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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / "Ho ricevuto a casa un plico anonimo, ..."

Mercoledì 21 Aprile 2021

            snoopy-1
    
Andrea Bosco

... un dattiloscritto. Redatto, credo, con una Lettera 22 simile a quella che usava Indro Montanelli. Quattrocentosessantotto (468) fogli numerati e con numerose correzioni.

Immagino che l'autore sia anziano. La trama, suddivisa in capitoli, simile ad un romanzo di fantascienza. Quanto segue è un riassunto delle pagine che ho ricevuto. Almeno di quelle che finora ho letto.

Capitolo primo: si parla di un Paese piagato da una pandemia di valenza mondiale. Si rammenta che Fleming (il papà di 007) l'aveva predetta in un romanzo, poi diventato un film. Nell'immaginario paese nel quale (causa virus) ogni giorno muoiono dalle 300 alle 400 persone spunta l'indagine di un giornalista di un settimanale gauchista. Che firmando la storia di un “infinito errore” accusa un conosciuto politico (di sinistra) di fare affari con il regime dello Stato che sulla pandemia ha “depistato il mondo”.

Nello stesso capitolo si rivela che a sostegno di un discusso ministro della Sanità, la compagnia di giro che da oltre un decennio si è imposta di “non perdersi di vista” ha sottoscritto un documento. A sostegno del ministro contro il quale l'unico partito di opposizione del paese aveva presentato in Parlamento mozione di sfiducia. Tra i firmatari del “sostegno” anche un giornalista, “furbetto del vaccino”, balzato all'onore delle cronache per aver “saltato la fila” e (in omaggio al proprio ego) averlo documentato.

Nota a margine: qualche giorno fa mi sono vaccinato anche io. AstraZeneca senza possibili alternative. Rapida la registrazione, ancora più rapida la somministrazione. Ma difficoltoso l'accesso (in coda). E attesa per l'anamnesi. Compresi i 30 minuti di “parcheggio” finale (15 in più per me che soffro di allergie) per vaccinarmi ci ho messo un'ora e quaranta minuti. Ai primi di luglio la seconda dose. Effetti collaterali: qualche linea di febbre e due giorni di dolori ai muscoli e alle ossa. Spiacevole ma si sopravvive. PS: io non ho documentato alcunché.

Capitolo secondo: si parla di un ex comico diventato leader di un Movimento-Partito furioso con i magistrati, “colpevoli” di accusare il figlio di aver partecipato ad uno stupro di gruppo. “Ogni scarrafone eccetera” scrive l'anonimo, senza empatia per il dramma di un padre. Sottolineando piuttosto l'ambiguità di un soggetto manettaro con gli inimici, quanto garantista con i parenti. Le accuse dell'ex comico alla vittima del branco hanno poi scatenato il sarcasmo dell'anonimo nei confronti di alcune vestali del femminismo. Silenti – prosegue l'autore – di un “imbarazzante silenzio”.

Capitolo terzo: si parla di un leader della destra rinviato a giudizio da un magistrato isolano con l'accusa di essere un “sequestratore di migranti”. Annota l'anonimo: “la cosa surreale è che il sequestratore è al governo assieme al leader di un partito di sinistra amico del comandante della nave dei sequestrati. A tal punto da indossare – tete-a-tete e a favore di smartphone – la felpa con il logo sociale della ONG che secondo l'accusa sarebbe stata sequestrata. Anomalie della politica. Secondo l'anonimo l'indossatore di felpa avrebbe telefonato al sequestratore spiegando che sì, effettivamente aveva rotto il ca .. o: ma solo “un pochettino”.

Capitolo quarto
: si spiega nei dettagli che una struttura sovranazionale ha deliberato a favore del paese (anzi di tanti paesi) un sostegno multimilionario per mettere una toppa ai danni provocati dal virus. Unica richiesta per ottenere i dobloni: fare le riforme. Prima fra tutte quella della giustizia. Che nel paese descritto dall'anonimo ha due vulnus. La burocrazia che rende eterna e iniqua la macchina processuale. E la vocazione politica di parte della magistratura. Dove le fazioni si scontrano in nome dell'ideologia. Centri di potere che non rispondono del proprio operato. Una, nel segno dell'ossimoro, si definisce – nel romanzo dell'anonimo – democratica. Il che presupporrebbe – scrive sempre l'autore – ne possano esistere anche di reazionarie. Ma il paese descritto è una repubblica parlamentare, non una dittatura. Quando – chiosa l'autore – si violenta il senso del ridicolo.

Capitolo quinto: tra morti quotidiani, vaccini scarseggianti, scandali di ogni tipo, cittadini allo stremo, emerge nel racconto l'attività della malavita e degli strozzini, svelata, purtroppo, con ritardo. Vite rovinate: forse per sempre. Il problema sullo sfondo del romanzo rimane quello della legalità. Il popolo imbestialito che protesta bloccando le autostrade e le linee ferroviarie esercita un diritto o viola la legge? Il sindaco di una grande città che (dopo non aver profferito parola sul raduno illegale di 300 persone che alla vista della polizia hanno reagito con sassi, bastoni e machete), invita in Comune il rapper responsabile (oggettivamente) dell'assembramento, lancia un messaggio di mediazione alle problematiche banlieux o flirta con quella parte dell'elettorato che potrebbe contribuire a confermarlo in carica alle prossime elezioni comunali?

Capitolo sesto: nel paese della pandemia si scatenano improvvisamente giochi di guerra senza quartiere in nome del denaro e del potere. Tre club calcistici assieme ad altri nove sodali continentali danno vita ad una Superlega che tra prestiti dell'advisor, introiti pubblicitari, pagamento di diritti televisivi potrebbe avere a disposizione la mostruosa cifra di 12 miliardi di euro. In difficoltà per i bilanci già in rosso (per pessima gestione) e ulteriormente scassati dalla pandemia, i club ribelli tagliano le “catene” dell'UEFA e della FIFA. Comitati d'affari che in teoria dovrebbero solo organizzare i campionati europei e quelli mondiali ma che in realtà gestiscono denaro e potere in nome del proprio particulare.

Nel romanzo la cosa assume i contorni dell'ipocrisia. Da una parte i ricchi egoisti che vorrebbero replicare nel calcio la formula del calcio, del football e del baseball di un paese lontano dove da tempo il business ha preso il sopravvento sullo sport. Dall'altra i presunti depositari di un calcio “democratico” fondato sulla meritocrazia. E sul biblico sogno della fionda del piccolo Davide che abbatte il gigantesco Golia. Spiega l'anonimo che non esistono in questa vicenda (che si chiuderà, lui ipotizza, con un armistizio) “buoni” e “cattivi”. E men che meno “vergini” che possano ammantarsi di etica.

Cose da “fantascienza”. Finora sono riuscito a leggere (del corposo dattiloscritto) solo questi sei capitoli. Nella realtà, per dire, io rimpiango, nel calcio che conosco (e dove cose del genere non potrebbero, immagino, mai accadere) la formula della vecchia Coppa dei Campioni. Ma io sono un dinosauro con la carta d'identità sgualcita: un sopravvissuto. L'età poi mi ha reso aspro. Rammento quando vedevo lo sport “poeticamente”. Avendo avuto la fortuna di poterlo praticare e successivamente di poterlo raccontare per lavoro. Ma degli ultimi dieci anni (di sport) ho conservato poche immagini, meritevoli, a mio parere, di essere custodite.

Forse perché mi sono adeguato (con mille ringraziamenti ad Elisabetta Sgarbi che per La nave di Teseo ha pubblicato in Italia il meraviglioso saggio curato da Andrew Blauner) al cinico “senso della vita” di Snoopy. Vignetta: prima sequenza. “Ecco il famoso giocatore di hockey che si appresta ad entrare in campo”. Seconda sequenza: “Stanno suonando l'inno nazionale: è un momento emozionante”. Terza sequenza: “Ancora un istante e potrò selvaggiamente colpire un avversario”. Ghigno da satanico bracchetto.

Ai protagonisti del romanzo dell'anonimo, specie le “mosche cocchiere” di questo e quello schieramento, una lettura di Peanuts farebbe bene. Come minimo, si prenderebbero meno sul serio.

 

 

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