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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Fatti&Misfatti / Bussate, apriranno ... alla fiera del 3x3

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Mercoledì 14 Giugno 2017

3x3-fiba 2

di Oscar Eleni

Bussate. Apriranno. Certo dovete avere in tasca carte di credito planetarie e di fianco gli sponsor dalla faccia gentile. Strana gente questa che sceglie gli sport da ammettere alle Olimpiadi. Telefona il delegato romagnolo per il tiro alla fune. Perché noi no? Datevi una risposta o chiedete a qualche agente di bevande gassate, ai rappresentanti degli integratori, anche a quelli che vi giurano di aver controllato il prodotto, pazienza se poi qualche fissato del doping dirà che hanno barato. D’altronde persino una famosa soluzione per disintossicare il fegato viene considerata pericolosa per controlli antidoping accurati. Lo scrivono sul bugiardino.

Sulle scelte dei nuovi sport da Olimpiadi non esiste un bugiardino, sono tutti portatori sani di biglietti venduti come direbbero al beach volley, gloria a loro e ai nostri argentati diranno al CONI e nei dintorni, ma resta il dubbio che qualcuno finga di non capire se, ogni volta, in ogni edizione, si sente il lamento del comitato organizzatore. Troppa gente. Il villaggio non ce la può fare. Vero che tutti sanno quali sono gli sport che fanno la vera storia dei Giochi reinventati dal barone francese, vero che ai tempi di Nerone c’erano anche le olimpiadi di poesia, musica, vero tutto, ma ogni volta che ammettono una disciplina nuova sale il coro degli indignati, di quelli che ti chiedono un parere.

Ovviamente ci tocca un parere sull’ammissione del tre contro per il basket dove la nostra nazionale non frequenta il giardino olimpico da Atene 2004, fu argento.

Dicono che fra i giovani, i diseredati, il basket democratico si gioca nei campetti. Tre contro tre, così sul cemento, dove vale la regola che senza sangue non esiste fallo, possono divertirsi in tanti. Tutto vero. Come sembra vera l’ammissione di chi ha deciso per aprire al tre contro tre che stuzzica gli appetiti dei ricercatori di una clientela nelle periferie, lontano dalle grandi arene.

La nuova logica sembra questa alla faccia dei principi per cui sono nati gli sport di squadra, speriamo sia soltanto questa a meno che chi ha deciso non voglia mandare un messaggio ad un mondo dove, a dire la verità, prevale più l’uno contro uno del lavoro corale che distingue certe discipline da altre dove il singolo viene esaltato. Certo stiamo celebrando in questi giorni il trionfo dei gattini di Golden State con il magno Kevin Durant, ma in realtà la gente pensa al miglior giocatore delle finali, a Lebron James, al suo antagonista Stephen Curry, Davide e Golia, anche se poi si celebrala squadra, un grande allenatore.

Ora non vogliamo dire che il tre contro tre è un succedaneo del vero basket, certo è qualcosa di più del minigolf, può valere il beach volley, ma ci sembra un’aggiunta da viaggiatori golosi. Il tre contro tre serve tanto in allenamento, ma i giocatori veri e le squadre vere li trovi su un campo che sembra anche troppo piccolo per contenere questa atletica giocata dove ci sono tanti potenziali primatisti di salto in alto o salto triplo come diceva il professor Vittori. Non perderemo il sonno per sapere chi vincerà l’oro olimpico del tre contro tre. Lo perderemo per capire cosa spinge certa gente a sposare certe scelte.

 

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