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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
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(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Ben tornata, Virtus Bononia

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Martedì 20 Giugno 2017

virtus-bo 2

di Oscar Eleni

In piazza Maggiore a Bologna, fra il popolo virtussino in festa, travestito da capovaccaio, uno dei pochi animali capaci di usare attrezzi: utilizza con il becco grosse pietre per rompere le uova di struzzo che sono il pasto preferito. Servirebbe rompere un po’ le uova agli struzzi del momento, quelli che hanno scoperto la gioia televisiva in notturna, quelli che vedono cifre da capogiro negli ascolti, il due per cento piace un casino, i sapientoni capaci di leggere nel futuro dei legaioli, sconosciuto alla maggioranza di loro, anche se Iago gira per finali scudetto, anche se in molti si candidano a prendere il posto del Zurleni che non sembra aver convinto chi vorrebbe dominare un consorzio dove se il vicino schiatta tutti battono le mani. Ora dicono che RAI e SKY sposate nell’Ade potrebbero avere la concorrenza del Discovery, o magari un rinforzo da Eurosport. Avanti con i candidati e la loro corte dei miracoli, avanti con le offerte dopo il bando pubblicato sui giornali sportivi. Tutti a cena da Tiffany, povera gente. Non sanno che potrebbero perdere il capociurma da un momento all’altro.

Ne riparleremo, magari già dopo gara sei se Venezia farà il colpo nel nido dei cuculi trentini dove anche un mago della prerparazione come Verona non poteva certo raddoppiare la resistenza di giocatori già spremuti.

Ma torniamo agli struzzi e in piazza Maggiore se ne sono visti tanti, perché era un esercito quello che metteva la testa sotto la sabbia e voleva l’esecuzione sommaria di Ramagli, non erano pochi quelli che temevano che Bucci si fosse esaurito nella battaglia contro la malattia e contro l’imbecillità così mal descritta da certi psicologi della mutua. Alberto ha retto l’urto, ha saputo sussurrare ai cavalli come soltanto un vero dottor Stranamore è capace di fare. Certo deve essere stato anche facile per uno che alla vita ha tirato calci anche con la gamba sifolina, uno che ha combattuto per fare il centroavanti nella vita anche se la natura glielo negava. Fottetevi.

Urlo di battaglia dalla stella Virtus a quel canestro che non l’era bono il giorno in cui la sua Livorno avrebbe potuto vincere il primo scudetto della storia. Bastava che uno al tavolo si accorgesse non tanto del tempo che stava scadendo mentre Forti arrancava, ma del sesto fallo dell’americano di Casalini. Qui ha difeso la panchina di Ramagli che ha cominciato le finali perdendo, ma poi si è rifatto subito anche se gli struzzi giravano al Pavaglione dicendo: vinca o perda quello è già licenziato. Le cose si sentono, si sanno. Hanno tutti resistito ed eccoli al traguardo della serie A riconquistata dopo 13 mesi di tormento, di faticoso assemblaggio di un gruppo che ha trovato chiarezza quando è arrivato Zanetti con il suo caffè forte, non ristretto alla promozione.

Ora si spera che tutti lascino lavorare i competenti. Bologna ne ha tanti, non serve certo gente mutuata magari dalla femminile, settore nobilissimo, ma di certo lontano dal mondo Virtus. A proposito di femminile e di Bologna qualcuno si ricorderà di fare un monumento al Civolani novantenne che ancora tiene in piedi la tradizione e, per complicarsi la vita, ha visto le sue ragazza vincere la sfida promozione con il GEAS, una delle società più titolate d’Italia che ora non ha tanti santi in paradiso e sembra decisa a non accettare una carta privilegiata in caso ci sia un ritiro dove hanno le giocatrici, ma non i soldi.

Dicevamo di questa Virtus che sembra aver già perso Spissu, autore del canestro promozione a Trieste, perché Sardara, facendogli i complimenti lo ha invitato a fare vacanze in Sardegna e poi a presentarsi per il raduno della Dinamo. La coppia americana può andare bene per la massima serie? Sono uomini che hanno dentro qualcosa, allora meglio tenerseli. Non avevamo dubbi sulla grinta del Rosselli scivolato fuori dai giri azzurri. Lui, come Bruttini, rappresenta quel tipo di giocatore che ti garantisce di poter fare squadre e olio buono. A qualsiasi età. Il Bruttini, poi, è abbonato alle promozioni. Ha sangue da leone.

Ci ha colpito il furore di Spizzichini, certo con tanti errori, ma che fuoco. Lo stesso che ha tormentato Ndoja dopo l’esordio bellissimo in finale. Poi Stefano Gentile che, come ci diceva Bucci prima delle finali, in quella categoria avrebbe potuto fare la differenza. In certe cose l’ha fatta, in altre meno, ma veniva da una stagione tribolata, sul piano fisico, ma anche psicologico, perché in quella Reggio Emilia che lo ha congedato doveva esserci un clima da giovani turchi tutti armati l’un contro l’altro. Impressione, cari amici della Giba. Opinione, non affermazione.

Bello sapere anche che la Virtus tornerà al Pala Dozza, così come bellissimo sarà rivedere i 7000 del Pala Rubini che secondo il dollaro comune va chiamato Pala Alma. Perché? Beh, loro pagano, sponsorizzano. Allora, come suggerimmo a chi voleva mandare in malora la promessa del sindaco di Milano per intitolare al Principe Indimenticabile la nuova fabbrica del Duomo conosciuta come Palalido, bastava abbinare il cognome del campione olimpico, dell’uomo con più scudetti in Italia con quello dell’eventuale sponsor.

Non c’è rispetto dice il capovaccaio, vuoi vedere che anche nel basket scopriranno che all’età della pietra, come è successo in Spagna, i cavernicoli avevano scritto Vietato entrare. Diciamo nel buon senso. Nel cervello di chi ancora spera di poter restare onesto e non abbocca all’amo di chi ti prende per stupido: Va avanti te con la denuncia che a me viene da ridere.

Nella Trieste ritrovata, come dovrebbero fare con la poesia di Saba, un allenatore eccellente come il mestrino del patronato Dalmasson, uno ìi qualità come Mario Ghiacci, giovani talenti cominciando da Baldasso a patto che non si illuda di poter vivere come tiratore puro. Lui si impegna, ma deve lavorare ancora tanto, come Prandin, Coronica e quel Da Ros da cui ci aspettavamo qualcosa di più nella finale.

Per la Virtus serviranno rinforzi giusti senza andare dietro alle offerte magiche dei soliti piazzisti che parlano nel nome dei simil Raiola del sistema. Tutti possono servire e se il grande ex portiere Pagliuca, tifosissimo Virtus, dice che si possono prendere anche campioni difficili da gestire, giustamente lo pensa ricordando Richardson e i suoi presunti peccati inferiori certo alle meraviglie sul campo, forse si dovrà anche ricordare che il Messina accolto con ovazione al Pala Dozza non resse al Sugar più del dovuto. Ricordiamoci come avvenne il divorzio. Ora questa Virtus deve nascere sana, forte, con un principio che ricordi gli squadroni con Ginobili, Cosic, Danilovic, Villalta, Brunamonti, non quelli dei fenomeni con una sola idea. La squadra sono io e se basta vincere la classifica marcatori a me va bene.

Dettagli. Ci fideremmo di Bucci se Alberto avrà l’energia per convincere chi gli parla che la competenza non si compra alla Montagnola. Non abbiamo dubbi su Ramagli in questo anno fortunato per la scuola livornese, nel basket e nel calcio direbbe Allegri, nella speranza che Baraldi scelga per costruire una nuova vera Virtus veri uomini Virtus che a Bologna ci sono sempre stati. Anche se nello sport si prende il meglio a prescindere, basta che non sia taroccato dal tempo e dalle influenze maligne.
 

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