita è nelle pagine della cronaca nera, non in quelle sportive, e il titolone dice tutto: “Pubblico e tifosi algerini derubati a Gijon – da una banda di ladroni austriaci e tedeschi”. Mando via telefoto la pagina alla redazione di Torino. Propongo un’inchiesta al volo su come la televisione può cambiare del tutto la valutazione di un match, servendolo agli utenti in versione diversa da quello che è in realtà. Non se ne fa nulla, il torneo va avanti, con un’Italia per cui tifare.

Ripongo il mio “io c’ero” da qualche parte della mia testa, lo rispolvero adesso. Io c’ero ma è stato come se non ci fossi. Io c’ero ma ho visto un’altra partita, anzi una partita “altra”. C’erano come me anche quelli del Jornal de Gijon, sezione cronaca nera. In aereo verso Madrid fui preso da un accesso di sternuti, io sin da piccolo vittima della febbre da fieno. Ero disperato, i pollini mi tormentavano anche nell’aria speciale della cabina pressurizzata. Scesi a Madrid la scaletta dell’aero pronto a patire un attacco fortissimo di raffreddore del fieno, da allora misteriosamente non ho più patito uno sternuto di origine allergica, io che con il mio serio problema ero diventato persino soggetto di studi da parte di laboratori specializzati.

Non so se ci sia un legame fra quella partita strana e la mia stranissima guarigione definitiva, totale. Forse sì, ma con quale corda intessuto, visto che fra Gijon e Madrid come allergico, sono sparito, quell’io giù dalla scaletta dell’aereo non c’era più?

 

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