Giochi Olimpici Invernali - 1932
1932 Lake Placid
III Giochi Olimpici Invernali
(gfc) Nel 1932 il Circo Bianco si spostò negli Stati Uniti, paese che stentava ad uscire dalla grande crisi del ’29, in attesa del New Deal che F.D. Roosevelt, da presidente, lancerà nel biennio seguente. I Giochi d’inverno si tennero a Lake Placid, località preferita alla californiana Yosemite Valley, a Denver e a Montreal. A quel tempo Lake Placid era solo un villaggio tra i laghi, a nord dello Stato di New York. I suoi impianti – compresa una pista coperta per il pattinaggio – erano stati inaugurati il 17 gennaio, appena in tempo per le gare e dopo grandi investimenti. Come curiosità, ma da leggere anche come segno dei tempi, appena tre giorni dopo la chiusura venne pubblicato il consuntivo finanziario. Il costo totale era stato di 1.137.654,13 dollari.
Ma sia per la bassa altitudine (di poco superiore ai 500 metri) che per il sole, la neve restava solo un’opzione, tanto che si rese necessario portarla sul posto … in treno dal Canada. Non per nulla eroi della rassegna furono due pattinatori d’artistico, i francesi Andrée Joly e Pierre Brunet, marito e moglie, trionfatori nella gara a coppie come già accaduto quattro anni prima. I biglietti per assistere alla loro esibizione furono oggetto di un feroce bagarinaggio e venduti a prezzi esorbitanti: per la prima volta ai Giochi dovette intervenire la polizia per regolare l’afflusso degli spettatori.
E veniamo agli italiani. A dicembre del 1931, quando si cominciò a pensare alla partecipazione, le sorti del CONI – ormai definitivamente passato nell’orbita del PNF – erano nelle mani di Leandro Arpinati. Sarà lui a disporre della trasferta che, per la prima volta, vedeva gli italiani varcare l’oceano, una via d’acqua battuta per decenni solo dall’emigrazione. Dopo frettolosi allenamenti, la squadra venne radunata a Milano, e da lì dirottata a Genova da dove prese il mare. I nove giovani montanari per le prove di fondo li aveva scelti l’allenatore Kjellberg, un norvegese chiamato da poco in Italia. I cinque del Bob – prescelti per le esperienze nell’automobilismo – li aveva voluti il marchese Tornielli di Borgolavezzano, da pochi mesi a capo della federazione del ghiaccio.
Si può ricordare, come fotografia ingiallita del tempo, che la sera prima della partenza il gruppo s’era recato al “Carlo Felice” per assistere alla “Manon” interpretata dalla celebre soprano Gabriella Besanzoni. Con quel viatico nelle orecchie, a mezza mattinata del giorno seguente, – correva l’otto di gennaio –, la squadra si imbarcò sul “Biancamano”. Il viaggio per mare durò undici giorni. Quindi, dopo qualche ora di sosta a New York, la vallata di Lake Placid venne raggiunta in treno e tutti si sistemarono in uno degli alberghi della nascente località turistica. I risultati non furono esaltanti. Il piazzamento meno deludente, un quinto posto, lo ottiene il Bob di Theofilo Rossi di Montelera, erede designato della Martini&Rossi. Nello sci di fondo Erminio Sertorelli si piazzò dodicesimo sui 18 km. Niente più.
La scheda di Lake Placid 1932
Altitudine: 568 m s.l.m.
Date: 4/15 Febbraio 1932.[1]
Nazioni presenti: 17 (vincitrici di medaglie: 10).
Atleti partecipanti: 252 (231 uomini, 21 donne).
Apertura ufficiale: Franklin Delano Roosevelt, Governatore dello Stato di New York.
Programma tecnico: 14 gare.
Medaglie assegnate: 42 (14 Oro, 14 Argento, 14 Bronzo).
Membri italiani del CIO: Carlo Montù (dal 1913), marchese Giorgio Guglielmi (dal 1919), conte Alberto Bonacossa (dal 1925).
Presidente del CONI: On. Leandro Arpinati.
Capo della delegazione italiana: Guido Alberto Rivetti.
Sede della delegazione: un albergo non precisato.
Alfiere della squadra: Erminio Sertorelli (Sci alpino).
Atleti italiani in gara: 12.
Riserve o infortunati: 2.
Medaglie vinte: nessuna.
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